E’ fermo allo scorso 2 dicembre l’account Twitter di Maria Elena Boschi e gli ultimi messaggi pubblicati sono dei retweet degli ultimi giorni di campagna elettorale per il referendum costituzionale di domenica scorsa 4 dicembre. E anche dopo i risultati del voto al referendum il Ministro per le Riforme Costituzionali e i Rapporti con il Parlamento, non ha più twittato. Un silenzio che non è passato inosservato, tanto che c’è chi commenta sempre su Twitter quesrìta scelta di Maria Elena Boschi: “La damigella è ammutolita. nemmeno il coraggio di aggiornare la pagina . Che pena. #MariaElenaBoschi”. Ieri Maria Elena Boschi ha invece postato sul proprio profilo Facebook il commento sul voto al referendum costituzionale, annunciando la pubblicazione del “rendiconto delle tante cose fatte da questo Governo” e assicurando che la “ripartenza dopo la delusione” sarà decisa insieme a “tutti i comitati, a tutti gli amici e le amiche che ci hanno dato una mano”. Chissà perché Maria Elena Boschi ha fatto questa scelta differente riguardo ai social network…



Attenzione ancora alta su Maria Elena Boschi, il Ministro per le Riforme Costituzionali e i Rapporti con il Parlamento, dopo il no incassato dal referendum costituzionale domenica scorsa. Maria Elena Boschi sarebbe passata dalle lacrime per il risultato del voto che ha bocciato la riforma della Costituzione al sorriso. Il ministro Boschi è apparsa infatti sorridente stamattina negli uffici della presidenza del Consiglio in largo Chigi a Roma. Il premier Matteo Renzi come si sa è dimissionario: l’ufficializzazione della fine del suo governo avverrà dopo il voto sulla Manovra previsto entro domani. Le dimissioni del presidente del Consiglio sono state congelate ieri dal capo dello Stato Sergio Mattarella proprio per consentire l’approvazione della Legge di Bilancio. Prevista per domani anche la direzione del Partito Democratico sul post referendum. Vedremo quali saranno le reazioni (e l’umore) di Maria Elena Boschi ai prossimi appuntamenti che riguardano governo e partito. Clicca qui per vedere le foto di Maria Elena Boschi sorridente.



Che fine ha fatto Maria Elena Boschi dopo la vittoria del no al referendum? Se lo chiedono gli italiani su Twitter. Sul social network sono infatti vari i tweet ironici su cosa stia facendo adesso il Ministro per le Riforme Costituzionali e i Rapporti con il Parlamento. Nemmeno il premier Renzi ha citato Maria Elena Boschi dopo la bocciatura, da parte degli elettori domenica scorsa, della riforma costituzionale che porta il suo nome. Ecco infatti alcuni tweet che sono stati pubblicati nelle ultime ore sul social network: “Non dev’essere stato piacevole, per Maria Elena Boschi; E, finalmente, è bocciata #mariaelenaboschi e con lei un sistema di potere politico/bancario che ha ridotto in povertà molti risparmiatori; Amici qualcuno può rassicurarmi sullo stato di salute di @meb perché è da un po’ che non la becco in giro #mariaelenaboschi #dovesei; #MariaElenaBoschi @meb sei tanto caruccia… non potevi fare la velina? Avanzavi di fare quest’enorme figura di m…a #HaVintoLaDemocrazia; #mariaelenaboschi è sparita?; già fatte le valigie?? #mariaelenaboschi #Postreferendum”.



Non dev’essere stato piacevole, per Maria Elena Boschi, accettare il fatto che le riforme che portavano la sua firma e il suo nome siano state bocciate pesantemente dal referendum costituzionale del 4 dicembre 2016. Oltre al danno, però, secondo alcuni osservatori politici, potrebbe nascondersi anche la beffa. Come riportato da Il Giornale, infatti, la giornalista del TgLa7 Gaia Tortora ha fatto notare come il presidente del Consiglio Matteo Renzi, nel concession speech seguito alla sconfitta nel referendum nei suoi ringraziamenti abbia evitato di ringraziare, e addirittura di citare il ministro per le riforme. Questo il commento su Facebook della giornalista:”Non una parola da Maria Elena Boschi. Né da Renzi su di lei. Paga anche quello”. Osservazione simile da parte di Francesca Fagnani, giornalista già alle dipendenze di Michele Santoro e compagna di Enrico Mentana, che su Twitter ha scritto:”Significativo il fatto che la Boschi che dà il nome alla riforma non sia stata nemmeno citata, nemmeno nei ringraziamenti”. I retroscenisti sono pronti a scatenarsi: si è trattato solo di una dimenticanza o di una scelta precisa?

