“Se l’Ue bocciasse la legge di stabilità e si aprisse una nuova procedura d’infrazione ai danni dell’Italia, il nostro Paese si troverebbe al centro di una nuova tempesta dei mercati finanziari. Anche se non rischiamo un nuovo 2011 perché la situazione in Parlamento è molto diversa da quella di allora”. Lo evidenzia Antonio Polito, editorialista e vicedirettore del Corriere della Sera. La visita a Roma di Martin Schulz, presidente del Parlamento Ue, ha stemperato le polemiche dei giorni scorsi tra Italia ed Europa. Renzi ha sottolineato in quell’occasione: “L’Italia non chiede flessibilità all’Europa, non chiede qualcosa: offre la volontà di dare una mano sapendo che se la politica economica è quella di questi anni forse dobbiamo riflettere insieme. L’Europa si deve muovere insieme, ma si deve muovere”.
Dopo il conflitto Italia-Ue, la situazione si sta normalizzando?
Non credo, perché i veri motivi del conflitto rimangono aperti. Tanto Bruxelles quanto Roma dovranno trovare forme più urbane per affrontare questo conflitto, ma il nodo del contendere relativo alla flessibilità è ancora irrisolto. L’Italia ha rinnovato la richiesta anche per l’anno successivo, e l’Europa si prepara a rispondere che la flessibilità è già stata concessa una volta e che non ha prodotto risultati. Purtroppo a vedere i dati sulla crescita, l’idea di Bruxelles sembra essere confermata.
Renzi mira a cambiare i rapporti con l’Europa?
Più che cambiare i rapporti con l’Europa, Renzi vuole ottenere una deroga. Questo è il punto realmente delicato e discutibile dell’azione del premier. Un’azione per cambiare le regole europee, non soltanto quelle di bilancio ma più in generale l’assetto della governance, sarebbe la benvenuta. Questi cambiamenti nell’attuale fase sono però impossibili, perché l’opinione pubblica dei vari Paesi è orientata in senso anti-europeo e quindi è difficile che le riforme stesse della Ue siano approvate con i referendum.
Che cosa rischia l’Italia?
Il punto aperto resta quello 0,2% di ulteriore flessibilità, oltre allo 0,8% già concesso, che Renzi si è preso anche senza autorizzazione né intesa. Tra l’altro questa flessibilità ulteriore dovrebbe riguardare le spese per la sicurezza, ma in realtà è utilizzata anche per il bonus culturale. Se quella norma fosse bocciata potremmo avere una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia. Ciò comporterebbe una maggiore rigidità, e non una maggiore flessibilità, sia nel controllo dei conti sia nei margini di utilizzo delle nostre risorse finanziarie.
Con quali conseguenze?
Se si riaprisse il dubbio che l’Italia non vuole ridurre il deficit, i mercati potrebbero far pagare al debito italiano un prezzo più alto di quello di altri Paesi. Ciò provocherebbe una nuova crisi finanziaria.
Potrebbe verificarsi un nuovo 2011?
No, siamo molto lontani da un nuovo 2011 e la differenza è soprattutto politica. Il governo Renzi infatti dispone di una maggioranza in parlamento, mentre Berlusconi aveva perso la maggioranza alla Camera.
Veniamo alle amministrative. La sinistra milanese voterà Sala o lo abbandonerà al suo destino?
E’ probabile che la sinistra presenti un suo candidato. Il problema è capire quanto sarà credibile e forte, e soprattutto quanto possa pescare nell’elettorato del Pd. Alle Regionali in Liguria ha vinto il centrodestra perché la candidata ufficiale del Pd era debole e il candidato della sinistra è riuscito a pescare anche nell’area dem. Stavolta il candidato ufficiale del Pd, Giuseppe Sala, è più forte della Paita e non sappiamo quale sarà il candidato alternativo della sinistra.
La candidatura di Parisi può ribaltare i giochi?
Anche per la sua credibilità personale, conquistata in quanto manager dell’Expo, Sala parte in condizioni migliori. Stefano Parisi, scelto dal centrodestra, è però un candidato perbene, nuovo e in gamba. E soprattutto dal punto di vista politico Milano è una città dove il centrodestra ha dominato a lungo. Sala è ancora favorito, ma per lui la sfida più seria sarà quella contro il centrodestra.
A Roma il centrodestra schiera Bertolaso. E’ un buon candidato?
Dal punto di vista elettorale Roma è veramente una lotteria, ma Bertolaso è un candidato più forte di quanto si sia detto finora. Si presenta quasi come un commissario all’emergenza della capitale. Se in campagna elettorale riuscisse a fare prevalere questa immagine rispetto a quella politica, Bertolaso potrebbe avere un buon risultato. Il vero problema è capire chi arriverà al ballottaggio.
Infine come vede lo scambio Renzi-Bagnasco sulle unioni civili?
In una società aperta tutti hanno diritto di parola, compresi i vescovi. Non ci troviamo in un clima in cui bisogna preoccuparsi di un’influenza eccessiva che possono giocare i vescovi. D’altra parte se si applica fino in fondo il principio della libertà di coscienza, almeno nei casi che sono previsti dal regolamento del Senato, ci sta bene anche il voto segreto. Quest’ultimo affranca il parlamentare dalla pressione del suo partito, dell’opinione pubblica e dei media, e gli consente di scegliere davvero in libertà di coscienza.
(Pietro Vernizzi)