-Si è concluso il primo giro di consultazioni con il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dopo l’apertura della crisi di governo scaturite dalle dimissioni di Matteo Renzi. Il primo a salire al Colle, intorno alle 18, è stato Pietro Grasso, il presidente del Senato, che dopo aver dialogoto con l’inquilino del Quirinale per circa 30 minuti non ha rilasciato alcuna dichiarazione. Subito dopo è toccato alla Presidente della Camera, Laura Boldrini: anche per lei, come riportato da La Repubblica, un colloquio di poco inferiore ai 30 minuti di durata, senza alcun commento regalato ai cronisti. A chiudere il primo giro di incontri con il presidente Mattarella è stato il suo predecessore, Giorgio Napolitano, salito al Colle in qualità di Presidente Emerito della Repubblica, che all’uscita si è limitato a salutare la stampa con un “Buonasera, buon lavoro a tutti”, che nulla ha svelato rispetto al colloquio andato in scena a porte chiuse. Domani tocca ai partiti più piccoli rappresentati in Parlamento: a Mattarella l’arduo compito di trovare una soluzione per uscire dalla crisi di governo che accontenti (più o meno) tutti.
Manca poco all’inizio delle consultazioni di Mattarella dopo l’apertura della crisi di governo ieri con le dimissioni del premier Renzi. Le consultazioni di Mattarella inizieranno oggi alle 18 e andranno avanti fino a sabato prossimo quanto è prevista la chiusura. Come riporta l’agenzia di stampa Ansa, Matteo Renzi non farà parte della delegazione del Partito Democratico che andrà sabato alle consultazioni di Mattarella. Il premier dimissionario ha indicato due vie per il post crisi di governo: elezioni subito dopo la sentenza della Consulta sull’Italicum, attesa il 24 gennaio, o un governo di responsabilità nazionale con una maggioranza larga, fino alla fine della legislatura nel 2018. All’interno del Pd si profilerebbe una spaccatura con i renziani che tenterebbero di convincere Matteo Renzi ad accettare un reincarico e una maggioranza trasversale che propenderebbe invece per un governo di larghe intese, anche senza il premier dimissionario.
Stanno per iniziare le consultazioni di Mattarella, il presidente della Repubblica che apre così ufficialmente la crisi di governo. L’opzione prediletta di Sergio Mattarella sarebbe quella di un Renzi bis, ossia di dare un reincarico a Matteo Renzi fino all’approvazione di una nuova legge elettorale: il Presidente del Consiglio dimissionario però ha opposto un netto rifiuto, e non sembra intenzione di rimangiarsi ciò che ha detto dopo la vittoria schiacciante del no al refrendum costituzionale. Le strade da percorrere adesso di fronte a Sergio Mattarella sono due: la prima è quella delle elezioni a gennaio, dopo la sentenza della Consulta sull’Italicum, mentre la seconda è un governo di responsanbilità nazionale che tenga dentro tutti i partiti e che arrivi fino alla fine della legislatura. Quest’ultima ipotesi è stata però bocciata già da Matteo Salvini, Luigi Di Maio e Giorgia Meloni, che chiedono le elezioni anticipate e premono per andare al voto: l’ultima parola spetta a Sergio Mattarella, che è probabile che chiuda già lunedì la crisi di governo.
L’ora X delle consultazione di Mattarella scatterà oggi alle 18 quando il presidente della Repubblica, dopo le dimissioni ieri del premier Renzi, darà il via ai colloqui con le alte cariche dello Stato e i gruppi parlamentari. C’è attesa per l’inizio delle consultazioni che si chiuderanno, come riporta Tgcom24, sabato prossimo 10 dicembre. L’obiettivo è appunto quello di trovare entro quella data una soluzione alla crisi di governo che si è aperta dopo i risultati del voto del referendum costituzionale di domenica scorsa 4 dicembre. Alle 18 di oggi le consultazioni di Mattarella inizieranno con i colloqui con i presidenti di Senato e Camera Pietro Grasso e Laura Boldrini e il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano. Sabato chiuderanno il giro di consultazioni i gruppi di Sel, Lega, Forza Italia, Movimento 5 Stelle e Pd. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella al momento sembrerebbe non aver intenzione di chiudere la porta a nessuna ipotesi: le possibilità sarebbero quindi ancora tutte sul tavolo, dal reincarico al governo di scopo, dalle larghe intese al voto anticipato.
