-Sono ore di riflessione per il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella dopo la fine del giro di consultazioni con tutte le forze politiche del Parlamento volto a trovare una soluzione alla crisi di governo derivata dalle dimissioni di Matteo Renzi. In questo momento gli scenari possibili sono due: il primo è che tra poco, magari intorno alle 20/20:30, il capo dello Stato faccia nuovamente la sua comparsa davanti ai cronisti per annunciare la volontà di incaricare questa o quella personalità (il nome più probabile è quello del Ministro degli Esteri, Stefano Gentiloni) di formare un nuovo governo. La seconda opzione, al momento meno probabile, è che l’inquilino del Quirinale decida di concedersi un nuovo giro di consultazioni più ristretto per chiarire alcuni punti con le forze politiche più influenti. In questo modo verrebbe di fatto rispettata la liturgia che vuole il partito numericamente più corposo fornire al capo dello Stato una rosa di nomi dal quale scegliere anziché, come potrebbe verificarsi invece in questo caso, far sì che il Presidente sappia della preferenza del partito maggioritario attraverso i retroscena politici a mezzo stampa. Per sapere quale direzione prenderà la democrazia italiana non resta che attendere…



-Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha detto la sua sulla crisi di governo dopo la fine del giro di consultazioni seguite alle dimissioni di Matteo Renzi. Il capo dello stato, presentatosi alla stampa dopo la fine dell’incontro con l’ultima delegazione del Pd, ha di aver ascoltato con attenzione e rispetto le istanze presentategli da tutte le forze politiche e che nelle prossime ore valuterà le “iniziative per porre una soluzione alla crisi”. A detta dell’inquilino del Quirinale “il Paese ha bisogno di tempi brevi, di un governo nella pienezza delle sue funzioni” poiché “vi sono di fronte a noi adempimenti, impegni e scadenze che vanno rispettati di carattere interno, europeo ed internazionale”. Secondo Mattarella è “emersa in questi incontri la volontà di armonizzazione delle due leggi elettorali tra Camera e Senato” come “condizione necessaria per procedere a nuove elezioni”. Mattarella, dopo aver ricordato che “tra i punti in primo piano vi è il sostegno ai cittadini colpiti dal terremoto e l’avvio alla ricostruzione dei loro paesi” si è augurato che “il clima politico si articoli a livello dialettico restando costruttivo e propositivo per la nostra democrazia”.



Le consultazioni del Presidente Mattarella al Quirinale, finalizzata alla chiusura della crisi di governo determinata dalle dimissioni di Renzi, sono giunte al termine. Dopo il no alle larghe intese di Silvio Berlusconi è stato il MoVimento Cinque Stelle a ribadire il proprio rifiuto ad un governo di grande coalizione. Come riportato da SkyTg24, a rappresentare i pentastellati sono stati i capigruppo Giulia Grillo e Luigi Gaetti, i quali hanno chiarito che il nuovo esecutivo “se in continuità con quello precedente imporrebbe le stesse ricette economiche di lacrime e sangue”. I grillini hanno aggiunto che “il governo dimissionario deve limitarsi a essere mero strumento regolamentare a servizio del Parlamento e della Consulta, qualunque altra soluzione sarà un tradimento della volontà popolare”. L’ultimo incontro del Presidente della Repubblica è stato quello con la delegazione del Partito Democratico, rappresentato al Colle da Luigi Zanda, Matteo Orfini, Ettore Rosato e Lorenzo Guerini. A leggere una dichiarazione è stato Zanda, il quale ha chiarito che l’auspicio dei democratici di “un governo di responsabilità nazionale con più ampia partecipazione politica delle forze in maggioranza e all’opposizione” resterà insoddisfatto visto il “larghissimo rifiuto” delle opposizioni a questa soluzione. Il Partito Democratico ha quindi “assicurato al presidente Mattarella il sostegno alla soluzione della crisi che egli riterrà più opportuna”.



