Roberto Calderoli, l’autore del Porcellum, che sceglie di tornare al Mattarellum? Nell’Italia del dopo-referendum anche questo è possibile. Un paradosso. Un po’ come se Renzi, oltre a dire di abbandonare la politica, lo facesse davvero (invece di infilare Maria Elena Boschi nel governo Gentiloni). 

Abbiamo chiesto a Calderoli, uomo-chiave della Lega, già ministro delle Riforme nel secondo governo Berlusconi, oggi vicepresidente del Senato, un commento sulla difficile situazione italiana. “Sono cadute le prime carte di un castello che rischia di crollare per intero. Non solo quello italiano ma anche quello europeo”.



Calderoli, chi comanda adesso in Italia?

Renzi. Le facce sono rimaste le stesse. Non solo: la Boschi, che doveva abbandonare la politica, adesso è sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Vuol dire che partecipa ai lavori del Cdm, organizza il pre-consiglio e gestisce tutta l’attività di Palazzo Chigi. Per non parlare di Lotti, l’altra longa manus di Renzi.



Renzi potrebbe chiedere al Pd di sfiduciare Gentiloni?

Sì, perché è il segretario e può chiedere al suo partito quello che vuole. Però tutto è possibile. 

Nel Pd, intende?

Nel Pd si sta determinando un tale rimescolamento delle carte che tra qualche mese, dopo essersi bruciato sulla griglia del governo, Renzi potrebbe finire per cuocersi anche sul quella del partito.

Il Pd va verso il congresso. Un appuntamento in cui si sa forse come si entra, ma non si sa come si esce. Vuol dire questo?

Peggio. Dalle parti del Pd un giorno si anticipa il congresso, anzi no, scusate, forse non si fa. Non immagino lo sconcerto di chi ha votato Pd. 



Addirittura sconcerto? Eppure Renzi è ancora saldamente al comando.

Sì, sconcerto. Hanno visto i mille giorni di Renzi dedicati a cose che stanno cadendo dalla pianta come frutti marci. La riforma Madia è stata bocciata dalla Corte costituzionale, il Consiglio di stato ha sospeso il decreto attuativo della riforma delle banche popolari, gli italiani hanno detto no alla riforma costituzionale, ora anche il Jobs Act potrebbe essere spazzato via da un nuovo referendum. Il debito pubblico, dopo un solo mese in cui si era ridotto, è ritornato a crescere; l’invasione degli immigrati continua, la disoccupazione aumenta sotto la maschera dei voucher.

Che cosa vede, senatore?

Sono cadute le prime carte di un castello che rischia di crollare per intero. Non solo quello italiano ma anche quello europeo, perché basato non su valori concreti ma su scartoffie e regole buone solo ad aumentare la sofferenza dei popoli. E’ un’Unione senza contenuto. Anzi è tutto meno che unione.

Stranamente, all’estero la vittoria del No è stato interpretata come “Italexit”. A torto o a ragione?

A ragione, è chiaro. Il referendum è stato anche questo, la risposta del popolo ad un’istituzione, la Ue, la cui attività politica non riconosce più come propria. 

Dopo lo scossone del referendum, ogni partito sta facendo per sé. Si va di nuovo verso il proporzionale?

Il ritorno al proporzionale sarebbe l’abdicazione della politica, di cui la la legge elettorale dovrebbe essere la massima espressione perché è la legge che deve garantire la sovranità del popolo. Ma la politica si prepara ad abdicare delegando il suo compito alla magistratura, pur nella figura del più alto organo di garanzia (la Corte costituzionale, ndr).

 

Cosa accadrà il 24 gennaio?

La Consulta interverrà in modo abrogativo sui passaggi della legge elettorale vigente che riterrà incostituzionali. Un taglia-e-cuci che si tradurrà di fatto in una legge proporzionale. E politicamente, nel ritorno della prima repubblica. 

 

Ma perché non fate voi una legge? In parlamento ci siete voi.

