Il report di Anac sul conflitto di interessi sulla nomina del fratello di Raffaele Marra era a conoscenza del sindaco Virginia Raggi: anche questa novità si evince dai rapporti depositati dall’Autorità Anti-corruzione presso la procura di Roma che ora dovrà indagare a fondo su quest’ennesima vicenda negativa della gestione al Comune di Roma. Qui sotto trovate tutte le specifiche sulla nomina di Renato Marra, mentre varie fonti di stampa (Ansa e TgCom 24) riportano anche dei possibili “guai” contro il sindaco Raggi. «Sulla vicenda dell’incarico affidato a Renato Marra, fratello di Raffaele, capo del personale del Comune di Roma, il sindaco della Capitale Virginia Raggi ha dichiarato di aver compiuto da sola e in totale autonomia l’istruttoria sul conferimento degli incarichi dirigenziali. Ma nell’ordinanza con cui è stato conferito l’incarico si fa chiaro riferimento “all’istruttoria svolta dalle strutture competenti ai sensi della disciplina vigente». Sarebbe dunque questa la contraddizione rilevata dall’Anac rispetto al comportamento del sindaco della Capitale. La delibera di Raffaele Cantone stabilisce che «la situazione di palese conflitto di interessi era conosciuta dalla Sindaca, ma non è sufficiente per rimuovere il conflitto», si legge sul portale online di TgCom 24.
Non finiscono più i guai per la giunta di Virginia Raggi: al Comune di Roma arriva oggi il rapporto dell’Anac (Autorità Nazionale AntiCorruzione) che inquadra la vicenda di Raffaele Marra, arrestato una settimana fa, sotto un ennesimo altro punto di vista. Secondo l’Autorità nazionale anticorruzione, «è configurabile il conflitto di interessi nella nomina del fratello di Raffale Marra, Renato, alla direzione Turismo del Comune di Roma». Il report prodotto dall’Anac guidata da Raffaele Cantone «sussiste sia nel caso in cui il dirigente abbia svolto un mero ruolo formale nella procedura, che nell’eventualità di una sua partecipazione diretta all’attività istruttoria». In poche parole ora con questi atti che finiscono in Procura si può verificare un possibile procedimento nei confronti di Marra, fedelissimo del sindaco Virginia Raggi, per abuso d’ufficio, second quanto riporta il sito di Repubblica. Un altro reato, un’altra vicenda che riempie le cronache ormai iper-confuse dalla giunta del Movimento 5 Stelle, sempre più in imbarazzo per le vicende romane.
Mentre il clima resta rovente in merito alle sorti dell’amministrazione capitolina guidata da Virginia Raggi, i riflettori tornano ad accendersi anche su Paola Muraro, ex assessore all’Ambiente. Le sue dimissioni, insieme all’arresto di del dirigente del Comune di Roma Raffaele Marra non permetteranno di trascorrere un sereno Natale alla giunta 5 Stelle della Capitale. Intanto, come riporta Il Sole 24 ore online, per le 15:30 di questo pomeriggio era in programma l’appuntamento in procura per la Muraro, la quale ha fatto sapere di non essere intenzionata ad avvalersi della facoltà di non rispondere. L’ex assessore, dunque, risponderà a tutte le domande della Procura romana che la ascolterà in qualità di indagata nell’inchiesta in corso sul “sistema rifiuti”. Nello specifico, Paola Muraro è accusata di violazione dell’articolo 256 del testo unico in materia di ambiente. I fatti che la vedrebbero coinvolta, risalgono al suo ruolo di consulente Ama con delega ai due impianti romani Tmb di Rocca Cencia e via Salaria. Oltre a lei sono indagati anche altri quattro ex dirigenti Ama.
“Virginia Raggi ha scelto Marra, non sappiamo perché ma le avevamo detto di non fidarsi di lui: spettava a lei decidere, oneri e onori ora sono a lei”: se non è questo un modo per scaricare il sindaco di Roma da parte del principale “sponsor” e membro forte del Movimento 5 Stelle come Luigi Di Maio, poco ci manca. Nell’intervista di oggi a Il Fatto Quotidiano, queste non sono però le parole più strane e o clamorose rispetto all’intera vicenda del Comune di Roma che vive due enormi problemi, prima il caso Marra (e con esso tutte le mancanze e cedimenti della giunta M5s) e dall’altro il bilancio del Comune che non funziona ed è stato bocciato. «Perché Virginia Raggi si fidava così tanto di Raffaele Marra? Non lo so. Quello che posso dire è che noi siamo la prima forza politica del Paese. E quindi proveranno a infiltrarci ancora», sono le strane parole del giovane leader grillino ai colleghi del Fatto. Secondo Di Maio infatti a Roma sono stati commessi molti errori, ma ora bisogna assolutamente rialzarsi: «Se avessimo fatto calcoli in chiave elettorale non avremmo mai ambito a governarla, viste le difficoltà. Ma noi non ci occupiamo di strategie: non siamo come Rutelli e Veltroni, che usarono la città come un trampolino». Un altro boicottaggio o “congiura” come avvenuto settimane fa sui cosiddetti frigoriferi? Potrebbe essere, di certo qui la posta in palio è molto, molto più alta…
Un caso curioso che riguarda Virginia Raggi, ripescato dalla memoria storica dall’Huffington Post, spunta nel giorno in cui il Comune di Roma vive ore d’ansia non solo per una giunta che perde i pezzi ma anche per il bilancio preventivo che è stato bocciato dall’organo preposto, ovvero l’Oref. Era il 21 giugno 2015, in piena crisi del sindaco Marino che iniziava ad essere travolto da scandali e presunti tali (che lo portarono poi alle dimissioni dopo l’estate): la consigliera di allora del Movimento 5 Stelle, Virginia Raggi, prendeva parola in Consiglio comunale e si scagliava contro l’amministrazione a guida Pd. proprio sul bilancio del Comune. «Sarebbe meglio ascoltare le riserve e le eccezioni formulate dall’Oref e correggere un po’ il tiro: cosa che non fate mai», si discuteva del buco enorme di 853 milioni di euro della Capitale, con un’ottima figura anche d’eloquio fatta dalla Raggi rispetto ai rivali politici. «Oref che, vi ricordo, è l’organo di revisione economico finanziaria del comune. Un organo indipendente, che quindi noi dovremmo ascoltare molto attentamente». Uno anno e mezzo dopo lei è il sindaco e l’Oref ha appena bocciato il suo bilancio… lo dicevamo, un caso curioso che si vede anche in questo video.
