La vittoria di Hillary Clinton alle elezioni presidenziali Usa 2016 sembrava una formalità, ma invece è Donald Trump a prendere il posto di Barack Obama alla Casa Bianca. Hillary Clinton nuovo presidente degli Stati Uniti? No, non è andata affatto così: i sondaggi hanno fatto nuovamente flop. Le previsioni si confermano inattendibili: è stato così in Gran Bretagna per la Brexit, lo sappiamo anche in Italia, dove alle Politiche del 2006 il centrosinistra era considerato in vantaggio agli exit poll sul centrodestra e invece è stato registrato un testa a testa. Nel 2013, invece, il Movimento 5 Stelle fu sottostimato: secondo i sondaggisti non avrebbe superato il 15%, invece raggiunse il 28%. La speranza del premier Matteo Renzi è che il flop generale dei sondaggi si confermi tale anche al referendum costituzionale, visto che il No è considerato in vantaggio rispetto al Sì auspicato dal presidente del Consiglio.
Vittoria travolgente di Donald Trump alle elezioni Usa 2016. È questa la fotografia scattata dai risultati: il nuovo presidente degli Stati Uniti non solo ha mantenuto gli Stati tradizionalmente repubblicani, ma ha vinto nella maggior parte degli Swing State e ha espugnato alcune roccaforti democratiche. L’eredità di Barack Obama è stata, dunque, dissipata da colei che poteva diventare la prima presidente donna degli Stati Uniti. Hillary Clinton, però, è stata premiata dal voto popolare, quello cioè a livello nazionale e che non è rilevante ai fini delle elezioni del nuovo presidente: la democratica ha ottenuto circa 40mila voti in più rispetto a Donald Trump, che avrà la maggioranza alla Camera dei rappresentanti e al Senato. Ora sarà interessante capire se il Partito repubblicano darà ampio margine di manovra a Donald Trump, che è stato osteggiato dall’establishment durante la campagna elettorale.
Dopo ore di distanza dai risultati ufficiali delle Elezioni Usa 2016, parla Hillary Clinton: sono le prime parole dopo la clamorosa sconfitta contro Donald Trump che, probabilmente impreparata dalla pazzesca inversione di tendenza nei sondaggi nelle ultime ore, ha di fatto gettato la candidata democratica nello sconforto. «Sono molto delusa, non credevo che l’America fosse così divisa. Ora però lavoriamo tutti insieme, verranno giorni migliori», è il centro del passaggio di Hillary Clinton nel primo discorso alla nazione e al suo quartier generale dopo il flop delle Presidenziali americane. «La notte scorsa ho fatto le congratulazioni a Donald Trump per la vittoria e gli ho offerto la nostra collaborazione a nome del Paese: Non è il risultato che volevamo e mi dispiace che non abbiamo vinto. Sono orgogliosa e grata di questa campagna che abbiamo costruito insieme». Passaggio interessante quando afferma che non solo Donald Trump dovrà essere accettato da tutti, “perché rientra nei nostri valori americani accettare tutti senza distinzioni”, ma arriva a dire addirittura «dobbiamo proteggerlo non solo accettare. Si lavora tutti insieme per tenere alta la grande storia di questo Paese».
I risultati dell’Elezioni Usa 2016 con l’incoronazione di Donald Trump a Presidente non cambieranno solo la politica estera ma i piani interni, come immigrazione, settore sanitario e ovviamente anche l’economia globale degli Stati Uniti d’America. Le borse, a differenza di come erano partite appena dopo la notizia della sconfitta di Hillary Clinton, hanno risposto tutto sommato positivamente non perdendo neanche troppo rispetto ad una rivoluzione politica e sociale che sarà la presidenza di Donald Trump. Intanto in queste ore il consigliere economico dei repubblicani, Peter Navarro, ha cercato di rassicurare i mercati uscendo affermando che il «il presidente eletto contribuirà al rafforzamento della crescita economica una volta entrato alla Casa Bianca, con l’aiuto del Congresso a guida repubblicana». Intervistato dalla Cnbc, Navarro non ha neanche escluso di essere a completo servizio dell’amministrazione Trump anche quando verranno decisi i ruoli istituzionali alla Casa Bianca, «Ci saranno molte persone con esperienza nel settore privato». Questo basterà anche nei prossimi giorni a tenere “a bada” i mercati che fino a poco tempo fa erano tutti schierati senza remore sulla vittoria di Hillary Clinton?
Ci sarò un muro o no da oggi tra America e Messico? I risultati delle Elezioni Usa 2016 hanno consegnato un presidente come Donald Trump che durante la campagna elettorale aveva giurato che, vincendo le Elezioni, avrebbe fatto costruire un muro tra i due Paesi per porre fine all’enorme problema dell’immigrazione clandestina. Ora in tanti si chiedono se quel muro effettivamente verrà fatto, con il Presidente che si ritrova in mano una responsabilità enorme e un bagno di legittimazione popolare quasi senza precedenti. Nel frattempo il Messico ha voluto fin da subito stabilire come non vi siano problemi, almeno a livello ufficiale, nei rapporti diplomatici con gli Stati Uniti d’America. «Messico e Stati Uniti – ha scritto Nieto su Twitter – sono amici, partner e alleati e dovremo continuare a collaborare per la competitività e lo sviluppo dell’America del Nord». Per il presidente messicano il lavoro e la cooperazione rimarranno intatti anche con Trump, con relazioni bilaterali che dovranno per fora di cose proseguire, magari proprio per scongiurare la costruzione di un muro forse fuori tempo massimo. Come riporta Reuters, «Nieto ha annunciato che i due paesi confinanti continueranno a stringere legami di cooperazione nel rispetto reciproco, nonostante le parole di Trump che in campagna elettorale aveva annunciato di voler erigere un muro fra i due Paesi contro l’immigrazione clandestina».
La vittoria di Donald Trump alle Elezioni Usa 2016 avrà numerosi effetti e conseguenze che probabilmente andranno avanti per mesi, se non anni, ma i risultati che sono in corso d’opera – mancano davvero pochissimi seggi alla finale chiusura delle urne – stanno già dando indicazioni importanti. Da un lato la politica estera con Putin su tutti che esulta per la vittoria del candita repubblicano – come spieghiamo qui sotto – fino alla reazione dell’Europa e della Cina per poi tornare ai problemi interni. Proteste, anche una sparatoria ieri sera in California, e molti americani delusi dalla vittoria di Trump su Clinton: eppure, il desiderio espresso dalla popolazione segue una ribellione, una modalità di contrasto rispetto agli ultimi 8 anni di presidenza Obama e soprattutto alla mentalità di fondo che i Democratici hanno impresso anche in questa campagna elettorale. Gli americani hanno detto basta votando Donald Trump presidente degli Stati Uniti d’America e saranno ora i giochi tra la Casa Bianca e il Congresso – per nulla scontato l’idillio visto che Repubblicani e Trump hanno trascorsi poco inclini alla semplice coesione – a deiefire come e in che modo passeranno le riforme trumpiste idealizzate. Un effetto di esempio della “rivoluzione” avvenuta questa notte è fornita dal curioso caso del sito d’immigrazione canadese: in sostanza, mentre gli states scoprivano la vittoria di Trump, il sito ufficiale del Canada dedicato ai servizi di informazione per ottenere il visto d’ingresso – immigration service: la pagina web – è irraggiungibile e in tilt per ore. Tantissimi nei giorni scorsi lanciavano la battuta anche sui media Usa che in caso di vittoria repubblicana sarebbero emigrati verso il Canada e quando avvenuto questa notte sta a dimostrarlo, altro che battuta insomma. Il popolo americano dovrà abituarsi a Trump e nello stesso tempo Donald dovrà cercare i trovare un equilibrio tra la provocazione e l’enorme responsabilità che si ritrova ora in mano.
