Un referendum costituzionale segnato dalle polemiche sulle matite copiative, a proposito delle quali le polemiche non si placano e c’è chi – come il Codacons – annuncia ricorsi. Si tratterebbe di brogli elettorali: un’accusa che il ministero dell’Interno respinge al mittente. Che sta dalle parti di Sinistra Italiana, di M5s (Grillo ci ha scherzato sopra e ha detto che riconoscerà il risultato), di Salvini (Lega). ” “Le matite cosiddette ‘copiative’ – scrive il Viminale – sono indelebili e sono destinate esclusivamente al voto sulla scheda elettorale. Il ministero dell’Interno in media ogni anno ne acquista un certo numero basandosi sul fabbisogno storico per rifornire i depositi ed essere in grado di rifornire le prefetture man mano che manifestano il loro fabbisogno”. A vincere il relativo appalto per la fornitura di 130mila è stata la ditta Luca Srl, che a sua volta si rifornisce dalla tedesca Faber-Castell. “Utilizziamo matite prodotte dal Faber-Castell almeno da cinque anni” ha precisato il Viminale. Intanto, il tempo a disposizione delle matite “truccate” sta scadendo, perché alle 23 chiuderanno i seggi e si inizierà lo spoglio.
Dopo l’ultima rilevazione dell’affluenza al referendum 4 dicembre sulla riforma costituzione, forse la domanda del “come si vota” resta un dubbio aperto per alcuni comuni del Sud Italia, mentre sulla stragrande maggioranza del Paese “grava” una ottima affluenza ad ancora 4 ore dalla chiusura delle urne. Mentre intanto le polemiche sui brogli presunti per la matita copiativa “cancellabile” continuano imperterriti, l’analisi con i dati ufficiali mostra alcune curiosità interessanti sul panorama nazionale elettorale. Ebbene, tra i Comuni Top&Flop va segnalato la performance strepitosa di Vicenza, il capoluogo con la più alta affluenza registrata alle 19, con il 67,86% degli elettori. E il peggiore? È Crotone in Calabria la città in Italia con meno votanti in assoluto, il 39,25% dei votanti. Questo resta anche lo specchio sulle regioni, visto che proprio il Veneto con l’Emilia Romagna sfiora il tetto del 70% alle ore 19, mentre la palma di peggiore resta in “groppa” a Calabria e Sicilia. Come dicevamo in precedenza, male Napoli, benissimo Milano, Roma nelle medie nazionali.
Pare proprio che come si vota al referendum costituzionale ormai sia chiaro a tantissimi italiani: l’affluenza resta altissima anche alle ore 19, addirittura cresce rispetto alle 12 in proiezione e si porta con una percentuale di votanti assai più alta di tutti i referendum costituzionali precedenti e anche delle ultime tornate elettorali in un giorno solo. Con quasi tutti i comuni scrutinati, l’affluenza generale si stima sul 57,44% degli aventi diritto al voto: dando un’occhiata alle affluenze dei comuni, in questo referendum costituzionale, vola la città di Bologna al 66,96% mentre Milano si appresta alla seconda piazza dimostrando un grande interessamento per questo voto (al 62%). Firenze al 67%, Roma invece molto più bassa della media delle altre città, al 58% ma comunque in media nazionale. Molto più basse le percentuali di votanti al sud Italia, che di fatto “tirano” giù la media sulle votazioni al referendum costituzionale: Napoli al 44%, Palermo al 42% e Cagliari al 52% degli aventi diritto al voto. Prossimo appuntamento con i risultati finali delle affluenze e con le prime proiezioni sul voto referendario confermativo.