Le consultazioni al Quirinale del Presidente della Repubblica emettono un dato chiaro: Sergio Mattarella non potrà chiudere la crisi di governo scaturita dalle dimissioni di Matteo Renzi con l’aiuto di Silvio Berlusconi. Il leader di Forza Italia, salito al Colle in rappresentanza del suo partito, ha chiarito che “l’unica strada possibile” è “l’approvazione in tempi rapidi di una legge elettorale condivisa in Parlamento e poi andare al voto”. A detta dell’ex Presidente del Consiglio “la nuova legge elettorale deve rendere omogenei i sistemi di Camera e Senato e garantire corrispondenza tra maggioranza parlamentare e popolare”. Berlusconi ha detto di aver “precisato che Forza Italia non è disponibile a sostenere governi di larga coalizione”. Una mossa, quella di Silvio Berlusconi, che lascia di fatto il cerino in mano al Partito Democratico per l’eventuale composizione di un nuovo governo di scopo.

Ancora pochi minuti di attesa poi, alle 16, passerà a Silvio Berlusconi il pallino in queste consultazioni al Quirinale che vedono il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella impegnato nella ricerca di una via che garantisca stabilità al Paese e ponga fine alla crisi di governo dopo le dimissioni di Matteo Renzi da primo ministro. E sarà proprio il leader di Forza Italia, con ogni probabilità, a fungere nuovamente da ago della bilancia per il futuro del Parlamento nei prossimi mesi. Per quanto le dichiarazioni ufficiali dei forzisti escludano ogni coinvolgimento degli azzurri in un eventuale governo di larghe intese che arrivi alla scadenza naturale della legislatura nel 2018 sono in tanti, tra gli amanti dei retroscena, a credere che Berlusconi, dinanzi all’assicurazione dell’accordo su una legge elettorale basata sul proporzionale, possa anche acconsentire a sostenere un esecutivo guidato da un nome diverso da quello di Matteo Renzi. Nel frattempo, come riporta La Repubblica, Berlusconi ha tenuto a Palazzo Grazioli un vertice con gli stati generali del partito, probabilmente per comunicare quella che sarà la linea tenuta al Colle. E in attesa di sapere cosa si diranno Mattarella e Berlusconi una cosa è certa: il Cavaliere è tornato centrale nella nuova partita politica del Paese.

Graziano Delrio non si sbilancia sugli scenari apertisi con le dimissioni di Renzi e la conseguente crisi di governo: il ministro delle Infrastrutture ha preferito non commentare l’ipotesi di un nuovo governo guidato da Gentiloni o Padoan. “Non parlo del Governo. È il Presidente della Repubblica che parla del Governo, non un ministro di un Governo dimissionario“, ha dichiarato Delrio a margine dell’inaugurazione della linea ferroviaria ad alta velocità Treviglio-Brescia. Il ministro ha però approfittato dell’occasione per ringraziare Renzi “per i 18 miliardi di euro messi a disposizione per Rfi negli ultimi due anni“. Intanto a Palazzo Chigi, oltre a Franceschini e Padoan, ci sono anche i ministri Boschi e Martina. Stando a quanto riportato da Il Fatto Quotidiano, sarebbe presente anche il ministro Calenda. I ministri sono stati, separatamente, a Palazzo Chigi in vista della consultazione che alle 18 la delegazione Pd avrà con il capo dello Stato Mattarella

Proseguono le consultazioni del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, intenzionato a porre fine al più presto alla crisi di governo dettata dalle dimissioni di Matteo Renzi. Sono già salite al Quirinale le delegazioni di Sinistra Italiana-Sel, Ala-Area Popolare e Nuovo Centrodestra. Per quanto riguarda lo schieramento capitanato da Arturo Scotto e Loredana De Petris, come riportato da La Repubblica, all’uscita dall’incontro con Mattarella è stata ribadita la linea di un “no” ad un governo di larghe intese:”Assolutamente no al sostegno a un possibile governo Gentiloni. Discontinuità è discontinuità e non vale solo per Renzi, ma anche per chi per lui volesse raccoglierne l’eredità”. Ala e Area Popolare, rappresentati tra gli altri da Denis Verdini ed Enrico Zanetti, hanno manifestato la propria disponibilità “dare il nostro sostegno per fare una nuova legge elettorale con il tipo di governo che il presidente Mattarella deciderà, anche un Renzi bis”. Ultima delegazione a varcare le porte del Quirinale quella di Ncd guidata da Angelino Alfano. Il Ministro dell’Interno ha chiarito che secondo il suo partito “non bisogna attendere la sentenza della Consulta sulla legge elettorale”, ma bisogna già iniziare a lavorare sulla nuova. Ncd si è detta disponibile a “partecipare ad un governo con una responsabilità comune del più ampio novero di forze politiche presenti in Parlamento. Se non dovesse verificarsi questo ci affideremo al Presidente della Repubblica e alla proposta che lui farà di un premier incaricato”.