Effetti clamorosi sulla vittoria di Donald Trump alle Elezioni Usa 2016 potranno arrivare della politica estera, come abbiamo evidenziato qui sotto con i principali nodi salati fuori in campagna elettorale. Ma su tutti è il rapporto Russia-Usa che interessa con occhi iper interessati i vari stati mondiali, Europa in primis. I risultati delle elezioni – con lo scrutinio arrivato al 97% e con la netta affermazione del magnate repubblicano su Hillary Clinton – fanno capire come la voglia di cambiamento è espressa all’ennesima potenza negli States. Il voto è arrivato fino a Mosca con il presidente Vladimir Putin che ha subito commentato in questo modo: «ora nasce la speranza di un lavoro congiunto per far uscire le relazioni russo-americane dalla crisi, per affrontare le questioni internazionali pressanti e cercare risposte efficaci alle sfide relative alla sicurezza globale». La Duma ha accolto con grande applauso la vittoria ufficiale di Donald Trump e l’Europa dovrà ora provare a capire come allinearsi e schierarsi per i possibili enormi cambiamenti futuri. A ruota arriva il commento di Hollande che poche ore fa dichiara, «Si apre un periodo di incertezza. Questa elezione americana va affrontata con lucidità e chiarezza, bisogna essere vigili e sinceri con il partner Usa».
Dopo molte ore e senza ancora un commento ufficiale dopo i risultati delle Elezioni Usa 2016, Barack Obama ha chiamato Donald Trump congratulandosi con la vittoria alle Presidenziali Americane. Presto, ha fatto sapere il portavoce della Casa Bianca, ci sarà un incontro. «il presidente americano uscente, Barack Obama, ha chiamato il suo successore, Donald Trump, appena uscito vittorioso dalle elezioni, questa mattina dopo l’esito del voto», e lo rende noto Kellyanne Conway capo della campagna elettorale di Trump; «i due hanno avuto una grande conversazione e presto si vedranno alla Casa Bianca». Un duro colpo per Obama che negli ultimi mesi di è speso completamente per tirare la volata a Hillary Clinton ma ora va riconosciuta la vittoria finale: «Non importa cosa accadrà, il sole sorgerà al mattino e l’America rimarrà ancora la più grande nazione al mondo», aveva detto quasi profeticamente ieri sera il presidente Usa uscente. L’America da oggi ha davvero un nuovo volto.
Con la vittoria di Donald Trump alle Elezioni Usa 2016 – ancora il mondo sta cercando di capirci qualcosa dopo mesi di campagna del tutto contro il magnate repubblicano – cambierà tanto, se non tutto in molte campi della vita politica americana. Soprattutto, forse, sarà la politica estera ad prendere una via piuttosto diversa da quella di Barack Obama negli ultimi 8 anni. In campagna elettorale Trump ha avvertito la Nato e gli Alleati avvertendo che il coso del mantenimento dovrà salire altrimenti rimarranno soli dopo eventuali attacchi, mentre di contro la mano tesa corrisposta pare alla Russia potrebbe promuovere un futuro assai impensabile di collaborazione tra i due colossi mondiali. “La Cina prende in giro l’America, Isis deve essere distrutto facendo brillare bombe sul deserto del Medio Oriente, basta soldati in Siria e in Iraq”, sono tre dichiarazioni singole che se approvate tutte renderanno la politica estera degli Stati Uniti d’America assai diversa dal consueto. Del resto, il 45esimo presidente americano è ben diverso dal consueto: renderà quello che ha già promesso o davanti ad un ruolo di responsabilità farà qualche passo indietro? Sarà interessante vedere cosa davvero potrà cambiare per uno stato diverso storicamente dagli altri nel mondo, con interventi spesso al di là di interessi solo nazionali. Trump rivoluzionerà anche questo o il partito lo “ingloberà”?
I risultati delle Elezioni Usa 2016 parlano chiaro: non solo Donald Trump è il nuovo presidente degli Stati Uniti d’America ma il doppio colpo è arrivato con i Democratici che rimangono così del tutto a terra, sconfitti su ogni campo: i Repubblicani infatti mantengono la maggioranza in Senato e alla Camera, con il Congresso che così segue perfettamente il nuovo corso della Casa Bianca, in salda mano del Gop. Qui almeno i sondaggi non hanno fallito visto che erano dati in vantaggio i Repubblicani per mantenere la maggioranza in Parlamento: ma con la clamorosa vittoria di Donald Trump alle Elezioni Usa ora sicuramente il nuovo presidente non dovrà penare come ha fatto Obama negli ultimi 8 anni, senza maggioranza al Congresso. Paul Ryan (ex speaker della Camera) ha conquistato il 68% dei voti ed è stato rieletto, sarà una pedina fondamentale per Trump per poter arrivare a proporre leggi e novità annunciate in campagna, anche se Ryan come tutti i membri importanti del Gop non renderanno la vita facilissima a Trump essendo stati spesso in disaccordo. Resta che gli Stati Uniti d’America avranno una totale maggioranza dei Repubblicani: cosa succederà?
Che giornata per Donald Trump: ha vinto le Elezioni Usa 2016 e i risultati consegnano ora anche a livello ufficiale la carica di nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America, battendo tutti i sondaggi, tutti i commenti e tutti gli attacchi. Le prime parole a New York sono “sobrie” rispetto a quanto siamo abituati ad ascoltare dalla bocca dell’ormai nuovo presidente americano. «L’America deve portare avanti sogni di successo, terremo sempre al primo posto gli interessi americani ma manterremo sempre rapporti con tutti, con le altre nazioni con cui cercheremo una fase comune di dialogo, non di scontro». Ha detto poco fa dal palco festante dei Repubblicani – che ingoiano boccone amaro per aver vinto ma non con il loro candidato preferito – mentre già Hillary Clinton ha telefonato per congratularsi col nuovo primo cittadino americano. L’ufficialità è arrivata con il conteggio dei Grandi Elettori che ha superato per Donald Trump il numero limite di 270: al momento il magnate repubblicano, quando ancora mancano molti stati da consultare, vede 306 grandi elettori contro i 232 della rivale e ora grande sconfitta Hillary Clinton. Un giorno storico, comunque lo si guardi, per l’America e con enormi interrogativi per Stati Uniti e tutto il mondo.
Donald Trump ringrazia Dopo i risultati delle elezioni Usa 2016 Donald Trump, eletto 45esimo presidente degli Stati Uniti, ringrazia gli americani per il voto. Ecco le prime parole del nuovo presidente Usa. “Scusatemi se vi ho fatto attendere, grazie mille. Ho appena ricevuto una telefonata da parte di Hillary Clinton che ha fatto a tutti noi le congratulazioni per la vittoria e io ho ricambiato per la campagna elettorale che è stata molto combattuta. La Clinton ha lavorato sodo per moltissimo tempo e le dobbiamo un’enorme gratitudine e lo dico sinceramente. E’ giunto il momento che l’America torni ad essere unita: è giunto il momento di unirci come un unico popolo. Prometto a tutti i cittadini che farò il presidente di tutti gli americani e questo è molto importante. Per coloro che hanno scelto di non sostenermi dico che cercherò di lavorare insieme e unificare il nostro grande paese. La nostra campagna non è stata una vera e propria campagna elettorale ma è stato un grande movimento di persone che amano il nostro paese e vogliono un futuro migliore. E’ un movimento composto da americani di ogni razza e religione e che si aspettano che il governo sia al servizio della gente. Lavoreremo insieme e ricostruiremo la nostra nazione e rinnoveremo il sogno americano”.
