La Legge Elettorale del Mattarellum piace un po’ a tutti per un unico reale motivo: perché è la strada più breve per andare al voto in tempi ragionevoli, abbandonando l’attuale legislatura che si sta trascinando lungamente dopo tre governi consecutivi. Tutti sul Mattarellum – tranne in pratica il Movimento 5 Stelle, che però vuole le elezioni subito con l’aiutino dell’Italicum che li avvantaggerebbe al momento – non tanto perché convince la formula ma perché è un sistema elettorale già praticamente pronto e collaudato per poter raggiungere in fretta la decisione sulla legge elettorale da adottare. Sentite Calderoli, Lega Nord, che incarna un po’ tutte le posizioni (probabilmente, sommessamente anche di Renzi, che ha lottato per tre anni sull’Italicum e ora deve ripiegare sul Mattarellum): «Il nostro segretario Salvini sulla legge elettorale ha parlato in maniera molto chiara, e personalmente condivido totalmente la posizione che ha assunto: la proposta del Mattarellum l’hanno fatta Renzi e il Pd e se questo modello elettorale consente di andare al voto nei tempi più rapidi possibili allora noi ci siamo, in commissione e in Aula». Dunque, Mattarellum sarà?
Il Mattarellum con il possibile ritorno ad un misto maggioritario e proporzionale che premierebbe un tentativo di bipolarismo evidentemente al Movimento 5 Stelle non può piacere, per due motivi. Da un lato perché si ritarderebbe il periodo di andare al voto, e dopo il fallimento del referendum i grillini spingono per andare al voto ora e sfruttare l’effetto anti-Renzi; secondo, con le legge elettorale Mattarellum il rischio in casa Casaleggio è che Pd e Forza Italia si alleino per evitare di far andare al potere un governo M5s. Su questo secondo piano (il primo ovviamente è poco spendibile dal punto di vista “pubblico” e comunicativo) interviene oggi Carlo Sibilia, membro del Direttorio, intervistato da Intelligo News: «Le cose sono molto chiare e sono due. Uno, noi abbiamo proposto una legge elettorale che è sempre disponibile; secondo: aspettare le decisioni della Consulta a gennaio, probabilmente il 24 gennaio, e con senso di responsabilità accoglierle all’interno di questa legge per andare subito ad elezioni». Secondo il grillino Sibilia, il Patto tra Forza Italia e Pd è il vero motivo di questo accordo possibile sul Mattarellum: «E’ il Patto del Nazareno sempre verde che va bene anche per le feste di Natale (ride, ndr)! Questi partiti rovistano nell’immondizia di se stessi, invece di parlare del Paese parlano solo di come riuscire ad arrivare a quelle maledette poltrone».
A parole “grosse” Silvio Berlusconi aveva accolto ieri la proposta di Renzi e del Pd di una nuova legge elettorale che sia sostanzialmente il Mattarellum – “Renzi è un baro“ – oggi replica con maggior pacatezza, come si suol dire “di governo” invece che “di lotta”, il Governatore della Liguria Giovanni Toti. In un’intervista al Corriere della Sera, l’ex consigliere di Berlusconi commenta la possibile scelta del Pd sul Mattarellum con toni meno accesi di quelli dell’ex Cav: «l presidente Berlusconi ha detto di essere pronto a collaborare su una legge elettorale condivisa ma ora il Partito democratico non può dirci: “prendere o lasciare” il Mattarellum. Perchè così il Pd ripeterebbe gli errori tragici fatti in questa legislatura, con l’Italicum e le riforme approvate notte tempo e a colpi di fiducia». Come dire, il tavolo può essere realizzato ma non con ultimatum come avvenuto con l’Italicum durante il Patto del Nazareno Renzi-Berlusconi. «l Mattarellum può essere una base di discussione. Resta da chiedersi, però, se un sistema nato per uno schema bipolare possa considerarsi efficiente anche in un sistema compiutamente tripolare», con il rischio di produrre un vincitore parziale e con soglie di rappresentanza “falsate”, sempre secondo Toti e Forza Italia.