Si è ufficialmente aperta la terza giornata di consultazioni al Quirinale che porterà il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ad incontrare i maggiori partiti del Parlamento italiano per tentare di chiudere al più presto la crisi di governo scaturita dalle dimissioni di Matteo Renzi, Presidente del Consiglio, dopo l’esito del referendum costituzionale del 4 dicembre 2016. La prima delegazione a fare il suo ingresso al Colle è stata, come da calendario, quella di Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia e Libertà, capitanata da Arturo Scotto e Loredana De Petris. Nel frattempo il toto-nomi per un eventuale governo di larghe intese vede in pole position l’attuale Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. Il diretto interessato al momento sembra voler fare buon viso a cattivo gioco e per questo poche ore fa ha cinguettato sul suo profilo Twitter un messaggio che sembra voler ignorare la questione di un eventuale incarico da primo ministro. Clicca qui per leggere il suo messaggio su Twitter!

Si apre l’ultimo giorno di Consultazioni da Mattarella: ma sarà anche l’ultimo per la Crisi di Governo? Oggi si riuniscono tutti i big al Quirinale per l’ultima giornata di colloqui con il Presidente della Repubblica, che dovrebbe prendersi oggi e forse anche domani per arrivare ad una decisione sul difficile iter dei prossimi giorni. E se arrivasse già oggi una improvvisa decisione di Mattarella sullo stato della crisi di governo dopo le dimissioni di Renzi? Le notizie impazzano e gli analisti osano innumerevoli ipotesi sull’immediato futuro politico della Repubblica: da un Renzi-bis per fare solo la nuova legge elettorale, fino al nuovo governo di scopo con un altro premier interno al Pd (Paolo Gentiloni e Dario Franceschini sarebbero i due nomi più in pole, con il ministro degli Esteri che al momento ha “il muso” davanti al collega alla Cultura), ma anche un governo tecnico in toto con Padoan Premier. Ipotesi più remote sono le elezioni immediate o peggio la scadenza naturale della Legislatura. Oggi i big – anche se in persona ci sarà solo Berlusconi, mentre Salvini ieri e Grillo-Renzi oggi non saranno presenti davanti a Mattarella – proveranno le ultime proposte al Capo dello Stato che poi dovrà arrivare ad una decisione forse già in questo weekend. Nel colloquio ieri la Lega Nord ha posto il vincolo del voto subito, con un “avvertimento” all’alleato Berlusconi sulla possibile ipotesi Gentiloni con accordo anche di Forza Italia: «Non penso sia questo l’orientamento io ho parlato con Berlusconi, comunque sarà lui a dirlo domani. Ma l’esperienza dovrebbe suggerirgli di stare molto attento a compiere passi di questo tipo». Cosa deciderà Mattarella? E soprattutto, Renzi starà “al gioco”?