Manca soltanto l’ufficialità ma ormai non ci sono più dubbi: Donald J. Trump è il 45esimo Presidente degli Stati Uniti d’America. Giornata storica per l’America e per il partito repubblicano, di nuovo alla guida della Casa Bianca dopo 8 anni e per la prima volta con un candidato non proveniente dalla sfera politica. Il tycoon ha già vinto in stati considerati decisivi per la vittoria finale come l’Ohio, il North Carolina e la Florida. In questo momento Trump ha 255 delegati, contro i 215 di Hillary Clinton, candidata del partito democratico. I 15 delegati necessari per raggiungere quota 270 potrebbero arrivare dalla Pennsylvania (20 delegati), dove Trump è avanti di mezzo punto percentuale quando siamo al 95% di operazioni di lettura o anche dal Michigan (16), dove il vantaggio si attesta sull’1,5% (77% di copertura). Conteggi in via di definizione anche in New Hampshire (4), Arizona (11), Maine (4) e Minnesota (10). Nei primi due stati Trump è in testa mentre la Clinton dovrebbe conquistare gli altri 2 stati. Per quanto riguarda l’Alaska (3) i risultati dovrebbero arrivare tra qualche ora ma anche lì Trump sembra aver vinto. Per quanto riguarda il voto popolare: Trump al 48,4%, Clinton al 47,0%.
Donald Trump è vicinissimo alla vittoria delle elezioni presidenziali degli Stati Uniti d’America del 2016. Il repubblicano in questo momento conta sull’appoggio di 222 delegati mentre Hillary Clinton insegue a quota 202. Chi supera soglia 270 ottiene matematicamente la nomina a Presidente. L’ottimismo in casa Trump è motivato dai dati recuperati nel conteggio in via di definizione di stati chiave come la North Carolina, il Michigan, la Georgia e l’Arizona. In tutti questi stati Trump è in vantaggio ma bisognerà attendere ancora almeno un’ora prima dell’ufficialità della vittoria del repubblicano. Nessun problema sugli stati tradizionalmente repubblicani come il Kentucky, il Texas, il Tennessee e il South Carolina. Trump è addirittura in vantaggio anche in stati dati alla vigilia in saldo possesso di Hillary Clinton, come il New Hampshire e il Michigan. Tra gli swing states unica vittoria per la Clinton in Virginia. Anche la Pennsylvania vede in questo momento avanti la Clinton ma potrebbe non bastare. Mancano 12 stati all’appello più l’Alaska. Per quanto riguarda il voto popolare Trump al 49%, Clinton al 46,6% con più di 3 milioni di voti di scarto: Trump è sempre più vicino alla vittoria.
Confermate le previsioni della vigilia. Grande equilibrio nel conteggio dei voti tra i due candidati alla conquista della White House. La corsa a quota 270 delegati (necessari per assicurarsi la vittoria finale) vede in questo momento Donald Trump in vantaggio su Hillary Clinton. L’ex Segretario di Stato ha confermato le attese vincendo in stati preziosi come New York e l’Illinois ma in questo momento deve rincorrere. Clinton a quota 97, Trump a quota 140 delegati. Ricordiamo che la soglia da raggiungere è 270. Occhi puntati dunque sulla Florida dove Trump sembra a un passo dalla conquista di uno stato molto importante grazie ai suoi 29 delegati. In questo momento il repubblicano è avanti dell’1% ma siamo fermi al 93% di copertura. Il New York Times dà l’82% di possibilità di vittoria finale in Florida a Trump. Se così fosse il tycoon farebbe un bel passo in avanti ma potrebbe non bastare. Considerando che con ogni probabilità la California e i suoi 55 delegati saranno conquistati dalla Clinton, almeno di clamorose sorprese, sarà decisivo l’esito finale dell’Ohio, della Virginia e della North Carolina. In questo momento Trump avanti in tutti e 3 gli stati. Queste potrebbero le ore più importanti dei prossimi 4 anni. Tra poche ore il mondo conoscerà il nome del 45esimo Presidente della Storia degli Stati Uniti d’America. In questo momento le maggiori di possibilità di vittoria sono del repubblicano, Donald Trump. La corsa resta comunque apertissima. Attualmente la coppia Trump-Pence (quest’ultimo è l’attuale governatore dell’Indiana e candidato repubblicano alla vicepresidenza) conta 151 delegati. I democratici Clinton-Kaine inseguono con 122 delegati. Anche nel voto popolare per il momento vince Trump. Quest’ultimo dato non importa più di tanto. Conterà infatti chi arriverà per primo a quota 270 delegati. Tra pochi minuti dovrebbe arrivare il dato definitivo di alcuni stati chiave come la Florida (29 delegati), il North Carolina (15), l’Ohio (18) e la Pennsylvania (20) mentre la Virginia (13) sembra vinta dalla Clinton. Ma le notizie positive per Trump non finiscono qui. I repubblicani sono in vantaggio anche in stati dati sicuramente per persi alla vigilia, come Michigan (16), New Hampshire (4) e Wisconsin (10). In questi ultimi stati manca ancora parecchio tempo prima di decretare il vincitore per cui la corsa resta ancora apertissima.
Finalmente ci siamo. Tra poche ore conosceremo il nome del 45esimo Presidente degli Stati Uniti d’America. I primi risultati definitivi sono arrivati da numerosi stati della East Coast. Per il momento Hillary Clinton ha già conquistato 68 grandi elettori mentre Donald Trump insegue con 48. La soglia prevista per decretare il vincitore è 270. I democratici si sono già assicurati la vittoria in Illinois, Maryland, Delaware, Massachusetts, New Jersey, Maryland, Vermont, District of Cloumbia e Rhode Island. Trump invece incassa la vittoria in Mississipi, Oklahoma, Tennessee, Missouri, South Carolina, West Virginia, Kentucky e Indiana. Clamoroso invece quello che sta succedendo in Florida, stato chiave grazie ai suoi 29 grandi elettori per la vittoria finale. In questo momento, con una copertura dell’87%, i due candidati sono pari: entrambi al 48,5%. In Ohio invece Clinton avanti del 6-7% (copertura del 30%) così come in North Carolina (copertura del 54%). In caso di vittoria di questi ultimi due stati i democratici avrebbero grosse possibilità di vittoria finale.
