E’ ripresa la pubblicazione dei sondaggi politici elettorali dopo il voto al referendum costituzionale di domenica scorsa 4 dicembre. La pubblicazione era stata vietata dallo scorso 18 novembre e fino alla conclusione delle operazioni di voto per la consultazione referendaria. Nei nuovi sondaggi è comunque analizzato ancora il voto sulla riforma della Costituzione che ha visto gli italiani bocciare il testo proposto dal governo Renzi. Secondo la rilevazione realizzata dall’Istituto IPSOS SRL per ITV MOVIE SRL (trasmissione DiMartedì, condotta da Giovanni Floris su La7) lo scorso 28 novembre gli italiani hanno ‘bocciato’ la campagna elettorale che è stata condotta per il referendum costituzionale 2016. Al campione di elettori è stata chiesta una valutazione: “Secondo lei i toni della campagna elettorale sul referendum sono stati…” E il 64% degli italiani ha risposto ‘esagerati’ mentre solo per il 30% sono stati ‘appropriati’ (ha riposto di non sapere, o non ha voluto indicare un giudizio il 6% degli elettori).



Prima del voto per il referendum i sondaggi elettorali e politici avevano anche indagato sulla fiducia degli italiani nelle istituzioni. Dai risultati della rilevazione effettuata dall’Istituto Ixè S.r.l. per il programma Agorà di Rai 3 a metà novembre scorso, emerge che è Papa Francesco l’ ‘istituzione’ che raccoglie la maggio fiducia degli italiani: ha risposto infatti di averne molta o abbastanza l’86% degli intervistati. A seguire nella classifica delle istituzioni che raccolgono più fiducia si sono le Forze dell’ordine con il 72%, le Forze armate con il 71%, la Chiesa con il 57% e sempre con il 57% il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Seguono poi, secondo i risultati di questi sondaggi elettorali e politici la Magistratura con il 49%, Confindustria con il 33%, i Sindacati con il 26% e fanalino di coda il Parlamento con il 14%. E a proposito di politici era questa la classifica della fiducia nei leader (molta + abbastanza) da parte degli elettori: Renzi 32%, Meloni 21%, Grillo 19%, Di Maio 18%, Salvini 19%, Berlusconi 14%, Landini 14%, Parisi 13%, Alfano 11%, Zanetti 9%.



Sono interessanti i sondaggi politici-elettorali condotti da Quorum per Sky Tg24 subito dopo il Referendum costituzionale: in pratica, agli italiani intervistati è stato chiesto un fattore molto semplice, quasi banale. Ecco, il risultato dice l’esatto opposto, al netto di ogni battuta sul “non ci si può stupire mai di nulla”: alla domanda, «lei ha letto il testo sulla scheda elettorale?» la risposta dice candidamente 50% Sì e 50% no. In pratica, un italiano su 2 non ha letto la scheda: ora, i sondaggi condotti non specificano se quel testo e quesito sia “mai stato letto prima” ma di sicuro un’indicazione sulla volontà che molti cittadini hanno immesso nel voto del referendum è chiara. Non si votava sulla riforma, bensì sul Sì o No a Matteo Renzi e al suo governo: e a giudicare dall’esito, la personalizzazione del voto (sia per colpe di Renzi che per gli altri attori della politica italiana) non ha avuto un risultato positivo per la riforma costituzionale. 



L’analisi fatta dai sondaggi pubblicati appena concluso l’esito del referendum costituzionale ha mostrato diversi risultati interessanti non solo in termini di partiti politici: sulla riforma costituzionale del Ministro Boschi, sulla quale Renzi ha dovuto consegnare le dimissioni dopo la sua bocciatura, il voto diviso per fasce d’età mostra un dato alquanto preoccupante per Renzi e per il Pd. Da rottamatore a rottamato, questa la triste evoluzione del premier-segretario Pd: stando infatti ai sondaggi compiuti da Quorum per Sky Tg24 mostrati ieri nella maratona post voto si scorge come tra i 18 e 34 anni il Sì è stato votato dal 19% degli giovani italiani, mentre il No ha spopolato al 81%, un risultato oltremodo schiacciante. Tra i 35 e i 54 anni invece hanno scelto il No per il 67% e il Sì solo al 33%, mentre Renzi può “esultare” per il Sì vinto solo dai 55 anni in su, con il 53% contro il 47% che hanno votato No. Un dato importante che mostra come la rottamazione sognata da Renzi gli si sia rivolta contro nel giro di soli due anni e mezzo. Anche questo è un risultato da tenere in forte considerazioni per i possibili sondaggi sulle prossime elezioni; che siano davvero anticipate?