Ultimo giorno fitto di colloqui al Quirinale per le consultazioni tra Mattarella e i gruppi parlamentari più importanti, eccetto la Lega Nord che ha chiuso le consultazioni di ieri pomeriggio: l’unico leader che sarà davvero presente oggi con la sua delegazione di capigruppo sarà Silvio Berlusconi, mentre Grillo e Renzi hanno preferito mandare rispettivamente Di Maio e Guerini. Dalle consultazioni di oggi probabilmente uscirà l’ultima indicazione utile per la scelta tutta in mano al Capo dello Stato Mattarella: e dunque esecutivo nuovo o elezioni anticipate? Nell’attesa di districare la matassa, ecco il calendario preciso e dettagliato delle consultazioni di oggi al Quirinale, come stabilità dall’Ufficio di Presidenza della Repubblica. Alle ore 11 Gruppo parlamentare Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà (SI-SEL) della Camera dei Deputati; alle 11.30 Rappresentanza del Gruppo parlamentare ALA – Scelta Civica per la Costituente Liberale e Popolare del Senato della Repubblica e del Gruppo parlamentare ALA – Scelta Civica per la Costituente Liberale e Popolare – MAIE della Camera dei Deputati. Alle 12 prima della pausa arriveranno Alfano e la rappresentanza del Gruppo parlamentare Area Popolare – NCD – Centristi per l’Italia del Senato della Repubblica e del Gruppo parlamentare Area Popolare – NCD – Centristi per l’Italia della Camera dei Deputati. Rush finale con i tre “carichi” da 90: alle 16 Forza Italia – Il Popolo della Libertà XVII Legislatura del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati; alle 17 Movimento 5 Stelle del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati e alle 18 la Rappresentanza del Gruppo parlamentare Partito Democratico del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati. (Niccolò Magnani)

E se l’incontro di oggi in piena Crisi di Governo tra Renzi e Gentiloni, profilasse un favorito nel possibile nuovo incarico di governo dei prossimi giorni? Le consultazioni di Mattarella al Quirinale vanno avanti, e in attesa dell’ultimo partito di oggi, la Lega Nord, tra le stanze del Quirinale e di Palazzo Chigi cresce la quotazione dell’attuale ministro degli Esteri. Dopo l’incontro in privato questa mattina tra il premier dimissionario e Gentiloni, poi raggiunti da Padoan e Maria Elena Boschi, ancora questo pomeriggio ci sarà un nuovo vertice tra Renzi e il ministro degli esteri: se Mattarella, come si ipotizza, chiederà a Renzi di formare un nuovo governo in grado di cambiare la legge elettorale, potrebbe proprio essere Gentiloni il nome consigliato dal segretario dem. Secondo Lorenzo Dellai, membro di Des-Cd a colloquio al Quirinale, la Crisi di Governo va affrontata molto rapidamente: «Serve una transizione responsabile che non si fa prendere da chi dice ‘al voto al voto’ a prescindere da tutto. Sarebbe gravissimo. Non riteniamo che il tema della legge elettorale possa essere scaricato sulla Consulta, che non ha funzioni di decisione sul sistema elettorale. E’ il Parlamento che deve farsi carico di ciò».

Le consultazioni di Mattarella proseguono con il capo della Stato che ha incontrato al Quirinale Fratelli D’Italia. La delegazione che si è presentata per il colloquio con il presidente della Repubblica era composta dalla leader del partiti Giorgia Meloni, da Ignazio La Russa e da Fabio Rampelli. E’ stata appunto questa delegazione a far riprendere nel pomeriggio, dopo una pausa a metà giornata, le consultazioni di Mattarella dopo che il premier Renzi si è dimesso dall’incarico ed è stata aperta la crisi di governo. Al termine dell’incontro Giorgia Meloni, come riporta l’agenzia di stampa Ansa, ha espresso così la posizione del proprio partito sulle varie ipotesi al vaglio del presidente Mattarella per il superamento della crisi di governo: “La road map di Fratelli d’Italia è fare una legge elettorale in pochissimi giorni, entro la fine dell’anno. Quindi scioglimento a gennaio e voto entro marzo”. Le consultazioni di Mattarella, iniziate ieri sera, andranno avanti per tutta la giornata di oggi e continueranno anche domani sabato 10 dicembre.

