Secondo gli ultimi sondaggi elettorali e politici effettuati da Winpoll, e riportati da Termometro Politico, il Centrodestra sbaraglia tutti gli altri partiti. Secondo i dati dell’Istituto di ricerche, se si andasse al voto oggi per le elezioni politiche e il Centrodestra si presentasse compatto sarebbe più votato del Movimento 5 Stelle e del Centrosinistra guidato dal Partito Democratico. Dalle intenzioni di voto degli italiani rilevate da questi ultimi sondaggi elettorali e politici emerge infatti che il Centrodestra raccoglierebbe il 34.4% delle preferenze, 3 decimi in più rispetto al precedente sondaggio. La percentuale è superiore rispetto a quella del Centrosinistra guidato dal Partito Democratico che arriverebbe complessivamente poco sopra il 30%, guadagnando comunque 8 decimi. Dato peggiore sarebbe poi quello del Movimento 5 Stelle che perderebbe quasi 2 punti percentuali e si fermerebbe al 26.4%. Per quanto riguarda gli altri partiti questi ultimi sondaggi elettorali e politici segnalano un guadagno di 3 decimi sia per Sinistra Italiana che Area Popolare NCD-UDC.
Non solo sondaggi sulle intenzioni di voto negli ultimi sondaggi elettorali e politici. Nell’indagine effettuata dall’Istituto Index Research per Terza Repubblica – Speciale La7 lo scorso 19 dicembre, è stato infatti anche chiesto agli elettori di indicare chi voterebbero alle Primarie dei tre principali partiti: Pd, M5s e Centrodestra. Per quanto riguarda quest’ultimo schieramento sono stati interpellati gli elettori che nelle intenzioni di voto di questi sondaggi elettorali e politici hanno dichiarato di votare per un partito di Centrodestra. Al campione di italiani intervistato è stata presentata una lista di possibili candidati alle Primarie del Centrodestra che potrebbero tenersi il prossimo anno. La maggioranza degli elettori ha risposto che voterebbe per il leader della Lega Nord Matteo Salvini: lo ha votato infatti il 32%. Al secondo posto, in base ai risultati di questi sondaggi elettorali e politici, si è piazzata la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni con il 24%. Poi l’europarlamentare Raffaele Fitto con il 10% e il presidente della regione Liguria Giovanni Toti 8%. Il 9% delle preferenze non è andata da alcuno di questi nomi e infine una buona percentuale di elettori, il 17%, non ha risposto alla domanda.
Ad un mese quasi dal referendum costituzionale, i sondaggi politici ed elettorali si sono giustamente concentrati sui prossimi scenari elettorali, le possibili chiamate alle urne nei prossimi mesi e le ultime intenzioni di voto dei partiti politici. Ma un dato interessante è fare l’operazione di Quorum, il servizio di sondaggi che collabora con Sky Tg24: analizzando il voto sul referendum, il sistema di sondaggisti ha tentato di andare a verificare dove e perché Renzi avrebbe perso nella riforma costituzionale da lui sostenuta al 100% per tutta la sua azione di governo. E si scoprono, ad esempio nei dati e voti sulle categorie al voto, dove realmente il segretario Pd deve ricostruire la fiducia nel suo elettorato. Nei sondaggi politici di Quorum si scopre come solo il 34% dei dipendenti lavoratori ha votato per il Sì, il 66% si è schierato contro; male anche tra gli autonomi, con il Sì appiedato al 33% contro il No al 67%. Su disoccupati e casalinghe invece il Sì ha leggermente rialzato, con il 36% dei Sì e il 65% dei No, mentre è nel confronto generazionale che il rottamatore ha essenzialmente fallito. Solo il 21% degli studenti ha votato per il Sì, mentre di contro il 61% dei pensionati ha deciso di seguire l’azione di Renzi: un controsenso se si guarda le passate campagne elettorali di Renzi, tutte volte al rinnovamento e alla proposta dei giovani. Proprio qui deve cominciare la profonda autocritica del segretario dem e della maggioranza e dai giovani, non è una banalità questa volta, bisogna ripartire.
Sembra non riscuotere molto consenso il nuovo premier. Secondo infatti gli ultimi sondaggi elettorali e politici gli italiani avrebbero preferito un altro nome alla guida dell’Esecutivo. Dopo le dimissioni del premier Matteo Renzi, in seguito all’esito negativo del referendum costituzionale dello scorso 4 dicembre, il presidente della Repubblica ha dato mandato a Paolo Gentiloni per formare il nuovo governo. L’ex ministro degli Esteri del governo Renzi è quindi diventato il nuovo presidente del Consiglio. Ma chi avrebbero voluto gli elettori come nuovo premier? Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera dei deputati, in base ai risultati dei sondaggi elettorali e politici effettuati lo scorso 5 dicembre dall’Istituto Ipsos srl per Itv Movie srl (trasmissione DiMartedì): è lui infatti che ha ottenuto la maggior parte dei consensi, il 23%, degli intervistati. Secondo le percentuali di questi sondaggi elettorali e politici sono questi gli altri politici che gli italiani avrebbero preferito come presidente del Consiglio: il premier uscente Matteo Renzi (12%), il leader della Lega Nord Matteo Salvini (9%). Ma c’è anche chi avrebbe voluto una carica istituzionale (18%) o un tecnico (5%). Nessuno di questi nomi per il 21% degli elettori intervistati e nessuna indicazione infine per il 12%.