Si preannuncia una lunga notte per chi vorrà seguire i risultati in tempo reale di queste Elezioni Usa 2016: Donald Trump sembra infatti in grado di insidiare seriamente Hillary Clinton. Questo almeno è quanto emerge dai primi dati reali che vedono Donald Trump in vantaggio anche in uno stato chiave come la Florida. La differenza sostanziale rispetto a poche ore fa è che non si tratta più di exit poll, ma si ragiona su proiezioni o su quelli che nelle maratone elettorali si è soliti chiamare “voti di pietra”. In questo momento a preoccupare maggiormente lo staff di Clinton sembra essere dunque il Sunshine State, dove il tycoon dopo una proiezione del 15% dei voti realizzata da RealClear Politics conduce con una percentuale del 50,1% contro il 46,9% di Hillary. Si tratta di un margine di oltre 3 punti, che difficilmente verrà colmato vista la tendenza messa in mostra dallo spoglio sin qui. Gli Stati Uniti stanno scegliendo, in testa al momento c’è Donald Trump: ma ancora è presto, molto presto…
La notte delle Elezioni Usa 2016, quella che avremmo voluto raccontare per il rosso di Trump o per il Blu di Hillary Clinton, si macchia di nero con la notizia di una sparatoria avvenuta in un seggio in California. Come riportato dalla Cnn, alcuni spari sarebbero stati esplosi e almeno 2 persone sarebbero rimaste ferite e trasportate in ospedale in elicottero. La zona è stata messa adesso in regime di lockdown da parte delle forze dell’ordine che stanno cercando di ricostruire quanto accaduto all’interno del seggio posto all’interno del Memorial Park North Recreation Center. Una testimone, presente all’interno della stessa struttura per votare, ha detto alla Cnn di non aver capito immediatamente che si trattasse di una sparatoria ma di aver visto fuggire delle persone all’impazzata subito dopo aver sentito dei botti che credeva fossero petardi. A sparare, secondo le prime testimonianze, sarebbe stato un ragazzo vestito con un giubbotto antiproiettili e una maglietta bianca. Ricordiamo che Azusa dista circa 30 miglia da Los Angeles.
Meno di un’ora alla chiusura dei primi seggi negli Stati Uniti e mentre cresce l’attesa per conoscere i risultati di queste Elezioni Usa 2016 tra Hillary Clinton e Donald Trump, c’è un familiare di uno dei due candidati alla Casa Bianca che si è già messo nei guai. Non serve molto ad indovinare che si tratti di un parente di Trump, precisamente del figlio, Eric, che ha pensato bene di pubblicare su Twitter una foto della sua scheda elettorale contrassegnata dal voto per il padre. Eric Trump ha pubblicato lo scatto in questione a margine di un commento in cui si dice “incredibilmente onorato” di poter votare per il papà, ma proprio dal genitore sembra avere ereditato una caratteristica che potrà creargli non pochi problemi: l’impulsività. Come riportato dal New York Magazine, la legge dello stato di New York impedisce di pubblicare su Twitter la foto di un voto effettuato, pena una multa di 1000 dollari o un anno di prigione. Informato dell’accaduto, Eric Trump ha rimosso poco dopo l’immagine, che però era stata già immortalata a dovere. Insomma, tale padre tale figlio: tra Twitter e i Trump il rapporto non sarà mai dei migliori…
Ancora pochi minuti d’attesa, poi inizieranno ad arrivare i primi risultati della sfida per eccellenza di queste Elezioni Usa 2016 tra Hillary Clinton e Donald Trump. Nel frattempo però si segnalano alcuni problemi che potrebbero rallentare le operazioni in alcuni stati. Un esempio di quanto scriviamo arriva dal Colorado, dove diverse tv locali hanno segnalato che dopo le ore 23 italiane i sistemi elettori dello stato hanno smesso di funzionare per circa 20 minuti. L’emittente Denver7 News citando la portavoce del segretario di Stato del Colorado ha fatto sapere che i sistemi sono stati però prontamente ripristinati e adesso sono perfettamente funzionanti. Ricordiamo che il Colorado è uno degli stati in cui Hillary dovrebbe imporsi su Trump soprattutto grazie alla presenza di un numero elevato di elettori di origine ispanica. Nel frattempo SkyTg24 ha comunicato che alcuni problemi sarebbero stati riscontrati anche in North Carolina facendo slittare la chiusura dei seggi, finora prevista all’1:30 italiana.
Meno di un’ora alla chiusura dei primi seggi negli Stati Uniti e mentre cresce l’attesa per conoscere i risultati di queste Elezioni Usa 2016 tra Hillary Clinton e Donald Trump, c’è un familiare di uno dei due candidati alla Casa Bianca che si è già messo nei guai. Non serve molto ad indovinare che si tratti di un parente di Trump, precisamente del figlio, Eric, che ha pensato bene di pubblicare su Twitter una foto della sua scheda elettorale contrassegnata dal voto per il padre. Eric Trump ha pubblicato lo scatto in questione a margine di un commento in cui si dice “incredibilmente onorato” di poter votare per il papà, ma proprio dal genitore sembra avere ereditato una caratteristica che potrà creargli non pochi problemi: l’impulsività. Come riportato dal New York Magazine, la legge dello stato di New York impedisce di pubblicare su Twitter la foto di un voto effettuato, pena una multa di 1000 dollari o un anno di prigione. Informato dell’accaduto, Eric Trump ha rimosso poco dopo l’immagine, che però era stata già immortalata a dovere. Insomma, tale padre tale figlio: tra Twitter e i Trump il rapporto non sarà mai dei migliori… Sono aperte anche le ultime urne elettorali in Alaska e Hawaii per le Elezioni Usa 2016 mentre i candidati Donald Trump e Hillary Clinton attendono l’esito del voto domani mattina (ora italiana) a New York, dopo i rispettivi voti. L’attesa è molta in tutti gli Stati Uniti e non solo, per cercare i capire se quei “benedetti” 270 grandi elettori saranno raggiunti o meno dai rivali di queste Presidenziali Americane. Cercando i fare un passo più in là rispetto ai risultati delle elezioni, i delegati avranno un iter molto specifico per poter andare realmente a votare il presidente degli Stati Uniti d’America. Come infatti ormai tanti sapranno, le votazioni di oggi servono a decretare il numero di Grandi Elettori che voteranno poi a livello pratico il Presidente della Casa Bianca: I Grandi Elettori si riuniscono poi ciascuno nella capitale dei rispettivi Stati, esattamente il lunedì dopo il secondo mercoledì di dicembre (quest’anno cade il 12 dicembre) e procedono così a votare il loro preferito tra i candidati alla Presidenza. A questo punto poi l conteggio di questi voti avviene 15 giorni dopo a Camere unite nel Congresso di Washington: a quel punto Donald Trump o Hillary Clinton saranno decretati presidente degli Stati Uniti a termine di un iter davvero piuttosto complicato.
Mentre prosegue il voto per le Elezioni Usa 2016, un noto analista internazionale come Edward Luttwak analizza il risultato di questa lunghissima campagna elettorale sulla pagine del Messaggero: «Il paradosso è che anche nella sconfitta, Trump avrà irrobustito il partito invece di rovinarlo, come si sente più volte dire da parte di osservatori superficiali. Pensiamo poi ad un altro elemento che giocherà a favore dei repubblicani. Anche da vincente, Hillary non avrà vita facile alla Casa Bianca perché i tanti scandali finora soppressi nel nome di un malinteso ‘dovere morale’ al quale i media hanno obbedito finora, torneranno a tormentarla e a rendere molto difficile l’esercizio di un mandato». Nel frattempo continua il nostro viaggio verso le curiosità più folli e bizzarre durant fil voto attraverso gli Stati Uniti: in America, all’uscita dal seggio, agli elettori vengono spesso distribuiti degli adesivi con la scritta “Io ho votato”. Negli States sono popolarissimi e ce ne sono diverse versioni: in Georgia, ad esempio, sono stati fabbricati quelli a forma di pesca in ricordo della forma tipica dello stato. La cosa assurda, come riporta Il Post, è che alcuni studi hanno dimostrato che molti elettori sono andati a votare proprio per poter esibire gli adesivi. Chi vuole aumentare l’affluenza in Italia ha un’idea da cui prendere spunto. In alcuni stati americani invece esiste la possibilità di votare fino a due o tre volte nel caso in cui si sia cambiato idea e si sia votato prima dell’Election Day. In questa campagna elettorale, ad esempio, Donald Trump ha invitato gli elettori del Wisconsin che avevano votato Hillary per posta a cambiare idea e a dargli la loro preferenza. Vi piacerebbe una cosa simile anche in Italia o è già tanto che vi rechiate alle urne una volta sola?