I risultati del referendum costituzionale 2016 stanno provocando un forte silenzio stampa che con effetto domino sta interessando anche Maria Elena Boschi. I cittadini hanno espresso con forza la loro opinione, segnando una vittoria del No con il 60% dei voti. Il Ministro si è presentata in pubblico l’ultima volta ieri pomeriggio, subito dopo che Matteo Renzi ha annunciato le proprie dimissioni. Alcuni curiosi si sono accalcati su via del Corso, come dimostra un video di Ala News per LaPresse, sollevando alcuni botta e risposta con le autorità. Numerosi gli agenti presenti sul posto, ma le contestazioni sarebbero state fra un cittadino, particolarmente nervoso per l’evento in atto, ed un esponente delle autorità. La presenza di numerosi cittadini su via del Corso ha ostruito il passaggio delle macchine ed ha richiesto l’intervento degli agenti per contenere la situazione. Clicca qui per vedere il video di Maria Elena Boschi 

Sono lacrime amare quelle di Maria Elena Boschi dopo la sonora sconfitta del Partito Democratico al referendum costituzionale, soprattutto perché insieme al premier Matteo Renzi negli ultimi tempi si erano dedicati quasi e solo esclusivamente alla campagna per il sì. Saltata la poltrona del premier che, preso atto della sconfitta, si è dimesso, ci si chiede se Maria Elena Boschi rimanga in carica adesso oppure no. Le parole di Renzi durante la conferenza stampa di ieri sera sembrano scagionarla – “la responsabilità è mia e solo mia” – ma non sappiamo cosa Maria Elena Boschi, ministro senza portafoglio per le Riforme costituzionali e i rapporti col Parlamento, deciderà di fare nelle prossime ore. Il Partito Democratico è però nel pieno della crisi, che potrebbe aggravarsi ancora di più se Maria Elena Boschi dovesse rassegnare le sue dimissioni dopo quelle di Renzi. Anche se, tra l’opinione pubblica, sono già in tanti a chiederle.

Maria Elena Boschi è stata una delle ministre più giovani che sia salita al Governo: a soli 35 anni è diventata ministro senza portafoglio delle Riforme costituzionali e dei rapporti con il Parlamento. Una carriera che sembrava sfavillante, senza intoppi e in totale discesa ma che, dopo la batosta di questo referendum costituzionale, potrebbe mettere una battuta d’arresto alla sua carriera politica. Maria Elena Boschi è stata in prima linea nella campagna referendaria per il sì e adesso ne sta pagando le conseguenze: basta guardare i commenti alla sua bacheca Facebook, dove è stata presa di mira da persone che ne chiedono le dimissioni, criticano il Jobs Act e le ricordano lo scandalo della Banca Etruria. Insomma, non sarà un bel periodo questo per Maria Elena Boschi, e non sappiamo ancora se si dimetterà come ha fatto il premier Renzi o se – ancora – sarà confermata nella prossima legislatura. Il suo futuro politico sarà probabilmente deciso nelle prossime ore.

Stupisce il silenzio stampa in cui si è trincerata Maria Elena Boschi, la ministra per le Riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento che più era in sintonia col il premier Matteo Renzi su questo referendum. Dopo la vittoria del no solo un post su Facebook per comunicare con l’elettorato: nessuna dichiarazione ai giornalisti né una conferenza stampa. Maria Elena Boschi è troppo provata per riuscire a parlare in pubblico, oppure sta discutendo la sua posizione all’interno del Partito democratico? Per adesso la ministra non ha rassegnato le sue dimissioni e non sembra intenzionata a farlo visto che ha detto che avrebbe continuato a lavorare già da oggi: ma certo è che prima o poi dovrà prendere parola visto il suo impegno in prima linea nella campagna elettorale e la sonora sconfitta ricevuta ieri notte. Alle 18.30 ci saranno le dimissioni formali presentate da Matteo Renzi: chissà che non decida di rompere proprio in quel momento il silenzio stampa.

