Negli ultimi sondaggi elettorali e politici espressi dopo l’insediamento del governo Gentiloni, l’Istituto Tecnè ha analizzato un dato molto interessante sugli ultimi tre governi avuti dal Paese nella stessa Legislatura: la fiducia degli elettori ai governi Letta, Renzi e Gentiloni al momento dell’insediamento e delle dimissioni, come è cambiata? Stando a questi ultimi sondaggi, si scopre che il Governo Letta in sella dall’aprile 2013 fino al febbraio 2014 ha avuto un gradimento di fiducia al 65% ad inizio lavori e 27% al momento delle dimissioni. Il governo successivo di Matteo Renzi è partito col vento in poppa, il 62% di gradimento, ma ha terminato con un bassissimo 21% di fiducia degli elettori. Il dato che preoccupa è quanta fiducia accoglie il nuovo Governo Gentiloni, molto simile al precedente Renzi, ma già in minoranza con la fiducia che “scade” al 19%: a differenza degli altri due, ci sarà una inversione di tendenza? 



Nei sondaggi politici prodotti in questo periodo di alta tensione istituzionale, i risultati guardano praticamente tutti verso le elezioni: che siano tra qualche mese o tra un anno, i sondaggi e le intenzioni di voto di questo periodo sono tutti orientati verso le prossime scadenze elettorali che dovranno definire un situazione politica si spera più solida di quella attuale. Stando ai sondaggi politici prodotti da Tecnè per Matrix, si scopre come nelle ultime intenzioni di voto degli elettori, paragonate con le ultime europee, il Pd è ancora il primo partiti d’Italia ma con un’emorragia di voti che deve restare il vero punto di discussione in casa dem per i prossimi mesi. 40,8% alle Europee nel 2014, al momento 31,4% per tutto il Pd, con o senza Renzi; il Movimento 5 Stelle è cresciuto, dal 21,2% fino al 29,6% delle preferenze, mentre Forza Italia è ulteriormente scesa in questi lunghissimi due anni di fatti politici, con il 16,8% divenuto ora 14,6%. Bene la Lega Nord che dal 6,2% è salita al 10,5%, con l’esplosione del fenomeno Salvini, mentre perde molto Area Popolare con il 4,4% sceso a 2,4%. fratelli d’Italia dal al 4,2%, mentre Sinistra Italiana perde e molto dal 4% della lista Tsipras nel 2014, ora con il 2,4% (e senza più Sel, ormai sciolta).



Intenzioni di voto ai ballottaggi negli ultimi sondaggi elettorali e politici. Secondo l’ultima rilevazione, effettuata da EMG Acqua per La7 Srl dopo il voto per il referendum costituzionale dello scorso 4 dicembre, il Movimento 5 stelle prevarrebbe sia contro il Pd che contro il Centrodestra. Quello della legge elettorale è una delle question sul tavolo del nuovo governo Gentiloni che ha ricevuto ieri la fiducia anche dal Senato dopo quella avuta il giorno precedente dalla Camera. Attualmente è previsto che ci sia il ballottaggio tra le due principali liste se nessun partito passa al primo turno il 40%. Al campione di elettori questi ultimi sondaggi elettorali e politici hanno prospettato tra ipotesi si scontro a due. In caso di ballottaggio tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle sarebbe quest’ultimo a vincere con il 53.0% contro il 47.0%. E anche in caso di ballottaggio tra M5s e Listone centrodestra sarebbe il Movimento fondato da Beppe Grillo ad avere la meglio con il 57.0% contro il 43.0%. Infine in caso di ballottaggio tra Pd e Listone Centrodestra il Partito Democratico, in base alle risposte degli italiani a questi sondaggi elettorali e politici, vincerebbe con il 54.2% contro il Listone centrodestra che si fermerebbe al 45.8%.



Un dato viene affrontato nei sondaggi politici elettorali più di altri: la figura di Matteo Renzi, dopo l’uscita di scena in seguito alla sconfitta post-referendum, rimarrà lontana dalla politica o rientrerà dalla porta principale in vista delle prossime elezioni? I sondaggi espressi da Index Research lo scorso 12 dicembre riportano alcuni interessanti risultati rispetto ad un campione vario di elettori che si sono recati alle urne l’ultimo 4 dicembre 2016 per votare Sì. Alla seguente domanda, «Se domani ci fossero le elezioni politiche Lei sarebbe disponibile a votare per il PD guidato da Matteo Renzi? », gli italiani elettori del Sì alla riforma hanno dichiarato tali intenzioni di voto. Il 65% si dice assolutamente d’accodo con la rielezione di Renzi a Premier nelle prossime politiche, mentre l’11% dice Sì con ancora qualche riserbo; non voterebbero un Pd con Renzi invece il 13% (sicuramente No), mentre “probabilmente No” è la scelta di 8% degli intervistati. Insomma, tra gli elettori dem secondo i sondaggi alle prossime Elezioni la “bocciatura” sonora per il segretario attuale ancora non arriva e probabilmente questo punto nodale, se dovesse rimanere tale, inciderà nel Congresso e nelle Primarie Pd proprio a favore dell’ex sindaco di Firenze.