E’ inutile pensare ai massimi sistemi sapendo che non li si potrà realizzare. In questo momento si deve prendere atto che da un sistema bipolare si è passati ad uno tripolare, e che i modelli studiati per i sistemi bipolari non possono funzionare in queste condizioni.

 

E quindi?

E quindi si deve scegliere una strada di ortodossia e di concretezza, e chiedersi: quale legge elettorale abbiamo già usato e sperimentato che non sarà perfetta, ma che ha dimostrato di funzionare meglio delle altre? Questa legge c’è ed è il Mattarellum. E’ già pronta, basta abrogare le ultime due leggi elettorali (l’Italicum e il Porcellum, ndr).

 

Detto da lei che l’ha rottamata, senatore Calderoli…

Non che il Mattarellum sia il miglior sistema elettorale possibile, ma è l’unica strada, in questo momento, per poter tornare al voto in tempi ragionevoli. 

 

Con qualche modifica o riproponendolo tale e quale?

Guardi, i difetti del Mattarellum li conosco benissimo perché prima di metterlo da parte tentammo di migliorarlo. Difetti come lo scorporo e le liste civetta sono noti e facili da risolvere, però se si dovesse fare un tentativo con questa finalità, il rischio sarebbe solo quello di tirarla per le lunghe. Allora dico: rimettiamolo in pista così com’è. 

 

M5s è parte della crisi o parte della soluzione?

Direi che è un sintomo della crisi. Non è né la causa né la soluzione.

 

Però è in Parlamento e governa Roma.

Sì, però M5s è la febbre, non il batterio che l’ha determinata. Ed è incapace di guarire da sola. Le proposte che i grillini fanno sono da marziani. E quando li vedi all’opera nel gestire una realtà complessa come quella romana, ti accorgi che le ricette dei marziani forse non funzionano.

 

Eppure alcune posizioni di M5s sono molto vicine a quelle della Lega di Salvini, non crede?

No. Teoricamente le posizioni di Grillo su alcuni temi non sono così distanti, il problema sono gli eletti di M5s, che invece sembrano più a sinistra di Sel. E poi certe proposte di fronte alle quali dici: ma avete provato a fare quattro conti? Cose irrealizzabili, improponibili, insostenibili. 

 

Ma su Europa, euro e migranti siete vicini, o no?

Prenda il referendum sull’euro. Se uno ha soltanto sfogliato la nostra carta costituzionale sa che i referendum propositivi non sono previsti. E che per farlo ci vuole una legge costituzionale… Ma soprattutto non ci sono quelli abrogativi rispetto ai trattati internazionali. Chi ha proposto l’emendamento in Senato per l’abolizione del reato di immigrazione clandestina sono stati i 5 stelle (senatori Buccarella e Cioffi, ndr). La reprimenda di Grillo non è bastata perché non solo l’emendamento è rimasto, ma è stato anche votato da tutti i 5 stelle.

 

Tra voi della Lega e quel che resta di Berlusconi è finita?

Si mettano da parte i discorsi su vecchie sigle e coalizioni e ci si concentri sulle cose fattibili su cui siamo tutti d’accordo. Come si fece all’inizio del secondo governo Berlusconi (2001-2005, ndr). In passato si sono fatti programmi ampi per poi disattenderli con ogni sorta di mediazione. Non è questa la strada.

 

Gentiloni quanto dura?

L’ho detto, quanto un gatto sull’Aurelia. L’altro ieri non è sembrato il varo di un governo, ma un’orazione funebre.

 

Che paese è quello in cui avviene una messinscena come l’arresto improprio di Osvaldo Napoli?

Io non sottovaluto quell’episodio. Non è una messinscena, ma un fatto che dimostra che se la politica non trova le soluzioni ai problemi della gente, questa se le cerca da sola. Credo che sia l’ultima delle cose da auspicare.

 

(Federico Ferraù)

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