Ci stiamo avvicinando ormai alla chiusura delle urne per le elezioni USA 2016, e la tensione degli americani continua ad essere alta, soprattutto dopo gli interventi di questo pomeriggio di entrambi i candidati. Hillary Clinton si è diretta a Chappaqua per esprimere il proprio voto, cittadina in cui si trova la residenza di famiglia. La candidata democratica ha approfittato delle ultime interviste per confermare che farà del suo meglio in caso di vittoria, come riporta La Repubblica, dato che “così tanta gente dimostra come oggi il voto sia importante per il futuro del Paese”. Qualche ora più tardi è stato invece Donald Trump ad esprimere la propria preferenza, al fianco della moglie. Il candidato repubblicano si è dichiarato soddisfatto dell’andamento che stanno avendo finora le elezioni, anche se poco prima del suo arrivo alla scuola di Manhattan, le forze di polizia avevano dovuto usare la forza per allontanare due dissidenti a seno nudo, che stavano attendendo il tycoon per contestarlo.
Mentre gli elettori americani continuano con le votazioni delle Elezioni Usa 2016, crescono le ansie e i timori dei rispettivi elettorati qualora dovesse perdere il proprio candidato: Hillary Clinton e Donald Trump hanno fatto i loro appelli prima del voto e ora attendono fremendo tra sondaggi e indicazioni che non potranno essere chiari fino almeno alle mattinata di domani (ora italiana). Intanto però possiamo esercitare un simpatico “gioco” di possibilità, andando a vedere cosa dovrebbe succedere qualora venisse confermata la tendenza di queste ultime ora, ovvero una Hillary Clinton prima presidente donna degli Stati Uniti. Come riporta in queste ore RaiNews, le primissime proposte di legge che farà la moglie di Bill se dovesse vincere saranno sulla riforma del sistema immigrazione e poi un grande piano di investimenti. “L’immigrazione sarà la grande priorità per un’eventuale amministrazione Clinton”, ha detto alla France presse Ali Noorani, direttore del National Immigration Forum. Piena e uguale cittadinanza per i milioni di immigrati regolari: questo propone Hillary e su questo ha insistito anche Trump per evidenziare tutta la pericolosità, secondo lui, di un provvedimento del genere. Chi la spunterà?
Il giorno delle Elezioni Usa 2016 è finalmente arrivato: uno tra Donald Trump e Hillary Clinton con ogni probabilità verrà eletto questa notte come successore di Barack Obama alla Casa Bianca. Ma cosa sta facendo nel frattempo l’uomo che ha guidato l’America negli ultimi 8 anni? Com’è noto, sia Obama che la moglie Michelle hanno approfittato della possibilità di votare in anticipo diverse settimane fa. Per questo motivo, come riportato da Politico.com, il Presidente si è recato alla palestra del Washington’s Fort McNair per giocare a basket (la sua più grande passione sportiva) insieme ad alcuni amici. Tirare a canestro in un giorno di elezioni è diventato per Obama un rituale scaramantico insostituibile dalla volta in cui non lo fece, e perse, in occasione delle Primarie del 2008 contro Hillary Clinton in New Hampshire. Un altro segnale evidente che alla vittoria del suo ex Segretario di Stato Obama ci tiene, eccome…
Il voto è in corso, domani mattina alle 5 ore italiane si potrà sapere l’esito delle elezioni Usa 2016, con i risultati in diretta che mostreranno chi tra Donald Trump e Hillary Clinton avrà ottenuto almeno 270 grandi elettori: proprio questo è il grande enigma di queste ore con i sondaggi che suggeriscono prudenza nel dare risultati certi e con tutti e due i candidati che sono sembrati disinvolti e sereni nell’apprestarsi al voto, entrambi a New York. «Stiamo andando molto bene in North Carolina, Florida e New Hampshire», ha affermato Trump su Fox News Channel. «E’ stato un bel processo. Ho girato tutto il Paese e incontrato persone a ogni livello, e sono straordinarie», ha concluso il magnate repubblicano che nello stesso tempo ha voluto esprimere in maniera simpatica la sua intenzione di voto. «Beh, ho deciso di votare Trump alla fine». Anche Hillary è sorridente e apparsa radiosa assieme al marito Bill davanti le urne: «Farò il mio meglio se avrò la fortuna di vincere. Così tanta gente dimostra come oggi il voto sia importante per il futuro del Paese». I candidati hanno votato, gli americani ancora non tutti, e l’attesa cresce…
Non tutti i seggi sono aperti negli Stati Uniti per le Elezioni Usa 2016 – gli ultimi saranno Alaska e Hawaii che apriranno le urne quanto da noi saranno le 19 – con relativa prima uscita dei risultati che ovviamente non potrà avvenire se non prima della mattina presto di domani, ora italiana. Intanto però il grande bilico è dovuto ai 15 stati dove i Grandi Elettori sono ancora tutti da assegnare – sono 171 ancora quelli da assegnare – e con Hillary Clinton e Donald Trump che non possono far altro che attendere la grande ultima ora della corsa verso la Casa Bianca. Intanto, per avere una vaga idea delle stranezze e bizzarrie dentro questo sistema elettorale, sotto alle stranezze con lo stato dell’Indiana: chi vuole seguire l’esito delle Elezioni Usa 2016 davanti alla tv con una birra in mano non si rechi in Indiana. O almeno scelga bene le contee in cui recarsi. O al limite predisponga già tutto l’occorrente. Sì, perché in Indiana, lo stato di cui è governatore il candidato vicepresidente di Trump, Mike Pence, ci sono 18 città e sette contee in cui oggi, 8 novembre, verrà proibita la vendita di alcolici. Come ricorda Il Post, un’ordinanza di questo tipo non sarebbe piaciuta a George Washington, che nel 1758, in occasione di una sua candidatura ad un parlamento locale, spese il suo intero budget per la campagna elettorale di 50 sterline per offrire da bere e cercare così di conquistare dei voti in più. Menomale che quest’anno non corre… Ma non solo, per le presidenziali non è consentito restare all’interno della cabina elettorale per più di due minuti. Ma c’è chi ha fatto di peggio: in Alabama, ad esempio, dopo 4 minuti di sosta nella cabina si viene raggiunti da un’assistente che chiede se si necessita di assistenza. In questo caso scattano altri 5 minuti di tempo, se invece non c’è bisogno di alcun chiarimento si può sostare per altri 60 secondi prima di essere invitati a lasciare il seggio. Capito che ansia?