Nel referendum costituzionale di oggi sulla riforma Renzi-Boschi alle ore 19 si è recato nei seggi il 56,71% degli aventi diritto (il dato alle ore 12 era del 20,14%). Questa la situazione dell’affluenza alle ore 19 nelle diverse regioni italiane. In Piemonte la percentuale di votanti è del 58,9%, in Valle d’Aosta del 60,5%, in Lombardia del 65%, in Trentino alto Adige del 62,4%, in Veneto del 66,12%, in Friuli V.G. del 63,9%, in Liguria del 60,7%, in Emilia-Romagna del 56,7%,in Toscana del 64,14%, in Umbria del 60,32%, nelle Marche del 61,12%, nel Lazio del 57,9%. In Abruzzo la percentuale di votanti si attesta sul 56,5%, mentre è del 50,5% in Molise. Veniamo alle regioni del Sud e a quelle dell’italia insulare. In Campania ha votato il 46,85%, in Puglia il 47,46%, in Basilicata il 47,89%. La più bassa percentuale della penisola di registra in Calabria con il 43,9% degli aventi diritto, che salgono invece al 44,26% in Sicilia e al 49,66% in Sardegna. Il dato nazionale relativo all’affluenza, in questo giornata referendaria in cui si dice Sì o No alla riforma costituzionale, è del 57%, secondo i dati forniti dal Viminale.
Gli italiani si stanno recando alle urne in questo referendum costituzionale per dire Sì o No alla riforma della Costituzione voluta dal governo Renzi. Nel capoluogo lombardo, da sempre esempio di spirito civico e teatro alle ultime amministrative di una sfida all’ultimo voto tra Beppe Sala e Stefano Parisi, alle ore 12 si era recato al voto il 23,27% degli aventi diritto, un dato superiore di tre punti alla media nazionale (20,14%). Sono 7,4 milioni i lombardi chiamati a referendum, 2,3 milioni nella sola area metropolitana di Milano e 943mila in città. Nella Regione Lombardia il capoluogo è però alle spalle di Bergamo (26,36%) nella classifica dell’affluenza, facendosi superare anche da Cremona (25,28%) Lecco (25,26%), Lodi (25,02%), Brescia e Mantova. I prossimi dati relativi all’affluenza arriveranno alle ore 19, mentre le urne chiuderanno alle 23.
Come si vota al referendum costituzionale è una delle domande che gli italiani continuano a farsi oggi nella giornata del voto sulla riforma della Costituzione voluta dal governo Renzi. Durante le votazioni, così come nelle 24 ore precedenti, vige il silenzio elettorale: dunque non si possono fare appelli per il voto. Proprio oggi, giornata di votazioni, sarebbe stato violato però il silenzio elettorale, secondo la denuncia del Codacons. L’associazione a difesa dei consumatori, si legge infatti sul sito, segnala alla Procura di Roma “la presenza sul Televideo Rai di un messaggio pubblicitario a favore del SI, un invito ai telespettatori comparso in data odierna e che potrebbe violare le disposizioni in materia elettorale”. Il Codacons pubblica online anche la foto della schermata del Televideo Rai in cui si vede in fondo la pubblicità incriminata. Polemiche e contro polemiche sulla tornata elettorale che sta coinvolgendo con un buon numero di votanti la sfida sulla riforma costituzionale: chi vincerà al referendum dopo la chiusura delle urne alle ore 23?
Gli italiani sono chiamati alle urne per il referendum “approvativo” che dovrà decidere le sorti della riforma costituzionale promossa dal governo Renzi. Alle ore 12 l’affluenza era molto alta, pari al 20,14% a livello nazionale (nello scorso aprile, alle ore 12 l’affluenza al referendum abrogativo sulle trivellazioni era dell’8%). E’ Bologna, a metà giornata, la città prima per affluenza, con il 27,02% di venti diritto che si sono recati alle urne. Diamo invece uno sguardo al voto al Sud Italia. La Regione con l’affluenza più bassa è la Calabria (13,02%) seguita dalla Sicilia con il 13,63%, dalla Basilicata con il 14,5%, dalla Campania con il 15,12%. Seguono nella scala dell’affluenza la Puglia, 16,37%, mentre al primo posto si trova la Sardegna con il 18,78% di aventi diritto che si sono recati alle urne. La città in cui si è votato di meno è Agrigento, 10,71%, mentre quella in cui gli elettori sono più affezionati alle urne è Cagliari, dove a mezzogiorno ha votato il 20% degli aventi diritto. I nuovi dati dell’affluenza saranno resi noti alle 19, quattro ore prima della chiusura delle urne (ore 23).