Continuano nel pomeriggio le consultazioni di Mattarella per risolvere la crisi di governo che si è aperte dopo le dimissioni del premier Matteo Renzi. Questa mattina vari partiti sono già stati ricevuti al Quirinale dal capo dello Stato e le consultazioni proseguiranno anche domani, sabato 10 dicembre, in quello che dovrebbe essere il terzo e ultimo giorno di colloqui. Nelle ultime ore sta prendendo sempre più corpo l’ipotesi di un governo Renzi-bis anche se con tutta probabilità non guidato dal premier dimissionario: l’obiettivo sarebbe quello di varare la nuova legge elettorale. Su questa linea sarebbero già schierati alcuni partiti ma non il Movimento 5 Stelle. Il deputato M5s Gianluca Vacca ha infatti pubblicato su Facebook oggi questo post: “PPA, CI, AL-P, FARE!-PRI, DeS-CD, MPL, SVP, UV, UPT, CR. Non sono impazzito, sto solamente elencando alcune sigle che andranno oggi da Mattarella. Bisogna spazzare via questa robaccia, al voto subito!” (clicca qui per vedere il video). E ieri sempre Vacca aveva scritto quest’altro post: “Le elezioni, purtroppo, sembrano allontanarsi. Nel ‘palazzo’ ormai quasi tutti parlano di nuovo governo e di elezioni addirittura nel 2018! I motivi? 1. Hanno paura di perdere le elezioni e di non essere rieletti. 2. Non sono ancora arrivati alla soglia che garantisce la ricca pensione da parlamentari. Andare al voto IL PRIMA POSSIBILE è l’unica cosa da fare! Per il MoVimento 5 Stelle non ci sono alternative. Ascoltate e condividete!”.

La Crisi di Governo continua con le dimissioni di Renzi che hanno dato il via alle Consultazioni al Quirinale: oggi pomeriggio appuntamento importante con Fratelli d’Italia (ci sarà Giorgia Meloni) e con la Lega Nord, Salvini dà buca, ci sarà Giorgetti. Mattarella vuole risolvere la crisi in tempi brevi per poter arrivare alla decisione su un nuovo governo di scopo, per la legge elettorale, o addirittura un nuovo Esecutivo che traghetti la Repubblica fino alla scadenza naturale delle prossime elezioni politiche nel 2018. Al Capo dello Stato le elezioni anticipate proprio non piacciono, anche se molti partiti politici sono pubblicamente per questa scelta, Renzi compreso: ecco perché allora si può avvicinare anche l’ipotesi di un Renzi-bis con Mattarella che ci sta pensando, e non è l’unico. Dalle consultazioni, il commento successivo fatto da Flavio Tosi va in questa direzione: «Se lo scopo di un Renzi bis è un breve interim per la nuova legge elettorale a prescindere dalla Consulta, in questa chiave un reincarico avrebbe lo standing internazionale necessario». La delegazione di Fare al Qurinale ha parlato anche di un’altra possibile soluzione migliore e auspicabile, ovvero «un governo di larghe intese sarebbe la cosa migliore per svelenire il clima nel paese anche se sembra che questa ipotesi si allontani». Cosa deciderà Mattarella? Anche Riccardo Nencini, membro del Governo e responsabile del Psi, ha accennato all’ipotesi del Renzi-bis: «Abbiamo consegnato al presidente della Repubblica più soluzioni, prediligendo un governo di scopo e di responsabilità corale, se questa soluzione non dovesse esserci non va escluso né un reincarico a Renzi né la possibilità di individuare una figura di profilo alto internazionale».

Significativa la proposta di Udc nelle Consultazioni di Mattarella al Quirinale, ricevuta da Rocco Buttiglione del Gruppo Misto-Udc al Senato: la Crisi di Governo che vede tutti gli attori della politica cercare un accordo e una decisione tra l’ormai celebre bivio post-dimissioni di Renzi (voto anticipato o governo di responsabilità nazionale). Le parole di Buttiglione all’uscita dopo il colloquio con il Capo dello Stato resto importanti: «Siamo disponibili a sostenere un governo che abbia una funzione di decantazione, completi le riforme e faccia la riforma elettorale”. Ha quindi citato la cultura politica democratico-cristiana di Aldo Moro per fare le riforme “che durino”: “Serve una cultura della mediazione, dialogo, ascolto paziente per arrivare a un sintesi politica». Buttiglione ha ricordato che nel giro di pochi anni il popolo italiano ha bocciato ha bocciato la grande riforma e contemporaneamente il sistema maggioritario. «ora serve una legge proporzionale, la prossima legislatura deve essere quella della grande coalizione tra la sinistra democratica e i partiti che fanno riferimento al Ppe in Italia: Su questo lancio un appello a Silvio Berlusconi». Un nuovo Governo post legge elettorale di Grande Coalizione, con richiamo evidente alla Germania e alla situazione di divisione in tante forze politiche, con forte distanza dal periodo del bipolarismo secco.