Poche decine di voti scrutinati in queste Elezioni Usa 2016, ma già alcune certezze: Donald Trump sarà competitivo in New Hampshire, soprattutto se nel resto dello stato l’andamento del voto seguirà quello avvenuto nelle tre contee sotto i 100 abitanti che per legge (e tradizione) possono svuotare le urne quando negli altri stati il voto è ancora in corso. Questa mattina vi avevamo dato conto dell’esito dello storico appuntamento con Dixville Notch, dove Clinton si era imposta per 4 voti a 2 su Trump alimentando le speranze dei suoi sostenitori, attenti a ricordare che nelle recenti Elezioni Usa chi prevale a Dixville poi si insedia alla Casa Bianca. In New Hampshire, però, ci sono altre 2 contee sotto i 100 abitanti e la somma dei voti ottenuti vede in testa Donald Trump: ad Hart, infatti, Hillary ha avuto la maggioranza con 17 voti a 14; a Mixville, invece, il tycoon ha trionfato con un netto 16 a 4, balzando così momentaneamente in testa alla conta del New Hampsire per 32 voti a 25. Mancano ancora diversi milioni di voti, ma se finisse così…
Anche Al Gore scende in campo per Hillary Clinton e prova a lanciare un messaggio forte a poche ore dalle Elezioni Usa 2016 per scongiurare il rischio di un successo di Donald Trump. L’ex vicepresidente sotto Bill Clinton, protagonista di una campagna per le presidenziali nel 2000 conclusasi con la vittoria di George W. Bush per uno scarto di soli 537 voti nello stato della Florida, sa bene quanto sia importante ogni singolo voto e dal palco di Boulder, in uno stato a forte connotazione ispanica come il Colorado, ha ribadito:”Prendete esempio da me, ogni voto conta. Credetemi”. Al Gore, che negli ultimi anni è diventato un paladino della difesa ambientale tanto da meritare pochi anni fa il Nobel per la Pace ha consigliato:”Non mettetevi nella posizione fra qualche anno di guardare a questa elezione e dire:’Era il punto di snodo della storia e avrei potuto fare tutta la differenza di questo mondo’.
La grande giornata delle Elezioni Usa 2016: americani che continuano a votare in queste ore e fino alla nostra notte di domani. Tra le mille curiosità che attraversano una giornata campale come sarà quella di oggi, di certo non possiamo non andare ad affrontare una domanda e un quesito che sarà venuto in mente a tanti, magari guardando il lindo cielo del nord Italia in queste ore. Ma per tutti quegli americani che in questo momento non sono sulla Terra, potranno votare tra Hillary Clinton o Donald Trump? I risultati arriveranno tra un bel po’ di ore, ma sappiamo di per certo che il voto degli astronauti Nasa potrebbe essere “decisivo”: eh già, anche gli astronauti americani hanno diritto di voto. La NASA lo sa e per questo dal 1997 ha previsto che i suoi uomini in missione nello spazio ricevano una scheda elettorale tramite una email alla quale accedono inserendo le proprie credenziali. La scheda viene poi trasmessa dalla NASA al responsabile del seggio elettorale che registra il suo voto. Un duello all’ultimo spazio insomma… ma tornando sulla Terra, curioso è anche la regolamentazione proprio sui duelli (altro elemento piuttosto sfizioso). Per le elezioni Usa, anche quest’anno, nonostante siamo nel 2016, sono in alcuni Stati presenti ancora leggi e usi assai desueti. Avete presente i western dove qualcuno entra in un’osteria e schiaffeggia qualcuno con un guanto per sfidarlo a duello? Ecco, chiunque voglia candidarsi nel Tennessee non può partecipare ad un confronto di questo tipo. Se anche lo facesse, e per caso fosse eletto, una volta scoperto perderebbe il suo incarico: meglio non rischiare, no?
Devono ancora aprirsi migliaia di seggi negli Stati Uniti d’America e Hillary Clinton è già in testa nel giorno delle Elezioni Usa 2016. Nel tradizionale voto di mezzanotte svolto a Dixville Notch, una minuscola area del New Hampshire che quest’anno può contare sette elettori (nel 2012 erano 10), i cui voti sono stati già scrutinati, si è imposta infatti la democratica con un risultato di 4 voti a 2 su Donald Trump. La settima scheda, inserita quando in Italia erano le 6 di mattina, è infatti risultata nulla poiché uno dei votanti ha scritto, probabilmente per protesta, il nome di Mitt Romney, candidato del Partito Repubblicano che nel 2012 venne sconfitto da Obama. Per quanto riguarda la battaglia di Camera e Senato hanno votato in 8, e in questo caso i voti sono andati equamente divisi: che Donald Trump debba iniziare seriamente a preoccuparsi?
La grande giornata delle Elezioni Usa 2016 è appena cominciata e decreterà il vincitore: nelle prossime ore si saprà il risultato finale sulla sfida tra Hillary Clinton e Donald Trump nella campagna elettorale forse tra le più dure e tirate degli ultimi 20 anni. Mentre gli americani si recheranno in queste ore a pronunciarsi alle urne sul loro candidato preferito il mondo intero attende l’esito della corsa verso la Casa Bianca come attenzione mirata per il fulcro della vicenda – Trump riuscirà davvero a diventare il presidente degli Stati Uniti nonostante le gaffe? Hillary Clinton nonostante non abbia mai convinto fino in fondo la spunterà al netto dello scandalo emailgate? – ma anche per i tratti più curiosi e divertenti di quello che è agli occhi del mondo l’elezione politica più chiacchierata della storia. E allora interessante risulta quanto raccontato come scoop dal New York Times (chiaramente schierato contro il magnate repubblicano): lo staff di Donald Trump avrebbe tolto al tycoon la gestione del suo account Twitter. Il quotidiano newyorchese sottolinea che il candidato repubblicano usava il profilo in “maniera colorita e spesso controproducente”. Non manca prontamente la battuta del presidente americano uscente Barack Obama: “Se qualcuno non sa gestire un account Twitter, figuriamoci i codici nucleari”, ironizza il numero uno della Casa Bianca in riferimento all’articolo del New York Times. fatti incredibili, come del resto quelli che vengono raccontati ad ogni elezione americana per quanto riguarda il momento del giuramento. Una volta eletto, il nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America è solito giurare sulla Bibbia: ma questo non è un obbligo. George Washington, ricorda Il Post, giurò su quella massonica, John Quincy Adams nel 1825 giurò su un testo di diritto, mentre Obama ha deciso di mettere la mano su di Abraham Lincoln per il primo mandato e su quella di Martin Luther King per il secondo. A noi, più che la Bibbia, piacerebbe sapere quale mano presterà giuramento: sarà quella di un uomo o di una donna?
Continua il conto alla rovescia per le elezioni Presidenziali Usa che nella giornata di domani decreteranno se a vincere sarà Donald Trump o Hillary Clinton. Nel frattempo, i cittadini americani stanno infuocando Twitter al grido dell’hashtag #electionfinalthoughts, raccogliendo le ultime battute sulle future elezioni. In alcuni casi si tratta di vere e proprie frasi ironiche, come quelle dello scrittore ed aforista Nein Quaterly, pseudo di Eric Jarosinski, che ha ricordato con un tweet come ciò che accadrà domani cambierà di poco le cose, dato che entrambi i deputati faranno ancora parte dell’America “per farci stare comunque “peggio””.Clicca qui per vedere il post di Nein Quaterly. Secondo gli ultimi dati raccolti, sottolinea l’americana CNN, la Clinton si troverebbe in vantaggio rispetto all’avversario, anche se di poco. Tuttavia bisogna considerare che l’influenza di Trump è nettamente vincente e può contare su un supporto che potrebbe aprirgli le porte della Casa Bianca. Alcuni giorni fa, il magnate americano ha approfittato del palcoscenico di Sarasota, in Florida, per scagliarsi contro la sua nemesi, definendola “falsa” e prospettando un futuro disastroso nell’eventualità in cui fosse eletta.
