Ritorno al futuro? In vigore dal 1993 al 2001, il Mattarellum è tornato improvvisamente sulle scene. La legge elettorale messa a punto dall’attuale presidente della Repubblica Sergio Mattarella è stata infatti riproposta dall’ex capo del governo Matteo Renzi in modo tale da andare a votare in primavera. La proposta ha fatto breccia non solo nel Pd, ma anche in Matteo Salvini che si è dichiarato pronto a sostenerla. Per tutta risposta, l’altro ieri Berlusconi ha auspicato il ritorno al proporzionale (si tratterebbe poi di vedere con quale soglia di sbarramento e quali ritocchi), la legge elettorale in vigore per tutta la “prima repubblica”, fino al 1993. Il commento del sondaggista e analista politico Roberto Weber (Ixè).
Weber, cosa succede in un sistema tripolare come quello di oggi, sei si torna a votare con il Mattarellum?
E’ davvero complicato fare previsioni, occorrono studi approfonditi. Faccio un esempio andando indietro al 1996. Allora la partita si giocò tra il Veneto e la Lombardia. Nessuno si aspettava la crescita elettorale che ebbe la Lega Nord, che diventò il terzo polo di quei tempi. Facemmo un breaking sulla situazione elettorale a venti giorni dal voto, ma la situazione diventò chiara solo nell’ultima settimana. Se fu così allora, possiamo immaginarci oggi quale caos possa essere la situazione elettorale.
Secondo lei, come andrebbero dal punto di vista dei voti le principali forze, centrosinistra, centrodestra e 5 stelle?
Facendo due conti, ricordando quanto ho appena detto e cioè che ci vogliono studi approfonditi, Grillo otterrebbe grandi risultati nel centro-sud dove sta monopolizzando la scena, mentre il centro-nord riserverebbe ottime opportunità per Renzi.
E’ per questo che Berlusconi si oppone al Mattarellum?
Al momento sì, ma è anche vero che Forza Italia sicuramente riuscirebbe a fare un accordo di coalizione con la Lega. Magari un semplice accordo di desistenza o altro ancora, ma è certo che la Lega al nord porterebbe a casa un bel po’ di voti, e Salvini lo sa bene, per questo è pronto ad andare al voto.
E Grillo? Sappiamo che i 5 stelle non fanno coalizioni con nessuno, per cui il Mattarellum li svantaggia, è così?
Non è solo questo, ci sono anche altri motivi.
Quali?
Non do un giudizio politico, ma di merito: con il Mattarellum il Pd sarebbe avvantaggiato perché oggi in Italia ha la classe dirigente migliore e la partita si giocherebbe nei collegi. Capisco bene l’imbarazzo dei 5 stelle davanti a uno scenario del genere dopo che a una delle loro primarie online votarono 150 persone.
Perché Renzi ha riproposto il Mattarellum?
Diciamo che Renzi l’ha pensata bene, perché la sua politica è fondata essenzialmente sulla figura del leader. Una politica fatta apposta per il Mattarellum.
Quanto vale oggi in termini di sondaggi Renzi?
Intorno al 31%. Dopo il referendum abbiamo condotto dei sondaggi e abbiamo potuto vedere come all’interno di quanti hanno votato Sì, circa l’80% degli elettori dà molta o abbastanza fiducia a Renzi, mentre tra chi ha votato No l’ex premier arriva al 7%, il che significa che ha polarizzato il paese.
Cioè?
Ha perso il referendum ma ha creato una scena elettorale che risponde a lui. Se risolve le beghe interne si trova a partire senz’altro favorito.
E il Movimento 5 stelle?
Due punti dietro, al 29-30%.
Forza Italia e Lega invece?
Sono entrambe sul 12%. Abbiamo notato una crescita significativa di Forza Italia nelle ultime settimane, il protagonismo di Berlusconi osservato durante la campagna referendaria funziona ancora bene tra gli elettori.
Gentiloni e Mattarella che consenso hanno?
Di Gentiloni al momento è ancora troppo presto dare una percentuale. Il Presidente della Repubblica, che godeva di un’ottimo consenso a livello nazionale, sicuramente adesso pagherà lo scontento di quanti volevano andare subito al voto. Aver nominato un nuovo governo, cosa istituzionalmente corretta peraltro, ha fatto arrabbiare qualcuno, ma è il prezzo che si paga quando i Presidenti della Repubblica fanno gli arbitri sul serio.
Veniamo ora a Berlusconi. Il leader di Forza Italia ha rilanciato il proporzionale. Lei come giudica questa mossa?
A mio avviso sarebbe l’ipotesi più augurabile, perché è quella che rimette in gioco la riflessione e la politica; meglio, la contrattazione politica, che è un fatto positivo. In secondo luogo, credo che sul proporzionale Berlusconi e Renzi possano trovare un accordo.
E il Movimento 5 stelle?
Credo che in M5s qualche problema se lo pongano e comincino a rendersi conto che senza alleanze non si va da nessuna parte. Saranno alleanze diverse, con forze diverse, perché questo paese è destinato ancora a cambiare, il quadro non è definitivo. Per esempio io non escluderei un ritorno significativo di liste civiche. Roma compresa.
A Roma? A Roma governa la Raggi.
Sì, ma se i grillini falliscono e si va a elezioni anticipate ci sarà grande imbarazzo, perché tutte le criticità che ci sono state nella gestione Alemanno, poi Marino, sono tutte ancora sul tappeto. Allora un’ipotesi civica a M5s conviene di sicuro
Il consenso di Pd e M5s ce lo ha detto. E il trend?
M5s non crescerà, anche per via dei problemi che sta attraversando. Mentre per il Pd un margine c’è ancora.