Proseguono dopo l’apertura della crisi di governo in seguito alle dimissioni di Renzi, le consultazioni di Mattarella oggi nella seconda giornata di colloqui. Questa mattina è stato ricevuto dal capo dello Stato anche Giuseppe Civati, fondatore e segretario di Possibile. Al termine delle consultazioni con Mattarella, Civati ha sottolineato la necessità che il Parlamento approvi la legge elettorale prima di andare a elezioni anticipate. Sergio Mattarella si è confrontato con Massimo Artini e Pippo Civati e la posizione di Alternativa libera-Possibile, espressa al Presidente della Repubblica, è stata appunto quella di una disponibilità a votare per un nuovo governo. “Ma lo si faccia in condizioni di rispettare la volontà cittadini. E ci sia un governo che consenta al Parlamento di lavorare sulla soluzione migliore e più rappresentativa”, ha dichiarato Civati, come riportato dall’agenzia di stampa Ansa. E Artini ha aggiunto: “Le elezioni hanno un senso se ci sono le condizioni per arrivarci e tenendo conto dell’esito del referendum”.

Nell’attesa di capire che direzione prenderà la Crisi di Governo dopo le dimissioni del Governo Renzi, sono in corso le Consultazioni dal Presidente Mattarella di tutte le forze politiche presenti in Parlamento: questa mattina e anche nel pomeriggio presenti tutti i gruppi minori, con l’eccezione di Sel (in gruppo Misto al Senato) e Lega Nord alla Camera, in attesa delle forti realtà di partito che andranno in scena domani, sabato 10 dicembre 2016. Il Quirinale vorrebbe risolvere la Crisi in tempi brevi, in modo da partecipare al prossimo appuntamento europeo (tra 5-6 giorni a Bruxelles, forse giovedì) già con il nuovo governo in sella. Ipotesi difficile, specie se Renzi e larga parte del Pd intendono Elezioni Anticipate se non si trova un difficile accordo con tutti. Intanto, all’uscita dalle consultazioni con Mattarella, ha parlato Campanella di Si-Sel al Gruppo Misto in Senato: «abbiamo segnalato la diffusa opinione presso il gruppo Misto che sia visibile l’effetto del referendum appena tenutosi. Ci aspettiamo che si possa con il prossimo governo riuscire a dare la possibilità al Parlamento di esprimere in un’ampia maggioranza una legge elettorale che restituisca alle Camere il peso che la Costituzione le attribuisce». Italia dei Valori opta invece per il Governo di Responsabilità nazionale, «Abbiamo espresso l’idea di andare al voto con una legge elettorale riformata che faccia scegliere ai cittadini i rappresentanti ed al Paese di avere un governo stabile», racconta Maurizio Romani di Idv.

Sta per iniziare oggi la seconda giornata di consultazioni di Mattarella per la crisi di governo che si è aperta con le dimissioni di Renzi: il premier si è dimesso dopo l’esito del voto del referendum costituzionale che domenica scorsa ha bocciato il testo di riforma della Costituzione. C’è attesa per le consultazioni di Mattarella di oggi dopo che ieri il presidente della Repubblica ha ricevuto al Quirinale le alte cariche dello Stato, ovvero i presidenti di Senato e Camera, Pietro Grasso e Laura Boldrini, e l’ex capo dello Stato Giorgio Napolitano. Il presidente Mattarella sembra volre chiudere in fretta la crisi di governo, possibilmente entro domani quando vedrà anche il Partito Democratico. Il Movimento 5 Stelle e la Lega Nord, come riporta Tgcom24, insistono per andare alle elezioni senza passare da un nuovo governo. Anche Forza Italia è sulla stessa linea mentre la minoranza Pd punta all’ipotesi di un nuovo esecutivo a guida Dem. Le diverse opzioni sono ancora tutte in campo anche se si va nella direzione di un governo al più presto che sia in carica entro il 15 dicembre per affrontare il Consiglio europeo che si terrà a Bruxelles in quella data.

