“Grasso ha smesso di fare il presidente del Senato da un po’ di tempo. Se parliamo di genitorialità surrogata, in termini istituzionali dovremmo parlare pure di un presidente surrogato”. E’ il commento di Gaetano Quagliariello, ex ministro delle Riforme istituzionali, ex coordinatore di Ncd e attualmente all’opposizione in Senato dopo avere creato il movimento “Idea”. Ieri il presidente del Senato, Pietro Grasso, ha respinto la richiesta di voto segreto sul “non passaggio” all’esame del ddl Cirinnà. La richiesta era stata presentata dallo stesso Quagliariello insieme a Roberto Calderoli, ed era stata firmata da 74 senatori. La richiesta è stata quindi votata a scrutinio palese ed è stata respinta con 195 no e 101 sì. Martedì il presidente del Consiglio Renzi aveva cercato di gettare acqua sul fuoco dicendo: “Pensare che si possa comprare o vendere considerando la maternità o la paternità un diritto da soddisfare pagando mi sembra ingiusto”. Ma per Quagliariello, quella del premier è “la legge ferrea del paraculismo”.



Senatore Quagliariello, che cosa ne pensa della posizione assunta ieri da Grasso che ha detto no al voto segreto?

E’ il peggior inizio possibile. Lo stesso presidente Grasso aveva iniziato il suo discorso definendo il perimetro della questione e ammettendo che all’interno di questo perimetro vi sono questioni e dispute che riguardano articoli della Costituzione e per le quali è previsto il voto segreto. Dopo di che ha dato però un’interpretazione, quasi il surrogato di una sentenza della Corte costituzionale, dicendo rispetto alle questioni in gioco chi ha ragione e chi ha torto. E’ come se un arbitro iniziasse la partita e poi dopo un minuto fischiasse la fine dicendo quale squadra ha vinto e quale ha perso.



Il presidente Grasso interviene per conto proprio o del governo?

La mia impressione è che Pietro Grasso abbia smesso di fare il presidente da un po’ di tempo. Se parliamo di genitorialità surrogata, in termini istituzionali dovremmo parlare pure di un presidente surrogato. Non è un caso che siano stati altri a svolgere il lavoro istruttorio per trovare gli accordi su come condurre l’aula.

Laura Puppato (Pd) ha ammesso che quello sul ddl Cirinnà è un “passaggio irto di incognite”. Alla fine il ddl potrebbe non passare?

Il voto di ieri in realtà semplifica molto i prossimi passaggi del ddl Cirinnà in aula. Già alcuni passaggi in questo modo vengono superati. Molto dipende da quello accadrà all’interno del gruppo del Pd alla luce dei numeri. Se veramente i dissidenti sono 30 o più di 30 la partita è ancora aperta, altrimenti si deve considerare chiusa. E anche in questo caso sarà determinante il gruppo di Verdini.



I verdiniani possono assicurare il supporto che manca a questa legge? 

Non è che possono darlo: lo stanno già dando.

 

Che cosa potrebbe comportare la scelta di M5s di lasciare libertà di voto sulla stepchild adoption?

Credo che gli spostamenti determinati da questa scelta saranno molto limitati. Quella decisione, più che avere un’incidenza all’interno del Palazzo, riflette un clima al suo esterno. Persino M5s ha compreso che gli italiani sono favorevoli alle unioni civili, laddove si tratta di garantire diritti alle affettività, ma sono contro i simil-matrimoni e soprattutto sono assolutamente contro le genitorialità surrogate. Alcuni tra i Cinque Stelle hanno compreso perfettamente che non ci può essere un’omologazione rispetto alla genitorialità laddove due uomini o due donne non possono fare un figlio.

 

E’ per questo che lo stesso Renzi ha detto di essere contrario all’utero in affitto?

La sua è la legge ferrea del paraculismo. Come si fa a dire che si è contro l’utero in affitto, e poi aggiungere che bisogna approvare una legge che di fatto legittimerebbe e incoraggerebbe questa pratica?

 

Il numero di votazioni segrete è tale da garantire un certo margine di incertezza?

A essere decisivo non sarà il numero delle votazioni segrete, ma tutto dipenderà da quello che accade dentro al Pd. Se i dissidenti sono più di 30 la partita è ancora aperta, in caso contrario si può dire che sia già chiusa. Ma ciò non vuol dire che non faremo di tutto fino in fondo per fare in modo che questa legge non passi.

 

Alla fine il presidente Mattarella potrebbe non firmare?

Francamente non ho mai tirato la giacca a un presidente della Repubblica, e non inizierò a farlo ora. Quello che è certo è che oggi mi recherò in Corte costituzionale per presentare il nostro ricorso.

 

(Pietro Vernizzi)

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