Negli ultimi sondaggi elettorali e politici vengono presi in considerazione i possibili scenari in caso di elezioni a breve termine. Una delle possibilità è infatti anche quella che il nuovo governo Gentiloni non riesca a terminare la Legislatura nel 2018. E dunque se si dovesse andare alle urne nel 2017 come si comporterebbero gli elettori. In uno degli ultimi sondaggi elettorali e politici realizzati da Index Research – la rilevazione è stata effettuata lo scorso 14 dicembre per vari committenti tra cui il programma di La7 Piazza Pulita – è stata posta questa domanda a coloro che nelle intenzioni di voto hanno dichiarato di votare per il M5s: “Se fosse l’unico modo per arrivare a governare il Paese, per lei sarebbe plausibile che il M5s accettasse un’alleanza o una qualsiasi forma di appoggio esterno?” Gli elettori del Movimento 5 Stelle hanno risposto in stragrande maggioranza, il 74,9%, che “non è accettabile nessuna alleanza o appoggio esterno” ad altri partiti. Basse le percentuali di elettori M5s che, secondo i risultati di questi sondaggi elettorali e politicihanno, indicato un partito al quale il Movimento dovrebbe dare il suo appoggio per diventare forza di governo: Lega 5,9%, Fratelli d’Italia 1,4%, Forza Italia 0,2%, Partito Democratico 0,1%, Sinistra 3,4%. Infine il 14,1% non ha risposto alla domanda.
, il nuovo anno arriva e per il Movimento 5 Stelle sarà utile dare un’occhiata ai dati relativi al sondaggio ultimato da Index Research dello scorso 21 dicembre. In pratica, nell’anno delle probabili elezioni nazionali, con il problema “Roma” che prosegue ancora, sarà un importante se non decisivo passaggio per il futuro del M5s nella politica italiana dei prossimi anni. Secondo i sondaggi rilevati tra gli elettori del Movimento (che lo hanno dichiarato nelle intenzioni di voto) risulta che l’ideale candidato premier, forse il momento di vitale importanza delle prossime scelte in casa Casaleggio, non è nessuno di quelli proposti dall’istituto di sondaggistica. Alessandro Di Battista, Luigi Di Maio e Roberto Fico: sono tutti visti come non ideali premier, dato he il 34% degli elettori grillini preferirebbe qualsiasi altro nome e comunque non loro. Il 26% non risponde e solo il 16% vede premiare Di Battista come futuro candidato premier de Movimento, battendo Di Maio al 13% e Fico al 11%. Direttorio attuale che pare essere bocciato dalle ultime scelte e dinamiche della giunta Raggi: Grillo dovrà inventarsi qualcosa visto che al momento la base grillina non sembra gradire le personalità scelte per traghettare l’M5s anche nel 2017.
È una domanda che non solo nelle sale politiche o nei sondaggi elettorali viene posta spesso, anche nelle “chiacchiere” tra normali cittadini interessati minimamente di politica, o semplici critici della gestione della Repubblica: “ma al governo il Movimento 5 Stelle sarebbe pronto?”, si chiede in tanti specie dopo le crisi del centrodestra, ormai perenni, e dello stesso Pd dopo la sconfitta del referendum. Un governo M5s sembra infatti, secondo i sondaggi elettorali e politici, l’ipotesi ancora più attualizzatile secondo gli italiani e le loro intenzioni di voto. E infatti, a domanda secca posta dal sondaggio di Index Research del 19 dicembre scorso, gli italiani hanno risposto positivamente: «Secondo Lei il Movimento Cinquestelle è pronto per governare il Paese?» e le risposte sono positive, visto che per il 45,9% un governo retto da Grillo, Di Maio, Di Battista o chi per esso è pronto per scendere in campo, mentre il 37,5% è assai scettico su un possibile successo di un esecutivo a guida Cinque Stelle. I problemi di Roma con la giunta Raggi al momento non sembrano aver scoraggiato la fiducia in un possibile governo M5s che al momento rimane il partito con maggiori possibilità di vittoria.
Secondo gli ultimi sondaggi elettorali e politici la maggioranza degli italiani vorrebbe andare al voto la prossimo primavera, dopo la messa a punto della nuova legge elettorale. Ecco quindi che i vari Istituti di ricerca stanno sondando l’opinione degli elettori su chi dovrebbero essere i candidati premier dei principali partiti. Per quanto riguarda il Movimento 5 Stelle Index Research ha effettuato una rilevazione lo scorso 14 dicembre per vari committenti tra cui il programma di La7 Piazza Pulita. A coloro che nelle intenzioni di voto realizzate nelle ultime settimane hanno dichiarato di votare per il M5S (348 casi) è stato chiesto di scegliere il candidato premier del Movimento fondato da Beppe Grillo. Tra i nomi indicati da questi sondaggi elettorali e politici il deputato M5s Alessandro Di Battista ha raccolto il 18,4% delle preferenze, battendo Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera dei deputati, che ha raccolto il 15,9%. Chiara Appendino, sindaco di Torino arriva al 12,3% mentre Roberto Fico, Presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza Rai all’8,7%. Ma la maggioranza delle risposte, il 24,1%, non ha riguardato alcuno di questi nomi. Inoltre il 6,8% degli elettori ha indicato altri nomi e infine il 13,8% non ha risposto alla domanda posta da questi sondaggi elettorali e politici.