Per capire come si vota al referendum costituzionale è stato molto semplice quasi per tutti, come confermano dai vari seggi elettorali i vari report: l’affluenza è stata molto alta ma nelle varie città già grandi si è registrato un autentico boom di presenze dopo le ore 12. In attesa della seconda ondata di dati ufficiali alle ore 19, nei seggi elettorali si sono presentati a Bologna più cittadini di ogni altra grande città italiana (e l’Emilia Romagna rappresenta anche la regione più “attiva” al voto). Se ci aggiungiamo che Ferrara è la prima provincia per elettori al voto (27% contro il 26% dei bolognesi) scopriamo come la regione emiliana sia davvero in cima alla lista dei votanti a questo referendum costituzionale. Seguono: Firenze con il 24,92; Venezia con il 23,80; Milano con il 23,27; Torino con il 20,66; Roma con il 19,70, con la capitale economica che batte così quella ufficiale. In generale, rispetto alle ultime elezioni europee (dove l’affluenza era stata alta già dopo le ore 12) questo appuntamento sul referendum rischia di far arrivare il dato sull’affluenza ai risultati “record”.
Dopo le ore 12 il referendum costituzionale in Italia ferma il dato dell’affluenza al 20,14%, con le operazioni del voto che ovviamene continuano fino alle 23, l’orario limite per le votazioni in tutto il Paese. Come si vota sulla scheda elettorale ormai è chiaro per tutti, anche se ai seggi qualcosa ancora viene registrato come difficoltà di spiegazione sui “soliti” temi: dove riporre la scheda, se piegarla dentro o fuori dall’urna coperta e se portarsi dentro o meno il telefono cellulare. Al netto di questi dettagli, vediamo una iniziale analisi dell’affluenza in tutta l’Italia: al 20,09% il dato generale, con l’Emilia Romagna che vince la palma della Regione più Attiva al voto in queste prime ore dalle 7 alle 12. Peggiore e ultima in classifica la Sicilia, che secondo i dati ufficiali forniti dal Viminale in questo referendum costituzionale ha registrato il basso 13,63% degli aventi diritto al voto che si sono presentati alle urne. Bene Lombardia e Veneto, con il 23,8% e il 23,99%, tiene bene l’affluenza anche nel Lazio al 19,49% mentre nella Toscana di Renzi si registra un alto 22,17% Sul fronte città metropoli, Milano batte Roma 23,7% vs 19,7%, mentre Napoli arriva ad un basso 15,10%, “superato” solo da Palermo al 14,10%.
Ad un’ora circa da mezzogiorno, il referendum costituzionale e tutte le pratiche su come si vota, quando si vota e che cosa si vota sono in pieno svolgimento: urne aperte che registrano in molte località d’Italia già una buona dose di affluenza fin dalle prime ore del mattino. Mentre gli italiani all’estero hanno già votato, i nostri concittadini si apprestano fino alle 23 ad emettere il proprio giudizio sul Sì o il No al referendum costituzionale. Come ogni tornata elettorale, anche in quest’occasione la carica dei 18enni al voto si fa presente: primo voto per 354.010 appena maggiorenni, di cui 182mila uomini e 171mila donne, riportano i dati del Ministero degli Interni. Sui 7998 comuni presenti in Italia, sono ben 387 quelli che hanno un solo elettore 18enne al voto, invece sono 349 quelli senza nessun appena maggiorenne presente alle urne. Tra le curiosità espressa da LaPresse, scopriamo che è Roma il comune con il più alto numero di 18enni al voto che in queste ultime settimane si sono informati sulle modalità di svolgimento del referendum e sul come si vota sulla scheda elettorale (per un primo voto, un’impresa non impossibile quella di questo 4 dicembre 2016). Sono 12.711 i diciottenni che potranno votare a Roma per la prima volta al referendum del 4 dicembre, di cui: 6.604 uomini e 6.107 donne.
