La legge Cirinnà in Aula oggi ha offerto uno spettacolo poco degno: il ddl sulle Unioni Civili non ha proseguito con grandi passi in avanti, anche perché il vero voto è stato slittato a martedì prossimo con una calendarizzazione che ora attende la decisione sugli emendamenti. Oggi sono stati semplicemente presentati tutti gli emendamenti, doveva essere una giornata di transizione e di accordi, ma così non è stato: bagarre in aula con l’accordo Lega-Pd che sembra saltato definitivamente. E poi è arriva la provocazione di Maurizio Gasparri, senatore Forza Italia, che al collega dem Sergio Lo Giudice ha rivolto queste parole: «La legge è stata scritta dal senatore Pd che ha comprato un bambino. Quanto ha pagato il senatore Lo Giudice per un figlio?», inutile dire che la reazione è stata veemente ed è dovuto intervenire addirittura il presidente di turno Roberto Calderoli che, scandalizzato, ha affermato “colleghi stiamo offrendo uno spettacolo indegno”. La replica, “non ti puoi permettere, ora basta!”, mentre i colleghi lo tenevano fermo, completamente irato contro Gasparri. Chiude infine, per cercare di riportare la calma, il senatore Pd Francesco Russo, “siamo responsabili davanti al Paese, no agli attacchi personali”. Ci accodiamo al giudizio, ma la responsabilità oggi è stata proprio gettata via.
Le notizie ufficiali sul ddl Cirinnà sono due e quelle sono almeno l’unica cosa fissa di queste terribile caos che sono gli accordi sulla legge per le Unioni civili: il primo voto sugli articoli è stato slittato a martedì prossimo, e intanto oggi in aula del Senato ci sarà solo la presentazione degli emendamenti. Il messaggio è chiaro: si rinvia senza un vero termine di scadenza per risolvere i problemi interni del Pd, ma non solo (vedi M5s, sempre più nel caos interno dopo la scelta “choc” di Beppe Grillo di lasciare libertà di coscienza ai parlamentari). La novità, se proprio dobbiamo dirlo, è che tra i cattolici democratici “dissidenti” sul punto della stepchild adoption sono quasi tutti renziani: dunque per una volta non è il solito dissidio interno Renzi/antiRenzi ma è proprio il contenuto della norma che viene rigettata da parte cattolica e profondamente renziana del gruppo al Senato. Dopo la proposta di Zanda di mettere voto segreto solo su 3 emendamenti, la rivolta è partita: il senatore Lepri,facendosi portavoce dei cattodem, ha chiesto di estendere la libertà di coscienza ad almeno altri 6 emendamenti. Risultato? Nessun voto del gruppo, e scelte rimandate, anche qui, alla prossima settimana; si risolverà tutto? E soprattutto, che strategia sceglierà Renzi? L’impressione che ci siamo fatti noi, vedendo le varie cronache parlamentari, è che il premier voglia portare a casa la legge, con o senza nodo adozioni, sarebbe comunque una vittoria.
La giornata di ieri a suo modo, per il ddl Cirinnà, è stata campale ma non ha portato novità positive per il governo: il testo della legge sulle Unioni civili si imbriglia di nuovo per via di una serie di caotici movimenti avvenuti tutti nel pomeriggio che hanno però rivelato un’anima interna ai democratici duramente dilaniata. La discussione sulle unioni civili si blocca fino a martedì prossimo, quando avverranno le prime votazioni sugli articoli della legge Cirinnà: è rimasta impigliata tra le richieste di voto segreto (il presidente Grasso ha negato l’emendamento Calderoli-Quagliariello col voto segreto, poi comunque bocciato in aula) e sopratutto per l’accordo mancato tra Pd e Lega sul ritiro dei maxi emendamenti, quasi 5mila. Inoltre, internamente al Partito Democratico, scoppia la bagarre, sempre sulla questione libertà di coscienza, dopo la decisione del capogruppo Luigi Zanda di lasciare voto segreto solo su tre emendamenti, mentre i cattolici democratici vorrebbero una vocazione con più ampia libertà di coscienza. ovviamente si gravita sempre attorno alla Stepchild Adoption, dove anche gli altri partiti devono affrontare i loro problemi, dal Movimento 5 Stelle fino al Nuove Centrodestra. Insomma, il caos c’è ed è bello presente e la soluzione per questa legge sembra essere davvero molto lontana.