Il 7 dicembre rimarrà nella storia politica italiana: con le Consultazioni al Quirinale da Mattarella che inizieranno oggi si ha infatti la prima conseguenza degli eventi di ieri. A mattino l’approvazione della Legge di Stabilità 2017, poi la Direzione Pd con i “fuochi” rinviati a dopo le consultazioni e poi la salita al Colle di Renzi per presentare la dimissione dell’intero governo nelle mani del Presidente Mattarella. In quel modo la Crisi di Governo è scattata ufficialmente: «Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto questa sera al Palazzo del Quirinale il Presidente del Consiglio dei Ministri, dottor Matteo Renzi, il quale, essendosi concluso l’iter parlamentare di esame e di approvazione della legge di bilancio, ha rassegnato le dimissioni del Governo da lui presieduto. Il Presidente della Repubblica si è riservato di decidere e ha invitato il Governo a rimanere in carica per il disbrigo degli affari correnti. Il Capo dello Stato procederà alle consultazioni a partire da domani, giovedì 8 dicembre, alle ore 18.00», sono le parole usate dal segretario di Presidenza, Ugo Zampetti», sono le parole della nota del Quirinale al termine del colloquio Renzi-Mattarella, il terzo in una settimana dopo la sconfitta al referendum per il Pd renziano. Ora si aprono le due strade che il Capo dello Stato metterà sul tavolo delle consultazioni: Governo di scopo, di solidarietà nazionale o addirittura tecnico per portate avanti la messa a punto di una buona legge elettorale, oppure elezioni anticipate già in questa primavera o addirittura a febbraio?
Con le Consultazioni da Mattarella che scattano oggi al Quirinale, si chiuderà sabato con la delegazione Pd in cui non sarà presente l’ex premier Renzi. In quel caso verrà comunque riproposto il pensiero del segretario che già ieri sera ha illustrato ad un Capo dello Stato non particolarmente indirizzato all’idea dell’ultimatum. «Il Presidente della Repubblica farà le consultazioni. Toccherà ai gruppi parlamentari decidere che cosa fare. Vorranno andare subito a elezioni? Nel caso si dovrà attendere la Sentenza della Consulta di martedì 24 gennaio e poi votare con le attuali leggi elettorali, come modificate dalla Corte. Dico leggi elettorali perché come è noto non siamo riusciti ad abrogare il “bicameralismo paritario” che dunque vedrà continuare a eleggere due rami del parlamento con elettorati diversi e leggi elettorali diverse, sperando che non arrivino due maggioranze diverse. Ma questa è una delle conseguenze del bicameralismo, ahimè. Se i gruppi parlamentari vorranno invece andare avanti con questa legislatura, dovranno indicare la propria disponibilità a sostenere un nuovo Governo che affronti la legge elettorale ma soprattutto un 2017 molto importante a livello internazionale», è il pensiero espresso da Renzi nella sua ultima Enews da Presidente del Consiglio. Mattarella vorrebbe un governo di qualsivoglia colore o modo che possa però firmare una vera legge elettorale prima di poter sciogliere le camere e indire elezioni. Cosa partorito il fitto calendario di consultazioni?
Il calendario delle consultazioni al Quirinale con Mattarella e le varie delegazioni dei gruppi parlamentari inizia oggi dopo la crisi di governo aperta dalle dimissioni di Matteo Renzi e del governo a maggioranza Pd, Ala e Area Popolare. Per formare un nuovo governo o indire elezioni anticipate, il succo delle scelte è tutto qui: nella giornata di oggi ci saranno solo tre incontri, anche se molto intensi, per il Presidente Mattarella. Dalle 18 ci saranno chiamati al Colle Presidente del Senato della Repubblica: Sen. Dott. Pietro Grasso; Presidente della Camera dei Deputati: On. Dott.ssa Laura Boldrini e il Presidente Emerito della Repubblica Sen. Dott. Giorgio Napolitano., Il calendario da domani è invece molto più fitto: occhi puntati alle Ore 16,00 Rappresentanza del Gruppo parlamentare Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale (FDI) della Camera dei Deputati, mentre interverranno prima e dopo tutti i piccoli gruppi e il gruppo misto presenti in Parlamento. Sabato 10 dicembre è invece il turno delle delegazioni decisive: Lega Nord, Sel, Ala, Ncd, Forza Italia, Movimento 5 Stelle e si chiuderà con la delegazione del Pd, dove saranno presenti Lorenzo Guerini, Matteo Orfini e i capigruppo Luigi Zanda e Ettore Rosato.