Non c’è fine per i guai in casa Giunta della Capitale: Virginia Raggi vive giorni di grande ansia per il futuro della sua giunta capitolina, sconvolta ancora una volta ieri con la bocciatura del bilancio del Comune, forse l’unico vero atto che in questi sei mesi era stato visto anche esternamente come un elemento positivo per il fatto di averlo presentato in largo anticipo e nei tempi consentiti (non proprio un’abitudine delle passate amministrazioni). Ecco, ora arriva la bocciatura dellì’Oref – come spieghiamo qui sotto – e si riparte tutto da capo: battuta d’arresto però molto rischiosa, visto che mancano pochi giorni a fine 2016 e pare quasi impossibile riuscire a riscrivere il bilancio di Roma in pochissimo tempo. A questo punto la chiave è in mano ancora una volta al sindaco Raggi e all’assessore al Bilancio Andrea Mazzillo, di cui sono richieste a gran voce le dimissioni dalle opposizioni. Come riporta l’Ansa, «l’assessore promette di accettare “la sfida del rigore” dell’Oref e presentera’ un nuovo bilancio da approvare entro il 28 febbraio. Secondo Mazzillo l’organismo ha valutato “positivamente” il fatto che la manovra sia “ispirata a criteri di prudenza». Il rischio reale però si chiama esercizio provvisorio, ovvero bilancio congelato e di fatto commissariamento del Comune della Capitale: non esattamente il miglior biglietto da visita per il nuovo anno che comincia in casa Movimento 5 Stelle, probabilmente l’anno delle elezioni nazionali…
Il caso del Comune di Roma sembra non finire mai: per Virginia Raggi i primi sei mesi di giunta sembrano un lungo incubo che si dipana scandalo dopo scandalo: l’arresto di Raffaele Marra, sentito ieri dai pm, rischia di portare altro fango sulla giunta M5s al Campidoglio. «Non temo né le parole di Marra né l’esposto di Raineri”, ha poi detto Raggi a margine della messa per i dipendenti capitolini all’Ara Coeli. La sindaca, rispondendo ai cronisti, ha detto: “Marra non mi ricattava». Resta però in bilico la posizione con possibili scenari nei prossimi giorni che non possono escludere eventuali peggioramenti per la posizione della prima cittadina di Roma Capitale, con eventuali avvisi di garanzia che potrebbero scattare in eventualità di indagini o conseguenze dalle parole di Raffaele Marra. Non solo l’ex capo del personale comunque, visto che anche l’ex capo di gabinetto Carla Raineri in un esposto a fine settembre denunciava «Marra aveva la qualifica di vicecapo di gabinetto e nei 45 giorni di mia permanenza non ho mai avuto il piacere di condividere con lui alcuna decisione. Riferiva direttamente alla sindaca». Quella volta che la Raineri provò a far cacciare Marra, «la Raggi rimase più che contrariata. Ricordo ancora il suo sguardo pieno di odio», si legge sul report della Stampa.
Non solo Marra o Raineri come spine nel fianco del sindaco Virginia Raggi: ieri è stata una giornata da dimenticare per l’intera giunta M5s visto che l’Onef (organismo di revisione finanziaria del Campidoglio) ha bocciato la manovra di bilancio 2017-2019 del Comune di Roma, presentato dalla giunta a guida Movimento 5 Stelle. Il parere negativo viene riportato in aula ieri da Marcello De Vito, il presidente dell’Aula Giulio Cesare, sospendendo la seduta tra le urla delle opposizioni che chiedevano a gran voce le dimissioni dell’intera giunta M5s. «Il documento bocciato dall’Oref è quello che la giunta aveva vantato come il primo bilancio capitolino, approvato ampiamente entro i tempi di legge. Ora il testo è da riscrivere», si legge sul sito di Tg Com24. Critiche feroci dall’opposizione che chiede a gran voce ora le dimissioni della Raggi dopo tutti gli ultimi scenari non certo sereni sul Comune di Roma: «L’ex ragioniere generale Stefano Fermante li aveva avvisati ma la giunta Raggi ha sottovalutato la vicenda. Il cuore della questione, per cui è arrivato il parere negativo dell’Oref, è che il fondo passività è sballato, che gli spazi di finanza pubblica non coprono i debiti fuori bilancio e le passività potenziali. A queste si aggiungono i conti delle municipalizzate fuori controllo», tuona in una nota Alessandro Onorato, della Lista Marchini. (Niccolò Magnani)