Interviene anche il deputato M5S Alessandro Di Battista, ex membro del direttorio grillino, sul blog di Beppe Grillo. E lo fa con un post in cui attacca Renzi, Alfano, Verdini e Boschi rei di aver “bloccato il Parlamento” con “riforme costituzionali dannose e bocciate dalla stragrande maggioranza degli italiani”. Riguardo al post referendum e alla crisi di governo che si sta per aprire con l’ufficializzazione delle dimissioni di Matteo Renzi, Di Battista sottolinea che il Movimento 5 stelle “non intende bivaccare mesi su mesi alla ricerca di una quadra con i partiti politici responsabili dei disastri in Italia”. In merito poi alle discussioni di queste ore sulla legge elettorale puntualizza: “Hanno fatto una legge elettorale contro il M5S e adesso che si sono resi conto che non ci sfavorirebbe come pensavano vogliono correre ai ripari. Ripeto, noi li conosciamo. Non gli interessa fare una legge elettorale migliore per i cittadini, gli interessa un “anticinquestellum”, una legge elettorale contro il Movimento. E noi che cosa dovremmo fare? Sederci al tavolo con questi “ladri di democrazia”? Aprire una trattativa con questi bari?”. “Non ci faremo trascinare in estenuanti trattative sulla legge elettorale – conclude Di Battista -. Il Paese è stufo. Per noi l’Italicum, la legge elettorale che loro si sono votati, ha dei profili di incostituzionalità”.
Dopo la vittoria del No al referendum costituzionale del 4 dicembre, e con un Matteo Renzi molto indebolito dopo il responso delle urne che ha bocciato le sue riforme, il Movimento Cinque Stelle ha l’opportunità di sfruttare il vuoto lasciato dalle forze politiche tradizionali e di puntare al governo del Paese. Più o meno questo il pensiero espresso da Beppe Grillo a commento del voto del 4 dicembre, ma se da una parte l’Italicum alla Camera sembra poter favorire le mire espansionistiche dei pentastellati, dall’altra il Consultellum al Senato non dovrebbe consentire ai grillini di ottenere la maggioranza. Come si aggira l’ostacolo dunque? Con un’alleanza, parola sconosciuta agli adepti del Movimento. I tempi però cambiano, e quando se ne ha l’opportunità bisogna cogliere il momento giusto per colpire. Si spiegano così le parole di Max Bugani, fedelissimo di Grillo e Casaleggio, che come riportato da Next Quotidiano ha dichiarato:”Crediamo che al Senato con la legge attuale si possa lavorare sul programma e vedere a quel punto chi ci sta. Altre forze potrebbero darci un appoggio esterno. Nei Comuni diverse volte la Lega o Forza Italia su temi per noi importantissimi sono pienamente d’accordo con noi. Si possono fare tante cose buone anche con altre forze politiche”
Protagonista di un’intervista alla Cnn in cui annuncia l’intenzione di andare presto a votare dopo il successo del No al referendum costituzionale del 4 dicembre. Si può sintetizzare così l’apparizione sul canale all news statunitense di quello che da molti viene definito candidato premier in pectore del partito di Beppe Grillo. Del resto proprio il Movimento Cinque Stelle potrebbe essere il partito che trarrà i maggiori benefici dopo la sconfitta di Matteo Renzi nella consultazione referendaria, e per questo anche i media internazionali come la Cnn sono interessati a conoscere i profili degli uomini che in caso di elezioni anticipate avrebbero molte chance di guidare il prossimo governo italiano. A rappresentare la Cnn, che per l’occasione ha schierato uno dei suoi volti più affermati, è stata la giornalista Christiane Amanpour, peccato però che Di Maio, in collegamento da Roma, non abbia mostrato il volto migliore del Movimento in quanto ad internazionalità, preferendo rispondere alle domande dell’intervistatrice in italiano. Il filtro della traduzione simultanea non ha impedito all’esperta giornalista di mettere in difficoltà il parlamentare campano, soprattutto quando si è toccato l’argomento dell’inchiesta di Buzzfeed, secondo cui il partito di Grillo avrebbe responsabilità importanti nella diffusione delle cosiddette “fake news” spesso propinate da campagne disinformative nate in Russia. Di Maio ha chiarito che questo “non corrisponde al nostro modo di fare politica”, aggiungendo che nonostante i problemi di Virginia Raggi a Roma “La nostra amministrazione sarà in grado di cambiare l’Italia, libera dalla logica delle grandi banche”. Clicca qui per il video dell’intervista alla Cnn di Luigi Di Maio!