Nel giorno del voto per il referendum costituzionale oggi 4 dicembre 2016 gli uffici comunali resteranno aperti per tutta la giornata. Nel caso in cui infatti qualche elettore avesse smarrito la tessera elettorale, oppure non abbia più spazi liberi per apporre nuovi timbri, potrà recarsi appunto presso gli uffici comunali per chiedere una nuova tessera con la quale poter andare a votare. Sono chiamati a esprimersi sulla riforma costituzionale voluta dal governo Renzi 50,7 milioni di italiani, di cui circa 4 milioni residenti all’estero. Le principali modifiche del Titolo V della seconda parte Costituzione, modifiche che gli elettori dovranno decidere se approvare o respingere, vanno dallo stop al bicameralismo perfetto per molte materie, al federalismo corretto con l’attribuzione di più poteri allo Stato, fino alla cancellazione delle province (dopo la trasformazione in “enti di area vasta”) passando per l’abolizione del Cnel.
Votano oggi per il referendum sulla riforma costituzionale anche i terremotati delle regioni del centro Italia colpite dal sisma nei mesi scorsi. A Norcia i seggi, come si legge sulla Gazzetta di Parma che riporta un’agenzia di stampa Ansa, sono stati allestiti all’interno di una tensostruttura nel campo sportivo a ridosso dell’ospedale. I cittadini che non si sono voluti allontanare dalla loro città, diverse decine, potranno votare in quattro seggi. A Cascia sono invece cinque i seggi destinati agli elettori della cittadina: sono stati concentrati nella vicina Roccaporena, in una struttura in cemento armato di proprietà della diocesi. A Preci per il voto al referendum sulla riforma costituzionale è stato allestito un unico seggio in una struttura in legno di proprietà di un’associazione non profit. Infine i 450 terremotati che risiedono a Perugia, Terni, Magione e Corciano potranno votare nei comuni dove sono stati temporaneamente alloggiati dopo il terremoto.
Come si vota al referendum costituzionale del 4 dicembre 2016? Una domanda spesso sottovalutata ma alle volte decisiva a meno di vedere schede elettorali annullate che spesso possono inficiare il risultato del voto. Di certo uno degli aspetti determinanti della partita referendaria sarà quello riguardante il dato sull’affluenza. Il Ministero dell’Interno comunicherà come di consueto per tre volte l’affluenza alle urne: alle 12, alle 19 e alle 23. Per quanto trattandosi di un referendum confermativo non serva raggiungere alcun quorum, già dal dato sull’affluenza si potrà comprendere quanto gli italiani si sono appassionati all’oggetto di una partita elettorale che mette in gioco molto del futuro del Paese. I precedenti più recenti di referendum costituzionali sono quello del 7 ottobre 2001, quando l’affluenza si attestò al 34,1%, e quello del 25 e 25 giugno 2006, quando il voto spalmato su due giorni consentì di raggiungere una percentuale del 52,5%.
Mancano ancora poche ore all’apertura dei seggi che daranno il via ufficialmente al voto valido per il referendum costituzionale del 4 dicembre 2016. Tutti i leader politici, indipendentemente dallo schieramento di appartenenza, hanno rivolto l’invito agli elettori a recarsi alle urne per esercitare il proprio diritto/dovere. Ma quanti sono gli italiani chiamati a votare nella giornata di domani? Come fa sapere il portale del Ministero dell’Interno potranno recarsi alle urne 46.714.950 elettori, di cui 22.465.280 maschi e 24.249.670 femmine. Il corpo elettorale sarà ripartito nei 7.998 Comuni e nelle 61.551 sezioni elettorali del territorio nazionale ai quali bisogna aggiungere i 3.995.042 elettori aventi diritto al voto per corrispondenza all’estero, suddivisi tra 2.077.455 maschi e 1.917.587 femmine.
Il referendum costituzionale del 4 dicembre è alle porte: meno di 24 ore all’apertura dei seggi, e per questo è necessario illustrare come si vota per avere un quadro completo della situazione. Iniziamo col dire che a differenza di quanto capita spesso per altri tipi di consultazione, il voto non è “spalmato” su due giorni. I seggi resteranno aperti infatti dalle 7 di domani fino alle 23 di domenica 4 dicembre 2016. Per poter votare bisognerà esibire al seggio un documento di riconoscimento (vanno bene indistintamente carta d’identità, patente e passaporto) nonché la tessera elettorale. Nel caso in cui quest’ultima fosse stata smarrita sarà possibile richiederne una nuova agli uffici comunali che sono aperti da oggi, sabato 3 dicembre, dalle ore 9 (e lo saranno fino alle 18) e riapriranno domenica 4 dicembre per tutta la durata delle operazioni di voto (dalle 7 alle 23).