La novità politica di ieri è assolutamente la legge elettorale proposta da Renzi all’Assemblea del Pd. Stante la sconfitta del referendum che boccia il “combinato disposto” con la legge elettorale approvata dal governo Renzi la scorsa primavera, il Partito Democratico ha votato la relazione e proposta del segretario quasi all’unanimità per presentare la proposta del Mattarellum alle opposizioni. «Alle altre forze politiche chiediamo di non fare melina sulla legge elettorale. Abbiamo messo la fiducia sull’Italicum per chiuderla, perché sono venti anni che non si chiude. Vogliamo l’ultima occasione di maggioritario o scivoliamo verso il proporzionale? Vi propongo di andare a guardare le carte sull’unica proposta che ha la possibilità in tempo breve, che ha visto vincere centrosinistra e centrodestra, ha visto vincere l’Ulivo di Prodi e porta il nome di Mattarella. Andiamo a vedere, il Pd c’è». La minoranza ci sta, almeno a parole, mentre per le opposizioni è spaccatura abbastanza netta: la “destra” approva, anche per andare al voto subito con il “male minore”, «Scegli tu la legge elettorale che vuoi e andiamo a votare il prima possibile. Se lui vuole il Mattarellum a me va benissimo. Una cosa sola condivido con Renzi: il fatto che gli italiani debbano votare il prima possibile, con qualunque legge elettorale», commentano Salvini e Meloni con Lega Nord e Fratelli d’Italia disponibili. Movimento 5 Stelle e Forza Italia non ci stano per due motivi diversi: i grillini perché vogliono l’Italicum corretto anche al Senato per andare al voto subito con una legge elettorale che li “avvantaggerebbe” dall’altro Berlusconi vuole un proporzionale puro per poter non essere vincolato dai compagni-coltelli Salvini e Meloni. La parola al Parlamento con un’unica vera domanda: quando saranno le elezioni?
Sulla Legge Elettorale proposta dal Pd ieri, rinominata “Mattarellum”, la politica si riscopre divisa tra le due fazioni: maggioritario o proporzionale? Come ricorda il sito di Repubblica, «Il Mattarellum è un sistema misto, nato dopo il referendum del 1993 con il quale gli italiani votarono a favore dell’abrogazione del proporzionale. Si passò dunque a un sistema elettorale misto a prevalenza maggioritario: 475 seggi per la Camera e 232 per il Senato vengono assegnati secondo un meccanismo maggioritario a turno unico: viene eletto parlamentare il candidato che ha riportato la maggioranza relativa dei suffragi nel collegio». Ma nello specifico cosa prevede la legge elettorale che prende il nome dal suo ideatore, proprio l’attuale Presidente della Repubblica Sergio Mattarella? Per quanto riguarda alla Camera, l’elezione del 75% dei deputati con collegi uninominali e il restante 25% con un sistema proporzionale. Per la parte maggioritaria viene eletto il candidato che ottiene più voti. Nel proporzionale, dove non si esprime la preferenza, accedono alla suddivisione dei seggi le liste che hanno raggiunto la soglia di sbarramento del 4%. Prima della ripartizione occorre però applicare il meccanismo dello scorporo, per cui alla lista vengono sottratti i voti ottenuti dal candidato ad essa collegato che ha vinto nel collegio. Sul Senato invece la partita è ovviamente diversa, con i i tre quarti dei seggi vengono assegnati col sistema maggioritario, in collegi uninominali, a maggioranza semplice e a turno unico. Per il restante quarto dei seggi, si applica il metodo proporzionale. Con il Mattarellum sono stati eletti sia il centrodestra che il centrosinistra, si favorisce in sostanza il bipolarismo con anche l’incentivo giusto per la nascita di coalizione ampie e di alleanze elettorali che però possono anche non essere compatte per tutta la legislatura.