Giornata di transizione quella di oggi, 9 dicembre 2016, per le consultazioni del Presidente Mattarella, desideroso di chiudere al più presto la crisi di governo, in attesa che domani salgano al Colle i partiti maggiori. Uno snodo cruciale potrebbe essere rappresentato dall’incontro tra l’inquilino del Quirinale e Silvio Berlusconi, dal momento che sarà proprio l’ex premier a guidare la delegazione di Forza Italia che discuterà con il capo dello Stato il da farsi dopo le dimissioni di Matteo Renzi. Secondo alcune ricostruzioni de Il Foglio, Berlusconi sarebbe molto tentato dall’idea di un governo di unità nazionale che arrivi fino al 2018. Nel frattemp, è la speranza di Berlusconi, potrebbe arrivare la sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo che in caso di esito positivo lo renderebbe nuovamente candidabile e proponibile come leader del centrodestra. Larghe intese dietro l’angolo dunque? Non è tutto così semplice. Da quanto filtra da fonti ben informate, infatti, la guida di FI avrebbe intenzione di porre un veto su Matteo Renzi. Un eventuale governo di unità nazionale che voglia contare sul sostegno di Forza Italia, dunque, non potrà avere a proprio capo il Presidente del Consiglio dimissionario.

La direzione nazionale del Pd tornerà a riunirsi la prossima settimana per essere aggiornata rispetto alla crisi di governo scaturita dalle dimissioni da primo ministro di Matteo Renzi che hanno portato alle consultazioni con tutte le alte cariche dello stato e le forze politiche del Paese da parte del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. A riportarlo è la versione online de La Repubblica, secondo cui però non è stata ancora fissata una data certa poiché, come spiegano alcune fonti dem, “è ancora presto”. La direzione nazionale del Partito Democratico, riunitasi mercoledì scorso, dopo l’intervento del segretario Matteo Renzi sull’esito del referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 è stata sì sciolta, ma è rimasta convocata in modo “permanente”. In questo modo la delegazione che salirà al Colle, composta dal vicesegretario Lorenzo Guerini, dal presidente Matteo Orfini e dai capigruppo Ettore Rosato e Luigi Zanda, potrà informare tutto il Partito sugli sviluppi della crisi di governo.

Seconda giornata di consultazioni per il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per tentare di risolvere la crisi di governo, dopo il primo giro di incontri con i presidenti delle due camere, Pietro Grasso e Laura Boldrini, e con il suo predecessore al Quirinale, Giorgio Napolitano. Ad inaugurare la seconda giornata di colloqui dell’inquilino del Quirinale sarà alle ore 10 il Gruppo Misto del Senato, seguito da quello della Camera. Alle ore 10:45 toccherà alla rappresentanza parlamentare della Südtiroler Volkspartei, alla quale subentrerà alle 11 quella della minoranza linguistica della Valle d’Aosta. Alle ore 11:25 sarà la volta di Alternativa Libera Possibile di Civati, mentre alle 11:45 entrerà Lorenzo Cesa in rappresentanza dell’Udc. Bisognerà attendere le ore 12:05 perché Mattarella incontri un esponente dell’Unione Sudamericana Emigrati Italiani della Camera dei Deputati, sostituito alle ore 12:25 da un rappresentate di Fare-Pri. Ultimi due partiti prima della pausa pranzo saranno Ppa-Moderati e Partito Socialista Italiano (PSI)-Liberali per l’Italia (PLI). Alle 16 sarà Giorgia Meloni per Fratelli d’Italia ad incontrare il Presidente Mattarella, mentre dalle 16:30 alle 18 si alterneranno nell’ordine: Democrazia Solidale-Centro Democratico, Grandi Autonomie e Libertà (Grande Sud, Popolari per l’Italia, Moderati, Idea, Alternativa per l’Italia, Euro-Exit, M.P.L.-Movimento Politico Libertas), Civici e Innovatori e Per le Autonomie (SVP-UV-PATT-UPT)-PSI-MAIE. Ultimo incontro della giornata odierna avrebbe dovuto essere quello delle 18:30 con i Conservatori e Riformisti di Raffaele Fitto, ma come riporta Repubblica.it la Lega Nord di Matteo Salvini ha anticipato alle 19 il suo colloquio con il Presidente Mattarella inizialmente previsto per sabato.