Importante informarsi su come si vota a poche ore dal referendum costituzionale del 2016 mentre l’Ansa informa che sono stati costituiti i seggi di tutte le sezioni d’Italia che ospiteranno la consultazione di domani, 4 dicembre 2016. La costituzione degli uffici elettorali è avvenuta alle ore 16, con il primo atto che si è tradotto nell’autenticazione delle schede di votazione attraverso l’apposizione della firma da parte dello scrutatore sulla facciata esterna della scheda. Subito dopo si è proceduto all’apertura dei plichi contenenti il bollo della sezione, con l’apposizione del timbro della sezione sulle schede elettorali. Tra gli ultimi atti che regolano la prassi in tutta Italia vi è quella per cui il presidente dell’ufficio elettorale determina gli orari in cui i ricoverati e i detenuti possono esercitare il loro diritto al voto. Una volta espletate queste pratiche si è proceduto al sigillo dell’urna, della cassetta o delle scatole che contengono le schede e si provveduto a chiudere il plico contenente tutti gli atti, i verbali e il timbro della sezione prima di sfollare la sezione e chiuderla.
Il conto alla rovescia è agli sgoccioli: ancora poche ore a disposizione per capire come si vota al referendum costituzionale del 4 dicembre 2016. Una delle parole più ascoltate in periodo di campagna elettorale è il cosiddetto “quorum”, ovvero il numero legale di elettori che è necessario raggiungere affinché la consultazione venga ritenuto valido. Trattandosi però di un referendum confermativo, basato cioè su una legge di riforma costituzionale già approvata dal Parlamento, ma senza la maggioranza qualificata dei due terzi, non è necessario alcun quorum, al contrario di quanto avviene per i referendum di tipo abrogativo. Come si legge sul sito del Ministero dell’Interno, i referendum confermativi come quello di domani, 4 dicembre 2016, si svolgono “nel caso in cui entro tre mesi dalla pubblicazione della legge stessa, ne facciano richiesta un quinto dei membri di una camera, oppure 500.000 elettori oppure cinque consigli regionali”.
Si avvicina il grande giorno del referendum costituzionale, quindi è importante prepararsi al meglio per questo appuntamento importante della vita politica e della storia italiana. Il referendum chiede ad ogni elettore se è favorevole o meno a cambiare alcuni articoli della Costituzione sul funzionamento delle istituzioni, dunque bisogna traccia una croce sul Sì se si vota a favore dell’insieme delle proposte o sul No se si vota per la bocciatura dell’insieme della riforma. È possibile optare anche per la scheda bianca. L’esito del quesito referendario non dipende dal quorum legato all’affluenza alle urne, perché è un referendum costituzionale, quindi tra il Sì e il No vincerà l’opzione che raccoglierà più voti. Per votare dovrete recarvi dalle 7 alle 23 di domenica 4 dicembre con un documento di riconoscimento e la tessere elettorale. Se l’avete smarrita o se non avete più spazio per i timbri in quella a disposizione, dovete recarvi presso gli uffici elettorali o di anagrafe del Comune di residenze.
Per capire come votare al referendum costituzionale del 4 dicembre è importante capire innanzitutto cosa votare, quindi facciamo chiarezza sul quesito che troverete nella scheda elettorale. Il testo è il seguente: “Approvate voi il testo della legge costituzionale concernente ‘Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione’ approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016?”. Il segno X sul Sì o il No, dunque, riguarda l’insieme della riforma, non solo alcuni aspetti della stessa. Questo aspetto è scontato e al tempo stesso fondamentale ai fini della votazione. Le operazioni di scrutinio cominceranno subito dopo la chiusura dei seggi, quindi alle 23.