Dagli insulti alle mani: questo è quanto stava per accadere oggi in Consiglio comunale a Roma tra il Movimento cinque stelle e il Partito democratico, che si sono scontrati nuovamente sulla vicenda di Paola Muraro. L’assessore all’ambiente si è dimessa dopo mesi di trattative ma oggi in Consiglio si è quasi sfiorata la rissa a causa dell’assenza della sindaca Virginia Raggi: “Come mai all’interno del sito del Comune Muraro risulta ancora assessore, la sindaca deve risponderci”, ha detto la capogruppo del Pd, Michela Di Biase. “Raggi deve venire qui e revocare la nuova macrostruttura Ama decisa lunedì dall’assessora dimissionaria”, rincara Orlando Corsetti, lasciando la sua sedia e andandosi a sedere a quella di Virginia Raggi, in quel momento assente. Questa per i consiglieri cinque stelle presenti è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso: i due gruppi si sono attaccati e si è quasi sfiorata la rissa. A sedare gli animi, alcuni dei membri di partito più anziani, che hanno diviso i consiglieri che stavano arrivando alle mani.



Paola Muraro si è dimessa, ma il Movimento 5 Stelle rischia ancora di finire sotto la bufera per la giunta di Roma a guida Virginia Raggi: il ruolo di governo più importante dei grillini da quando sono spuntati nel panorama politico nazionale rischia di ritorcersi contro al movimento guidato da Grillo ma gestito da Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista e proprio per il vicepresidente della Camera spuntano ora nuovi guai riferiti alla inchiesta sui rifiuti di Roma che ha portato alle dimissioni l’ex assessore all’Ambiente Paola Muraro. Secondo quanto scrive il Corriere della Sera questa mattina, «Agli atti dell’inchiesta ci sono i verbali dell’ex assessore al Bilancio Marcello Minenna e dell’ex amministratore delegato della municipalizzata Alessandro Solidoro che ricostruiscono quanto accaduto dopo la nomina di Muraro al Comune di Roma e specificano il ruolo di Luigi Di Maio che – anche nei momenti più delicati, come quello della notizia sull’iscrizione al registro degli indagati – avrebbe “offerto copertura politica a lei e a Raggi”». Accuse importanti e dure anche contro i vertici M5s, con il sindaco Raggi che ovviamente dovrò rispondere di tutto davanti a possibili domande degli inquirenti, idem per Di Maio qualora e se lo ritenessero opportuno chi guida le indagini sulla vicenda intricata dei rifiuti nella Capitale.



Sono dure e molteplici le accuse mosse contro Paola Muraro, assessore dimissionario al Comune di Roma sotto la giunta Raggi: l’avviso di garanzia ricevuto mesi fa e che ha portato alle sue dimissioni (con annuncio due sere fa del sindaco Virginia Raggi) riporta ben cinque capi di accusa sulla vicenda Ama e dell’intera gestione dei rifiuti nella Capitale. «Gli impianti di Rocca Cencia e Salario operavano una gestione dei rifiuti in violazione delle prescrizioni delle autorizzazioni riguardanti la gestione degli impianti per quanto concerne le percentuali di trasformazione dei rifiuti in ingresso e gli scarti di lavorazione», secondo quanto riporta sempre il Corriere della Sera. Pare che il sospetto dei pm riguardi i macchinari: sembra infatti che abbiano lavorato in regime ridotto per favorire altri impianti privati. «In particolare Manlio Cerroni, ras dei rifiuti della Capitale, anche lui indagato, avrebbe beneficiato della permanenza di Muraro in Ama», chiude il focus dei colleghi al Corriere riguarda le penati accuse dei pm contro una parte del Movimento 5 Stelle romano.

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