Beppe Grillo, dopo il risultato del voto del referendum costituzionale e le dimissioni del premier Renzi, ha avviato online la discussione sul programma di un eventuale governo M5s. Il Movimento 5 Stelle sarebbe infatti pronto a governare: sul proprio blog Beppe Grillo ha infatti lanciato un appello, chiedendo “partecipazione” in rete sui temi, a partire da quello delle energie rinnovabili. Chissà se l’appello di Grillo raccoglierà consensi. Ieri però, come riporta Il Giornale, sul muro di cinta della sua villa nel quartiere genovese di San’Ilario è apparsa una targhetta in ottone: sotto la cassetta della posta è stata applicata la scritta “Ambasciata italiana Liberland”. Dunque Beppe Grillo si sarebbe proclamato “Ambasciatore di Liberland in Italia” ? Il fondatore del Movimento 5 Stelle non è nuovo a battute ironiche. Sempre ieri, racconta ancora Il Giornale, presentandosi sulla soglia della propria abitazione ai giornalisti ha affermato: “non esco”.
Le ultime vicende che hanno visto diverse tempeste abbattersi sul sembrano essersi dissolte del tutto. Il leader del partito, Beppe Grillo, ha invece approfittato dell’euforia per l’esito del referendum costituzionale 2016 per promuovere l’unità fra i propri esponenti. Un elemento che secondo il leader pentastellato potrebbe portare ad una vera differenza e ad ottenere quel posto tanto agognato al governo. Le divisioni sono comunque uno spettro fin troppo recente perché al primo evento pubblico non saltino fuori. E’ questo il timore di alcuni, per quanto riguarda l’assemblea congiunta dei gruppi parlamentari prevista per oggi, martedì 6 dicembre 2016. Anche per questo Beppe Grillo, sottolinea Il Giorno, ha invitato tutti i suoi a rimanere uniti e “niente scherzi”. Nel frattempo nella giornata di ieri i politici del M5S si sono riuniti per commentare la vittoria del No al referendum costituzionale e non hanno escluso la possibilità di accettare il congelamento delle dimissioni di Matteo Renzi fino all’approvazione della legge di Bilancio 2016. “Rientrerebbe in un atteggiamento istituzionale e responsabile”, hanno spiegato delle fonti accreditate del partito.
Non perde tempo Beppe Grillo dopo la vittoria del no al referendum costituzionale e inizia già a stilare un programma di governo. Primo punto? L’energia e la protezione ambientale, uno dei cardini fondamentali della politica del Movimento 5 Stelle: “La nostra filosofia dovrebbe essere 2-20-20. 2: passare a un consumo medio di energia che è 6 kilowatt la media europea a 2, con l’efficienza e con le tecnologie. Ci lavorano i più grandi politecnici d’Europa, da 6 kw a 2 kilowatt. Poi da 40 tonnellate pro capite di materiale che consumiamo a 20 tonnellate, e da 40 ore di lavoro a 20 ore di lavoro. Questi tre pensieri sono tre pensieri per effettuare il cambiamento del mondo, sono mezzi per arrivare un tipo di società dove il lavoro pesante lo fa la macchina, dove io ho più ho più tempo libero e liberato dal lavoro, dove lavorano i robot e io posso dedicare tempo alla mia famiglia, leggermi un libro, agli amici, alla mia vita. Vogliamo mettere la vita delle persone al centro. E per fare questo bisogna fare un cambio di pensiero, di energia”. Non si sa ancora cosa accadrà nei prossimi giorni, se saranno indette le elezioni anticipate o se sarà formato un governo tecnico. Beppe Grillo è però convinto di una cosa: se si andasse domani alle urne, vincerebbe il Movimento 5 Stelle.
Beppe Grillo è certamente uno dei massimi vincitori dopo il Referendum Costituzionale: ha sconfitto in serie la riforma Boschi, il Premier Renzi e molto probabilmente anche il Governo Pd. Assieme ai leader del centrodestra, il Fronte del No si è costituito principalmente attorno alle proposte e campagne dei Grillini che ora infatti rivendicano non solo la vittoria ma anche un’immediata conseguenza, espressa ieri sera da un lungo post di Beppe Grillo sul suo blog. «Evviva! Ha vinto la democrazia. La risposta degli italiani come affluenza alle urne e come indicazione è stata netta», con la base del Movimento che ha esultato per ore sui social e sulla piattaforma M5s. Ora però sono stabiliti anche i prossimi step che prevedono sostanzialmente un’unica via, che si chiama elezioni anticipate: «Gli italiani devono essere chiamati al voto al più presto. La cosa più veloce, realistica e concreta per andare subito al voto è andarci con una legge che c’è già: l’Italicum. Abbiamo sempre criticato questa legge, ma questi partiti farebbero di peggio e ci metterebbero anni legittimando l’insediamento di un governo tecnico alla Monti». Sul Senato Grillo considera che si possa proporre di applicare dei correttivi per la governabilità alla legge che c’è già: il Consultellum. «Ci vogliono cinque giornate di lavoro. La nostra proposta a tutti è di iniziare a lavorarci domani e avere la nuova legge elettorale in settimana. Non si può bloccare il Parlamento discutendo una nuova legge elettorale. Si deve votare il prima possibile».