Maria Elena Boschi su Facebook questa mattina ha scritto il suo commento, lapidario, dopo la sconfitta del suo fronte al referendum costituzionale: ha vinto il No e la sua riforma viene così spazzato via dal voto dei cittadini italiani, al 60% in pratica contro la volontà di riformare così la Costituzione. Le parole – che trovate qui sotto – sono amare, deluse e piene di tristezza per un risultato che ovviamente non voleva ma che anche non si aspettava, almeno in queste proporzioni. Venerdì sera a chiusura della campagna elettorale, Maria Elena Boschi si diceva convinta di una vittoria del fronte del Sì: «il responso delle urne in caso di successo della proposta riformista potrebbe essere una indispensabile cassetta degli attrezzi per il futuro». Così non è stato, la vittoria è andata al No e ora si ritrova molto probabilmente in un Governo dimissionario (Renzi di sicuro, si dovrà vedere l’incontro con Mattarella cosa partorito per il futuro immediato dell’Esecutivo). Di certo, un «amaro risveglio» a tutti gli effetti.

Non avrebbe retto Maria Elena Boschi di fronte alla sconfitta del Sì al referendum costituzionale e dunque si sarebbe lasciata andare ad un pianto. Il crollo del ministro delle Riforme è stato riportato dai cronisti del Corriere della Sera, secondo cui ha pesato sull’umore della Boschi anche l’esito del voto a Laterina, il suo paese natale. Avrebbe voluto un altro risveglio, lo aveva immaginato, e invece la bocciatura della sua riforma della Costituzione non è un brutto sogno. “Peccato”, esordisce nel post che ha pubblicato poco fa su Facebook. “Ha vinto il no, punto. Adesso al lavoro per servire le Istituzioni. Mettiamo al sicuro questa legge di bilancio. Poi pubblicheremo il rendiconto delle tante cose fatte da questo Governo”, ha aggiunto Maria Elena Boschi, cogliendo l’occasione per ringraziare tutti i comitati, gli amici e le amiche che le hanno dato una mano. Presto arriverà il momento di decidere come ripartire, ma prima va “smaltita la delusione”.

Ieri la sconfitta terribile al referendum, un anno fa il punto più alto: Maria Elena Boschi passa da regina incontrastata della politica italiana a ministra delusa e piangente per la fine della sua riforma e probabilmente anche della sua fulgida carriera politica. “MEB”, come si fa chiamare sui social, ancora non ha voluto parlare e forse aspetterà oggi dopo le dimissioni formali di Renzi e del suo governo davanti al capo dello Stato, Sergio Mattarella. Un anno fa dicevamo, la grande stagione di Maria Elena Boschi che otteneva l’accordo sia sulla sua Legge di riforma Costituzionale che sull’Italicum, entrambe derivate dalla sua diretta prova di collante istituzionale e di pratiche condivise in Parlamento. Una buona stella politica che sembrava non spegnersi, e invece è arrivato lo scandalo di Banca Etruria a dicembre 2015 che incrinato la fiducia nei suoi confronti prima del Parlamento e poi dei cittadini stessi. «Il Paese si spacca tra il Sì e il No alla sua riforma, mentre lei inciampa prendendosela con i partigiani dell’Anpi schierati per il No: «I veri partigiani votano Sì». La missione in Sudamerica per convincere gli italiani all’estero viene letta come una prova del suo ‘oscuramento’. Di certo c’è che, in questa campagna referendaria accesissima, al fianco di Renzi non c’è più la Boschi, ma la moglie Agnese che, infatti, il premier ieri ha ringraziato nel discorso della sconfitta», è l’analisi del Quotidiano Nazionale che non va in effetti molto lontano dalla realtà dei fatti. Maria Elena Boschi, ora, che farà?

Maria Elena Boschi, la seconda grande sconfitta di questo No al referendum: dopo Renzi e insieme a Napolitano la ministra che ha firmato la legge di riforma costituzionale è evidente che ora “si lecca le ferite” con una bozza di riforma che non verrà dunque approvata in Costituzione. Una grande sconfitta che ora apre una riflessione più approfondita: nel nuovo governo che verrà istituito nelle prossime settimane, ci sarà spazio per la Ministra delle Riforme? L’impressione è che il ministro più vicino a livello “ideologico” al premier è molto probabile che non venga riconfermato, chiunque sarà il prossimo presidente del consiglio deciso da Mattarella, nella squadra di governo che dovrebbe portare la transizione fino alle Elezioni Politiche anticipate – se nel 2017 – regolari se nel marzo 2018. Troppo vicina alle idee e riforme di Renzi per poter collaborare ad altri progetti di riforma, anche se a questo punto bisognerà vedere chi sarà questo nuovo premier scelto come “traghettatore” e se comunque non cercherà di convincere la Boschi, finora ancora “assente” dalla scena pubblica dopo il No al Referendum, a rimanere nella nuova squadra di governo.