Chi sarà il prossimo presidente degli Stati Uniti? Il momento clou sta per arrivare: domani è il giorno delle elezioni Usa 2016. Quali implicazioni avranno sui vari settori economici? Qualche previsione è stata fatta dall’Ufficio Studi di Teleborsa, che ha analizzato i programmi di Donald Trump e Hillary Clinton, i due candidati alla Casa Bianca. Il programma del candidato repubblicano prevede una maggiore spesa pubblica per la realizzazione di infrastrutture, oltre che un sostegno al settore petrolifero e della difesa, minore regolamentazione del settore finanziario, riduzione delle tasse per le società e cancellazione dell’accordo di Parigi sul clima. Il programma della candidata democratica, invece, prevede il sostegno alle energie rinnovabili, l’incremento della spesa pubblica per le infrastrutture, la regolamentazione del settore finanziario, il monitoraggio dei prezzi dei farmaci e l’aumento del salario minimo. L’incremento della spesa pubblica, che accomuna Donald Trump e Hillary Clinton, potrebbe provocare un aumento dell’inflazione e dei tassi di interesse con ripercussioni negative sul comparto obbligazionario governativo. Inoltre, la vittoria di Donald Trump favorirebbe il settore petrolifero, infrastrutturale e finanziario, mentre Hillary Clinton avvantaggerebbe il settore delle energie rinnovabili e infrastrutturale con ripercussioni moderatamente negative sul settore finanziario, petrolifero e dell’health-care.
Allarme negli Stati Uniti, dove pullulano teorie cospirazioniste in vista delle elezioni Usa 2016: Twitter e Wikileaks hanno, infatti, registrato gravi malfunzionamenti in diversi paesi del mondo, tra cui la costa est e ovest degli Stati Uniti. I problemi sono stati risolti, ma c’è chi non ritiene che questi disagi si siano verificati accidentalmente. I pirati informatici hanno provato a impedire al sito di Julian Assange di diffondere nuovo materiale contro Hillary Clinton? I server di Wikileaks hanno subito “un attacco DDoS enorme successivamente alla diffusione di #DNCLeak2”, cioè di email legate alla Democrat National Convention, che avrebbe ostacolato il senatore Bernie Sanders per agevolare la candidata democratica. Gli hacker non hanno rubato nulla illecitamente, ma impedito il flusso di dati sovraccaricando i server con richieste ripetute di caricamento di pagine web e informazioni inutili. In sostanza, gli hacker hanno mandato in tilt il sito di Julian Assange e il noto social network.
Donald Trump non può gestire il suo account Twitter: niente tweet e cinguettii da parte del candidato repubblicano in vista delle elezioni Usa 2016. L’indiscrezione è stata lanciata dal New York Times, secondo cui lo staff del tycoon avrebbe tolto la gestione del profilo Twitter a causa della “maniera colorita e spesso controproducente” con cui si esprime. La notizia è stata commentata dal presidente degli Stati Uniti uscente, Barack Obama: “Se qualcuno non sa gestire un account Twitter, figuriamoci i codici nucleari”. Obama durante un comizio in Florida ha colto l’occasione per attaccare Donald Trump e ribadire il suo sostegno a Hillary Clinton per le elezioni Usa 2016: “Negli ultimi due giorni, hanno avuto così poca fiducia nel suo self-control, che gli hanno detto: ‘Ti togliamo il tuo account'”. Nel mirino finiscono anche i collaboratori del candidato repubblicano alla Casa Bianca per la gestione un po’ confusa della situazione.
Hillary Clinton al rush finale: la candidata democratica alla Casa Bianca ha parlato a Pittsburgh, in Pennsylvania, alla vigilia delle elezioni Usa 2016 che la vedono contrapposta a Donald Trump. “In gioco c’è il nostro futuro”, ha dichiarato Hillary Clinton, che ha fatto un appello a tutti gli americani in vista delle presidenziali: “Se le code sono lunghe domani, per favore aspettate. Domani è solo l’inizio”. Le elezioni Usa 2016 sono diverse per Hillary Clinton, che ha sferrato durante il comizio un duro attacco a Donald Trump: “Di tutti i repubblicani candidati alla presidenza negli anni, ovviamente pensavo: non sono d’accordo con tutto quello che dice questa persona. Ma non avevo dubbi che avessero delle qualità per essere presidenti. Questa volta, in queste elezioni, le cose sono diverse”. Hillary Clinton ha poi ribadito di voler essere il presidente di tutti gli americani, quindi anche di chi non voterà per lei. “Faremo tutto quello che è in nostro potere non solo per vincere, ma anche per metterci subito al lavoro”, ha promesso la candidata democratica, secondo cui le elezioni Usa 2016 sono storiche, perché in gioco c’è il futuro degli Stati Uniti.
Dallo staff di Hillary Clinton, com’era lecito aspettarsi in questi ultimi giorni di campagna Elezioni Usa, immediatamente è stata manifestata grande soddisfazione per le dichiarazioni del capo dell’FBI, soprattutto per il tempismo del chiarimento, arrivato prima che gli elettori americani si rechino ai seggi. Jennifer Palmieri, direttrice della comunicazione di Hillary, parlando a nome del team di Clinton ha detto di essere ‘contenta che il problema sia risolto’; Brian Fallon, invece, portavoce della campagna della democratica, ha detto: ‘Siamo sempre stati sicuri che nulla avrebbe cambiato la decisione di luglio. Ora Comey l’ha confermato’. Nei giorni successivi alla prima rivelazione di Comey riguardo la possibile incriminazione di Clinton, erano stati in molti a criticare la scelta del capo dell’FBI di dare l’annuncio. La procuratrice generale, Loretta Lynch, nonché altri dirigenti di primo piano, avevano lamentato il fatto che, inviando la lettera al Congresso, Comey aveva infranto la tradizione per cui il Dipartimento di Giustizia non interviene in maniera decisiva nelle faccende politiche nei 60 giorni precedenti al voto. D’altra parte era stato lo stesso Presidente Barack Obama a scagliarsi contro l’approssimazione delle accuse di Comey in un’intervista a NowThisNews, dicendo: ‘Noi non operiamo sulla base di teorie. Noi non operiamo sulla base di informazioni incomplete. Noi non operiamo sulla base di soffiate. Noi operiamo basandoci su decisioni concrete, quando vengono prese’. (Dario D’Angelo)
A poco più di 24 ore dal voto che deciderà il vincitore delle Elezioni Usa 2016 arriva un’ultima sorpresa, come abbiamo già anticipato qui sotto: il capo dell’FBI, James Comey, lo stesso che pochi giorni prima aveva informato il Congresso che l’ente di polizia federale governativo aveva scoperto nuove email potenzialmente pertinenti al filone d’inchiesta chiuso lo scorso luglio senza alcuna imputazione per Hillary, è tornato a scrivere una lettera ai capigruppo dei Repubblicani e dei Democratici di Camera e Senato. Queste le dichiarazioni di Comey:’Basandoci sulle nostre analisi non abbiamo cambiato le nostre convinzioni espresse a luglio con rispetto del Segretario Clinton. Sono molto grato ai professionisti dell’FBI per avere svolto una straordinaria quantità di lavoro di alta qualità in un breve periodo di tempo’. Il 5 luglio del 2016 l’FBI, pur condannando la condotta negligente della Clinton non aveva rinvenuto elementi che giustificassero una sua incriminazione per la vicenda riguardante la gestione del suo account privato di posta elettronica, utilizzato anche per questioni di lavoro all’epoca del suo incarico al Dipartimento di Stato dal 2009 al 2013. Con questa rivelazione potrebbe dunque stopparsi, a poche ore dal voto, l’effetto rimonta di Donald Trump segnalato dagli ultimi sondaggi proprio in seguito alla notizia della possibile incriminazione di Clinton giunta lo scorso 28 ottobre. (Dario D’Angelo)
Buone notizie per l’ex first lady ed in corsa alla Casa Bianca, Hillary Clinton. Dopo la battuta di arresto dovuta alle indagini condotte sulle email, pare che vi sia un rimbalzo in avanti rispetto all’avversario Donald Trump a poche ore dal voto. Lo riporta Repubblica.it citando le ultime rivelazioni di Abc/Washington Post, secondo le quali Hilary Clinton sarebbe tornata ad avere la meglio sull’avversario Trump di ben cinque punti percentuali. Al momento, dunque, i due candidati sarebbero rispettivamente al 48% ed al 43%. Per Politico/Morning Consult il distacco sarebbe di soli 3 punti ma sempre in vantaggio di Clinton: 45% contro il 42% di Trump. A cambiare le carte in tavola a poche ore dalle elezioni presidenziali e garantire così un possibile risultato finale positivo in favore della candidata democratica sarebbero stati i voti degli elettori ispanici che hanno approfittato del fine settimana per recarsi in massa alle urne, potendo usufruire del voto anticipato.
