È partito in questi minuti il voto in Aula al Senato sul ddl Cirinnà tra mille polemiche e nessuna certezza sull’esito di oggi e dei prossimi giorni di votazioni: il nodo più spinoso sul tavolo rimane quello della stepchild adoption, con il Partito Democratico che al proprio interno vive una serie di fratture sulla decisione a riguardo del voto segreto. Il Pd è infatti orientato a lasciare libertà di coscienza ai propri senatori solo su tre emendamenti di cui uno è quello a firma Stefano Lepri, che sostituisce la stepchild adoption con l’affido forzato, come annunciato dal capogruppo Luigi Zanda. Il problema è che per i cattolici dem i voti necessari in libertà di coscienza dovrebbe essere molti di giù, almeno 9: rimane comunque che sul punto chiave della stepchild adoption ci sarà molto probabilmente il voto segreto dei vari senatori dem. Intanto il primo voto di oggi si terrà sul non passaggio agli articoli (con conseguente stop dell’esame del provvedimento) avanzata da Gaetano Quagliariello, per la quale 70 senatori hanno chiesto lo scrutinio segreto. A deciderlo sarà direttamente il presidente del Senato, Pietro Grasso.



E dopo le schermaglie degli scorsi giorni sul ddl Cirinnà, la legge sulle unioni ciivli che oggi pomeriggio torna la voto in senato dalle ore 16.30, arriva la rottura pesante tra Lega Nord e Partito Democratico: un nulla di fatto, è finita così la riunione tra i capigruppo questa mattina dedicata al taglio della maggioranza degli emendamenti annunciati dal Carroccio qualche giorno fa. L’incontro non ha risolto i nodi, per così dire in maniera eufemistica, lo scontro è stato totale: Zanda annuncia che le trattative si sono arenate dato che Forza Italia e Lega vorrebbero 100 votazioni segrete su altrettanti emendamenti che rimarrebbero in gioco – quelli tagliati sarebbero circa 4.500, ne rimangono 580 – con la riunione che è astata interrotta per la commemorazione in Aula per Le Foibe, ma che comunque non era ad un livello costruttivo accettabile. La replica di Centinaio (Lega) non si lascia attendere: “il patto era che loro ritiravano la norma canguro e noi 4500 emendamenti, bene su questo siamo d’accordo. Ora però il Pd non può venire a sindacare anche sul contenuto di quelli che rimangono, quelli rimangono sul tavolo e su quelli decidiamo noi. Altrimenti salta ogni patto“. E ora dunque? Ancora una flebile speranza di accordo arriva per la continuazione della riunione alle 15 in Senato: si dovrà risolvere in fretta però visto che il voto in aula arriva oggi alle 16.30 fino alle 20, anche se comunque non ci saranno votazioni significative sui punti cardine, come la stepchild adoption.



Oggi pomeriggio ritorna in aula il ddl Cirinnà, con altri emendamenti che verranno discussi dopo la decisiva riunione tra qualche ora dei capigruppo in Senato per comprendere come agire su voto segreto ed emendamenti “d’ostruzione”. Se vi fosse conciliazione, allora il dibattito questo pomeriggio potrà essere più disteso, ferme restando le distanze e fratture interne dei vari partiti che in questi giorni si sono fatti ancora più evidenti. Se invece mancherà l’ok, allora la partita per la legge Cirinnà potrebbe rendersi ancora più difficile con i tempi che rischiano di allungarsi; per questo motivo, il premier Matteo Renzi ha scritto nella sua e-news il suo fastidio per la continua melina che sembra esserci su questa legge dopo anni di stallo. “È giusto che si voti su questi temi, dopo anni in cui si è fatto melina. Perché la politica che mette la testa sotto la sabbia, come lo struzzo, che finge di non vedere la realtà, non è politica seria”. Secondo il premier i punti condivisi da tutto il Paese sono la necessito di regolare le unioni civili dopo anni di stallo e poi la condanna ferma e netta contro l’utero in affitto. «La stragrande maggioranza degli italiani condanna con forza pratiche come l’utero in affitto che rendono una donna oggetto di mercimonio; in Italia è e sarà vietato, altrove è consentito, va dunque rilanciato questa sfida culturale perché è una battaglia politica che non solo le donne hanno il dovere di fare». Ultimo punto, la stepchild adoption con la ripetizione di quanto detto già ad inizio discussione del ddl: “rimangono aperti i punti come la stepchild, la ratio non è consentire il via libera alle adozioni ma garantire la continuità affettiva del minore. Non è il punto principale di questa legge, almeno non lo è per me. Allo stesso modo credo sia giusto che il parlamento si pronunci anche su questo”.

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