In questo momento il Movimento 5 Stelle si sente più forte che mai: dopo la vittoria del no al referendum costituzionale, Beppe Grillo, Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista stanno premendo per andare alle elezioni anticipate con l’Italicum. In questo caso ci si chiede chi possa essere il candidato premier, se Luigi Di Maio o Alessandro di Battista, i due nomi più papabili per la carica di Presidente del Consiglio: a meno che, ovviamente, non ci sia un colpo di scena e si proponga un altro nome. A novembre Alessandra Di Battista però, già diceva che non avrebbe avuto problemi a ricoprire il ruolo di premier se gli elettori lo avessero voluto come Presidente del Consiglio: “Noi ci presenteremo alle prossime elezioni politiche con una squadra di governo ben delineata. Non è che poi i ministri ce li troveremo nel governo dopo. Ragioniamo a carte scoperte con i cittadini. Se gli iscritti al movimento dovessero individuare me come candidato presidente del Consiglio non mi tirerò indietro”, ha detto Alessandro Di Battista a novembre durante un’intervista al Tg4. che il dado sia già stato tratto?
Il Movimento 5 Stelle ha già iniziato a diffondere i punti programmatici che hanno intenzione di attuare in un loro ipotetico governo. Alessandro Di Battista, parlamentare del M5S, ha messo tra i primi punti anche l’approvazione del reddito di cittadinanza, cosa che spingerebbe i giovani a non lasciare l’Italia per cercare un futuro migliore. “Questo è il momento in cui abbiamo capito di aver dato (insieme a tanti altri) un contributo per salvare la #costituzione. Sono orgoglioso. Hanno bloccato un Paese su queste riforme inutili e dannose e bocciate dal popolo italiano al posto di occuparsi dei problemi reali. Noi continuiamo le nostre battaglie. In primis quella per il #redditodicittadinanza perché questo creerebbe lavoro e impedirebbe la fuga di 100.000 giovani all’anno. Avanti tutta!”, ha scritto su Facebook Alessandro Di Battista. Non si sa ancora chi potrebbe essere il candidato premier nel caso si andasse a elezioni anticipate: per adesso i nomi che girano sono il suo e quello di Luigi Di Maio.
Beppe Grillo ha lanciato il tema delle Elezioni anticipate appena confermata la vittoria in stragrande maggioranza del NO: ma la vera domanda, un secondo dopo l’euforia della vittoria, sorge spontanea. Chi sarà il candidato premier del Movimento 5 Stelle? «Vogliamo andare al voto il prima possibile e con questa legge elettorale dell’Italicum, e prepariamo già la futura squadra di governo sulla rete», sono le parole dell’ormai famoso post di Grillo ieri sera sul blog. Eppure, non sembrano tutte rose e fiori in casa Cinque Stelle con i dissidi che potrebbero essere nascosti ora dalla vittoria sul No, ma che potrebbero scorgere nel momento in cui i M5s dovranno decidere il candidato premier. Luigi Di Maio sembra la vera e designata candidatura, non tanto accettata interamente con la base del Direttorio ai minimi storici con il Vice Presidente della Camera, dopo il caso-Raggi a Roma. Di Maio pare abbia diversi avversari interni, a cominciare dagli ex compagni di direttorio Roberto Fico, Carla Ruocco e Carlo Sibilia. Tra i papabili per la corsa alla premiership pentastellata circolano anche i nomi di Alessandro Di Battista e della sindaca di Torino Chiara Appendino. Toccherà dunque ancora una volta a Beppe Grillo mediare e condurre verso la decisione ultima: e se ci fosse la clamorosa e improvvisa svolta di una candidatura personale?
Ha vinto Beppe Grillo al Referendum, ma ha vinto anche tutto l Direttorio che “magicamente” in questo modo cerca di superare i dissidi e gli attriti scoppiati sul caco Virginia Raggi: ieri sera alla Camera sono intervenuti quasi tutti (assenti Fico e Ruocco) per commentare il voto e la sconfitta clamorosa di Renzi. «”L’uomo solo al comando non esiste più – ha detto Di Maio – da domani siamo al lavoro per creare il programma del futuro governo del Movimento 5 Stelle», sono le parole congiunte di Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista, i due dioscuri del M5s che ora si preparano a svolgere tutte le pratiche assieme a Grillo per rilanciare la proposta di Governo e sulla Legge Elettorale. L’Italicum viene così considerato di colpo come un ostacolo superabile, visto che si potrebbe andare subito ad elezioni (e con questa formula del ballottaggio tutti i sondaggi davano e danno vincenti di Cinque Stelle, ndr). «Dalla prossima settimana inizieremo a votare online il programma di governo e in seguito la squadra di governo. Auguriamo buon lavoro al Presidente Mattarella in questo momento cruciale. Come prima forza politica del Paese siamo disponibili a fare tutti i passi necessari per arrivare alle elezioni politiche. Una lezione per tutti: non si può mentire per sempre al popolo senza subire conseguenze», chiuse così il Post di Beppe Grillo col quale prepara “le armi” per andare al voto. Assieme al Direttorio, questa è l’altra notizia. (Niccolò Magnani)