Nessun capo d’accusa contro Hillary Clinton: la campagna elettorale per le Elezioni Presidenziali Usa 2016 si chiude col botto, ma non quello che sperava Donald Trump, suo avversario domani nella lotta alle urne dopo mesi di schermaglie e i battaglia tra le più importanti della storia repubblicana americana. «Non ci sarà alcuna incriminazione per Hillary Clinton in relazione alle nuove email su cui indaga l’Fbi». A farlo sapere è Il numero uno dell’Agenzia federale, James Comey, in una nuova lettera inviata al Congresso. «Per quanto riguarda le indagini sulle email valgono infatti le stesse conclusioni di luglio. Non le abbiamo cambiate», afferma Comey nella lettera. L’emailgate dunque non ci sarà o quantomeno prima del voto di domani in tutti gli Stati Uniti non vi saranno novità in tal senso: come riporta Rai News, «Comey ha confermato la scelta dopo aver verificato le email trovate nel computer di Anthony Weiner, marito del braccio destro di Clinton, Huma Abedin. Scoperta che il 28 ottobre scorso, a 11 giorni dal voto, lo avevano indotto ad annunciare che era stato trovato nuovo materiale e che all’epoca non era in grado di esprimersi sulla sua rilevanza». Chi aveva sperato nel colpo da ko con allo scandalo mail è invece lo stesso Trump che ha infatti commentato così alla Cnn, «C’è un piccolo dubbio. Non si possono analizzare 650.000 email in otto giorni. Lei è colpevole, l’Fbi lo sa, la gente lo sa e ora sta al popolo americano fare giustizia alle urne».
Alla vigilia delle elezioni Usa, al termine delle quali scopriremo chi tra Donald Trump e Hillary Clinton andrà alla Casa Bianca, anche gli italiani si sono espressi sui due candidati. Come riporta Repubblica.it, in America le previsioni sul vincitore sono state in parte messe a dura prova dagli ultimi risvolti. Se, infatti, fino a qualche giorno fa il distacco sembrava evidente, in favore di Clinton, ora le cose sarebbero cambiate dopo l’apertura dell’inchiesta da parte dell’Fbi sulla questione delle mail private. La distanza tra i due candidati si è certamente assottigliata e gli elettori pro Clinton starebbero attualmente sotto la soglia necessaria per raggiungere la vittoria. Un sondaggio condotto da Demos nelle passate settimane ha evidenziato quali sono le preferenze degli italiani ed anche alla luce delle rivelazioni dell’Fbi il distacco tra Hillary Clinton e Donald Trump resterebbe ampissimo, tutto in favore della prima candidata. Ovviamente l’orientamento di voto degli italiani non d’America ha solo lo scopo indicativo e relativo ad un alleato fedele degli Usa. Secondo il campione intervistato, l’85% crede che Hillary Clinton abbia già la vittoria in tasca ed infatti la voterebbe il 77% degli elettori italiani contro il misero 11% in favore di Trump. I restanti sarebbero indecisi sul voto o si asterrebbero completamente. A favore di Clinton ci sarebbe soprattutto un’ampia fetta di giovani e studenti.
È tempo di mettere la parola fine alle previsioni e ai sondaggi sulle elezioni presidenziali Usa 2016: domani, martedì 8 novembre, gli americani andranno a votare per scegliere il successore di Barack Obama dopo i suoi otto anni di amministrazione. Chi sarà il prossimo presidente degli Stati Uniti tra Donald Trump e Hillary Clinton? In Italia lo scopriremo al termine di una lunga nottata elettorale, perché i primi seggi chiuderanno quando qui sarà mezzanotte. I risultati in Alaska e alle Hawaii, invece, saranno disponibili all’alba. La nostra redazione comunque seguirà in diretta questa “maratona” elettorale per tenervi aggiornati sulla votazione e annunciarvi chi sarà il prossimo inquilino della Casa Bianca. Gli statunitensi si recheranno alle urne in sei diversi fusi orari e noi saremo sintonizzati su quei fusi per scoprire il 45° presidente degli Stati Uniti d’America. Domani, dunque, è il D-Day 2016 della politica americana.
In attesa di conoscere il nuovo presidente degli Stati Uniti, vi sveliamo tutto quello che avete bisogno di sapere sulle elezioni presidenziali Usa 2016. Ad esempio: come mai si vota martedì 8 novembre? L’election day cade di consuetudine il martedì successivo al primo lunedì di novembre. Formalmente oggi non verrà eletto il nuovo Presidente, ma verranno scelti i membri dell’Electoral College, l’assemblea dei Grandi Elettori, mentre il lunedì dopo il secondo martedì di dicembre verrà nominato il nuovo inquilino della Casa Bianca. Concretamente, però, la scelta tra Donald Trump e Hillary Clinton verrà presa domani, perché i Grandi Elettori raramente si discostano dalle indicazioni degli elettori: in tal caso, giusto per rendervi l’idea, avremmo a che fare con una sorta di colpo di Stato. I risultati dell’Election Day, dunque, vanno considerati come definitivi. In molti, però, hanno già votato: negli Stati Uniti esiste, infatti, l’early voting, cioè la possibilità di recarsi prima alle urne per scongiurare la congestione nei seggi. Barack Obama è stato tra coloro che hanno votato anticipatamente.
Passiamo ai numeri in vista delle elezioni presidenziali Usa 2016: quali servono a Donald Trump e Hillary Clinton per vincere la corsa alla Casa Bianca e diventare il nuovo Presidente degli Stati Uniti? Bisogna ottenere almeno la metà più uno dei Grandi Elettori, cioè almeno 270 membri dell’Electoral College. Se il candidato repubblicano e l’esponente democratica ottengono 269 Grandi Elettori ciascuno, allora è la Camera dei rappresentanti a scegliere il Presidente. Il sistema elettorale americano riflette la natura federale degli Stati Uniti: è maggioritario, quindi il “winner takes all”, cioè il candidato che conquista più voti, anche uno solo in più rispetto al rivale, si prende tutti i Grandi Elettori di quello Stato. Nel 2000, ad esempio, George W. Bush vinse in Florida per soli 537 voti, ma ottenne tutti i 25 Grandi Elettori di quello Stato e con quelli riuscì a superare i 270 necessari per ottenere la presidenza.