È in corso in Senato un vertice forse decisivo per il ddl Cirinnà: a discutere nel dettaglio di due punti caldissimi della legge sulle Unioni civili, sono seduti al tavolo in questo momento il ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi, il capogruppo Pd al Senato Luigi Zanda, il vicepresidente dem Lorenzo Guerini e il senatore autore dell’emendamento “super canguro” della discorsi, Andrea Marcucci (con il quale, se votato, verrebbero ammessi tutti gli altri articoli della legge Cirinnà). Ovviamente sul tavolo l’uso o meno del canguro, con le opposizioni che minacciano serie conseguenze se il governo dovesse di nuovo scegliere per una norma anti-opposizione, con il patto con la Lega Nord che sembra del tutto saltato. Se è vero infatti che il Carroccio continua ad affermare “togliete il nodo-Marcucci e noi faremo lo stesso con i 5mila emendamenti presentati”, dall’altra il Pd teme che a quel punto i senatori di Salvini lascerebbero comunque intatti 86 “piccoli canguri”, ovvero tutti emendamenti remissivi, tante piccole tagliole che di fatto impedirebbero il cammino della legge. Ma non è il solo punto del vertice: rimane infatti il nodo stepchild adoption, con l’Area Popolare che chiede lo stralcio per votare poi compatti tutto il resto della legge. Per ora Renzi non la prende in considerazione ma si potrebbe alla fine arrivare allo stralcio della norma adozioni con il voto dell’aula in un modo, contorto, che anticipa il Corriere online. Si vota il canguro in parti separate, ogni parte del canguro arriva poi a voto segreto e giunti alla stepchild il pezzetto di canguro potrebbe non passare e dunque lasciare in piedi tutti gli altri su questo articolo, che sono la maggioranza completa. In questo modo si salvano capra (la legge) e cavoli (stepchild scomoda non viene accolta e la maggioranza di governo è salva). Troppi canguri? Dopo il vertice, forse, ne sapremo di più.



Alla vigilia del voto forse decisivo sul ddl Cirinnà, la legge sulle unioni civili subisce un’altra polemica sollevata da quella parte della maggioranza che non vede di buon occhio la norma sulla stepchild adoption legata al grande pacchetto sulle unioni civili. È il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, Ncd, che sulle pagine del Corriere della Sera in una intervista segue la scia lanciata da Alfano ieri sera, ovvero quella di cercare un accordo diplomatico all’interno della maggioranza e nello stesso tempo provare a convincere i parlamentari M5s che mettere insieme due punti come unioni e adozioni non ha molto senso. «La mia idea è di affrontare con serenità il problema dell’utero in affitto in un testo a parte che riveda la legge sulle adozioni per tutti, parlo di coppie eterno e omosessuali. C’è da mettere le mani sulla legge delle adozioni e cominciare a capire perché le liste di attesa per adottare i bambini siano così lunghe». Dunque sì allo stralcio della stepchild, ma con un accordo, se possibile: il Pd come reagirà? Domani mattina il voto su emendamento “canguro” ci darà le prime conseguenze di tutta questa situazione. Forse.



Comincia l’ennesima settimana “decisiva” per il Ddl Cirinnà, la legge sulle unioni civili che tien bloccato di fatto il parlamento e la discussione politica da almeno un mese: è però vero che questi sette giorni molto probabilmente ci diranno definitamente se il testo della legge Cirinnà verrà votata e confermata per come scritta ora, o se invece ci saranno estere novità, come lo stralcio della stepchild adoption, la norma sulle adozioni, o altri articoli che avvicinano sempre di più coppia di fatto al matrimonio e alla famiglia naturale. Intervistato a In mezz’ora da Lucia Annunziata, ha parlato Angelino Alfano, ministro dell’Interno ma sopratutto leader di Nuovo Centrodestra, ostili alla norma sulle adozioni ma dentro alla maggioranza di governo. Alfano ribadisce che il suo tifo non è che salti l’intero testo, ma solo la parte sulla stepchild adoption: «dipende da cosa faranno i grillini e dal coraggio dei cattoodem: io sono a favore dei diritti patrimoniali, ma contrario alle adozioni. Mi auguro si riapra la partita». Di fatto, secondo larga parte dei cattolici nella maggioranza, la legge la si potrebbe votare tutta anche tra due minuti, ma il nodo delle adozioni va eliminato altrimenti si rimarrebbe in uno stallo che non aiuta nessuno, solo l’antipolitica. «Noi siamo per il no alla stepchild, ma se la norma dovesse passare nel pacchetto delle unioni civili, siamo intenzionati a proporre il referendum, senza che ci sia lesione istituzionale nel mio ruolo tra ministro e leader Ncd». La rassicurazione finale “non faccio minacce a nessuno”, davanti ai giorni che si aprono in Senato, domani si torna al voto sui vari emendamenti, al Pd non è presa del tutto alla lettera. Nelle prossime ore, probabilmente, ne sapremo di più anche sui vari binari degli accordi di palazzo: la soluzione dell’arcano è ancora lontana dall’essere trovata.

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