6) – Sul Cnel e sulla sua abolizione la partita potrebbe ancora non essere finita: il Parlamento infatti, se effettivamente sono tutti d’accordo con la soppressione di un ente considerato non essenziale oltre che un costo inutile per lo stato, potrebbe già dal prossimo governo porre l’abolizione ai due rami del Parlamento (già due, visto che il Senato rimane esattamente com’era fino ad oggi, con la bocciatura della riforma Boschi). Un retroscena de Il Giornalte prima del voto aveva svelato come l’abolizione del Cnel poteva essere inserito in via di soppressione ben prima del Referendum e senza doverla inserire in Riforma Costituzionale. Tutti i partiti sono, infatti, d’accordo sull’abolizione del Consiglio Nazionale Economia e Lavoro, quindi sarebbe bastato stralciare il provvedimento dal pacchetto della riforma della Costituzione e farlo approvare dai due rami del Parlamento. Questa richiesta è stata avanzata dal Movimento 5 Stelle e da alcuni esperti del settore, ma non è stata accolta dal governo. Renzi ha voluto inserirla in Riforma ma ora si ritrova non solo con la bocciatura dell’intera riforma, ma con un Cnel in salute e salvo, a differenza del governo Renzi…
Con i risultati del Referendum Costituzionale di ieri, il Cnel rimane dov’è e resta sano e salvo: la riforma Boschi alle prese con l’esame dei cittadini alle urne poneva l’abolizione del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, ma così non è avvenuto. Nel settore del contentimenti dei costi della politica e delle istituzioni, il governo Renzi aveva promesso l’abolizione di questo ente considerato inutile da più parti e che nella storia della Repubblica Italiana ha assolto il proprio compito di suggerimenti e consigli per il Tesoro e per il Ministero del Lavoro in pochi casi, con reali progetti di legge davvero scarsi in quasi 50 anni di storia (è stato istituito nel 1967). Le materie di sua competenza sono la legislazione economica e sociale. È un organo consultivo del Governo, delle Camere e delle Regioni, e ha diritto all’iniziativa legislativa, limitatamente alle materie di propria competenza. Ora però rimarrà come tale, visto che con la bocciatura della riforma al referendum viene ripristinato l’ordinamento previsto dalla Costituzione, con il Cnel di nuovo funzionante e con la conseguente ulteriore sconfitta del premier Renzi e del fronte del Sì.
Vince il No, il Cnel non viene abolito e non solo, Renzi perdendo viene “sfottuto” sul web con le più incredibili immagini che fantasticano su eventuali festini e trenini all’interno del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro. Il vero protagonista è proprio il Cnel dunque, su internet e sui social appena dopo giunti i risultati con la vittoria del No. Primi exit poll e già i vari account erano intasati a ironie e battute cult sui brindisi immaginati tra i dipendenti del Cnel. «Tutti al Cnel a brindare alle dimissioni del Governo», ma anche «Volevo propormi al #CNEL sapete mica se hanno aperto per qualche nuova assunzione? #referendum :-)» scrive la bella giornalista di Sky Sport Irene Saderini. «Treni s spumante, allo Cnel si festeggia!», fino al iconico «Stanotte Brunetta e #DiMaio festeggeranno con un maxi rave al #Cnel». Festeggiamenti e simboli di un momento importante per il nostro Paese dove una riforma costituzionale viene sì bocciata ma anche chiama alle urne un numero importantissimi di italiani che per una volta si sono rivoltati alle urne per esprimere il proprio giudizio. Ecco, allo Cnel l’avranno sicuramente gradito… Clicca qui per vedere foto e gif sulla mancata abolizione del Cnel