Problemi in vista per Maria Elena Boschi dopo la bocciatura della sua riforma della Costituzione al referendum: gli scenari per il ministro delle Riforme sono stati ipotizzati dall’agenzia Agi, secondo cui all’orizzonte ci sono instabilità e problemi di governabilità del Paese. Lei è l’artefice della riforma sottoposta all’ordalia referendaria, sua doveva essere l’immagine del nuovo che straccia il vecchio, ma i risultati descrivono una realtà diversa: gli italiani non le hanno creduto e potrebbero aver inciso anche le vicende di Banca Etruria. Le cicatrici politiche lasciate da questa vicenda sono tutt’altro che rimarginate. Ora, dunque, in attesa di capire cosa ne sarà del governo, ci si interroga anche sul futuro politico di Maria Elena Boschi. La curiosità degli italiani è tanta ed è testimoniata dalla quantità di ricerche effettuate su Google: come evidenziato da Trendinalia Italia su Twitter, sono state effettuate più di 20000 ricerche attraverso Google Italia sulla ministra.

La sconfitta a Laterina è quella più dolorosa per Maria Elena Boschi: considerata per mesi l’astro nascente della politica italiana, la madrina della riforma della Costituzione ha perso pure l’ultima soddisfazione, quella cioè di essere profeta in patria. I suoi compaesani, che l’avevano difesa, le hanno voltato le spalle: in 1.014 su 2.018 hanno votato contro le sue proposte di modifica al testo costituzionale. Hanno rinnovato il loro sì 991 concittadini, ma sono 23 in meno del necessario. Avrebbe comunque perso al referendum, ma non nel suo piccolo mondo, dove – come riportato da La Nazione – ora Maria Elena Boschi è meno protagonista. Le sarebbe bastato che almeno 12 dei suoi compaesani votassero Sì per evitare la sconfitta più dolorosa, ma c’è un numero ben più impressionante: quasi 20 milioni di italiani hanno votato contro la riforma che porta il suo nome e quello di Matteo Renzi. Quest’ultimo si è dimesso dalla carica di presidente del Consiglio, quale futuro invece per la ministra?

Rabbia e delusione si mischiano dopo la sconfitta al referendum costituzionale e portano Maria Elena Boschi a piangere: la madrina della riforma della Costituzione si sarebbe lasciata andare a qualche lacrima dopo il risultato elettorale. C’è anche incredulità tra le lacrime che scivolano sulle guance, perché fino a due anni fa era negli indici di gradimento il ministro più popolare in Italia. I sorrisi di tre giorni fa erano stati interpretati come la sicurezza sulla rimonta del Sì e si è ipotizzato che Maria Elena Boschi avesse sondaggi riservati che potessero farla stare tranquilla sul trionfo del Sì. Non è andata così e, dunque, stando a quanto riferito dal Corriere della Sera, si sarebbe sfogata con un pianto che doveva rimanere segreto. La notizia è dunque trapelata dalla sua stanza ed è arrivata anche alla sede del Partito democratico. Quando è uscita da quella stanza? Dopo l’annuncio delle dimissioni di Matteo Renzi ci si chiede che fine abbia fatto nella nottata più lunga della sua giovane carriera politica.

Come se non bastasse la delusione per la sconfitta del Sì al referendum costituzionale, Maria Elena Boschi deve fare i conti con un altro dato negativo: non è riuscita a trionfare nemmeno a “casa”, cioè a Laterina. Il piccolo Comune che ha dato i natali alla madrina della riforma della Costituzione, bocciata al referendum dagli italiani, si è unito al fronte del No. Altissimo l’afflusso alle urne nel piccolo paesino, dove hanno votato 2.018 dei 2.736 abitanti per il 73,75% dell’affluenza. Ha vinto il No, ma con un margine risicatissimo: 50,57% contro il 49,43%. Tre sono state le schede bianche, dieci invece quelle nulle. “Nemo propheta in patria”, nessuno è profeta nella propria patria e lo stesso vale per Maria Elena Boschi che non ha potuto contare nemmeno sul sostegno di Laterina al referendum costituzionale. Choc e incredulità, ma soprattutto silenzio. E allora cresce l’attesa per le sue prime dichiarazioni dopo la sconfitta.