Una settimana è passata di intense discussioni in aula per il ddl Cirinnà, ma i risultati sono davvero pochi dal punto di vista politico: tutto quanto poteva essere confermato in un accordo preventivo è saltato in questi sette giorni, con la sfida sia interna al Partito Democratico che ancora non riesce a trovare una quadra sulla questione del voto segreto, e la lotta durissima al Senato tra i vari partiti, con Lega Nord e Pd stesso divisi dall’emendamento Marcucci, il cosiddetto canguro, che potrebbero “falciare” tutti i 5mila emendamenti presentati dal centrodestra. Il patto tra gentiluomini che sembrava essere siglato tra Centinaio e Zanda, Capigruppo Carroccio e Pd, è saltato e sembra ora difficile arrivare a martedì, il giorno del voto in aula con la norma Marcucci (che contiene l’intero testo del ddl e che quindi se approvato distruggerebbe tutti gli altri emendamenti), con un nuovo accordo. In tutto questo, il Movimento Cinque Stelle è rimasto sfilato tutta la settimana, assistendo alle varie fratture negli altri partiti ma rimane anche per i grillini un problema grosso di fondo, che potrebbe scoppiare al momento del voto sulla stepchild adoption. Ha parlato ieri il membro del direttorio Roberto Fico, nonché presidente della Commissione di Vigilanza Rai, intervistato da Repubblica: «Voteremo compatti in aula alla legge sulle unioni civili: sulla stepchild adoption, siccome c’erano persone in Senato che si ponevano un problema etico, abbiamo deciso, in via del tutto straordinaria, per la libertà di coscienza ma questo non significa il nostro no alla legge». Secondo la linea ufficiale del M5s, su un tema così delicato bisognerebbe evitare i giochi politici, anche se subito corre lo stesso Fico a rassicurare la base inferocita per il futuro: «in generale cerchiamo di fare votare la base su tutti i assaggi politici più importanti, per altri temi etici chiederemo il voto agli iscritti al Movimento».



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