In questi giorni di discussione del ddl Cirinnà si è fatto spazio il canguro che non passa, ma che in giornata ha creato davvero grandi complicazioni. Oggi infatti si è parlato anche di ”Supercanguro” che è una cosa ancora diversa dal Canguro e rappresenta un tattica parlamentare per rendere più veloce il voto di una legge. Questo ”Supercanguro” avrebbe portato a sveltire la discussione della legge perchè avrebbe eliminato la discussione di tantissimi emandamenti. Le differenze sono sottili, ma sicuramente c’è da capirle e interpretarle andando a studiare una materia mai facile ma di cui le persone hanno sempre grande voglia di parlare. E’ quindi davvero molto importante andare ad analizzare alcune situazioni particolari, magari seguendo anche le parole degli esperti.
E dopo le ultime notizie arrivate dal Senato apprendiamo che il canguro alla fine non passa: se per capire cos’è possiamo leggere qui sotto le varie indicazioni su questa particolare norma anti ostruzionismo, come strumento parlamentare, per andare a vedere invece i precedenti di questo supercanguro non serve andare troppo lontano. Era il 21 gennaio 2015 e si votava in aula le Legge Elettorale, da tutti nota come Italicum: a quella legge erano stati presentati, anche qui quasi tutti dalla Lega, circa 47mila emendamenti che avrebbe dilungato oltremodo la discussione e la votazione della nuova norma elettorale. A quel punto dunque venne preparato dal senatore Pd Stefano Esposito una norma ad hoc, un super-canguro esattamente come quello di Marcucci di oggi, che potesse fa decadere tutti gli altri. E così avvenne, con il sì in aula con 175 voti a favore, 110 no e 2 astenuti. In quel modo caddero di fatto 35mila proposte di modifica, facendo prendere la via dell’approvazione alla legge elettorale. Quel “Espositum” venne discusso per mesi e polemizzato da tutte le opposizioni ma alla fine passò: l’impressione è che dunque qui si fermino le convergenze con la norma di questo 2016, visto che per il “Marcucci canguro” sembra, al momento, esserci un futuro positivo di approvazione.
Clima teso in aula al Senato dopo che il Movimento 5 Stelle ha deciso all’ultimo di non appoggiare il “canguro” del senatore Pd Marcucci. Attrito anche tra Lega e Pd: il patto si è rotto, perché allo scadere del tempo disponibile la Lega ha ritirato gli emendamenti, parte dei quali erano emendamenti-canguro, lasciando nelle mani del Partito democratico la respondabilità di usare – ancora una volta – il “canguro” (l’emendamento Marcucci) contro i propri senatori cattodem. L’accordo era: voi della Lega ritirate 4500 emendamenti, noi rinunciamo al super-canguro a firma Marcucci. Mai come in queste ore gli italiani hanno sentito citare il canguro. Nulla a che vedere però con il simpatico marsupiale avvistato per la prima volta in Australia dal capitano James Cook nel 1770. Il “canguro” parlamentare è un emendamento premissivo che ricalca praticamente in toto il contenuto di un ddl, raggruppando tutti gli emendamenti simili e che, se votato, fa decadere. In tal modo consente, in senso figurato, di “saltare” centinaia o anche migliaia di emendamenti ostruzionistici, rendendo molto più spedita l’approvazione della legge. E’ interessante rilevare che il cosiddetto canguro non esiste nel regolamento del Senato, che lo ha preso in prestito dalla Camera nel ’96 ma che oggi fa parte delle tecniche antiostruzionistiche a disposizione del presidente dell’Assemblea. Viene presentato come un qualsiasi emendamento, che il presidente (Piero Grasso) ha la facoltà di ammettere e di varare. Ieri si è parlato anche si “spacchettamento” del canguro, alludendo con ciò alla possibilità di fare operare un emendamento anti-ostruzionistico non per tutto il ddl Cirinnà, ma soltanto per articoli o parti di esso. La Lega ha ritirato i propri emendamenti all’ultimo momento, facendo ricadere sul Pd la responsabilità di “uccidere” il dibattito (con il canguro firmato Marcucci) e il Movimento 5 Stelle non ha votato l’emendamento-canguro del Pd per non contribuire a instaurare un pericoloso precedente (l’applicazione del canguro ad una legge intera). Oggi si tratterà di vedere come e dove il Pd troverà i voti per approvarlo.
Per quanto riguarda il possibile ricorso alla norma ”canguro” in Italia è scoppiata una grande polemica. Questa si vorrebbe applicare all’emendamento Marcucci che potrebbe poi decidere successivamente il destino della Legge Cirinnà. Attenzione perchè la ”canguro” potrebbe rappresentare il vantaggio di essere rapida e molto efficace, ma anche il lato negativo di non avere un adeguato dibattito sui temi di cui si andrà a parlare. E’ così che è intervenuto Luigi Di Maio, Vice Presidente della Camera dei Deputati, appartenente al Movimento 5 Stelle. Questo si è pronunciato tramite il web con differenti tweet. Inizialmente ha sottolineato: “Il Pd volvea estendere diritti alle coppie gay negando il diritto di discutere la legge”. Poi ha riportato una famosa frase di Voltaire: “Non condivido ciò che dici, ma sarei disposto a dare la vita affinchè tu possa dirlo”. Infine sottolinea anche la funzione della norma canguro: “Discutere una legge in Parlamento è un diritto costituzionalmente garantito. Se il Pd senza canguro non ha la maggioranza, lo dica”. Tutte le sue cinguettate sono poi accompagnate dagli hashtag #NoCanguro e #SìUnioniCivili. Clicca qui per i tweet di Di Maio.
L’emendamento “canguro” del senatore Pd Enrico Marcucci rischia di rappresentare la chiave del voto che avrà luogo tra poche ore sul ddl Cirinnà. Se approvato tutti gli emendamenti simili a quelli già trattati cadranno in un sol colpo, rendendo molto più agile la battaglia parlamentare. Ma esistono procedure affini a queste? Ovvio che i nostri legislatori ne hanno pensata una più del diavolo! Chi non ha mai sentito parlare di “tagliola”? Lo strumento utilizzato per limitare i tempi degli interventi dei parlamentari. Ma c’è un termine ben più rude, applicato quando davvero le forze parlamentari sono allo stremo: si tratta della “ghigliottina”. Questo strumento consente di fissare la data di scadenza entro la quale questo o quel provvedimento in esame deve essere votato. Non c’è emendamento o canguro che tenga: è la dura legge della ghigliottina.
Tra poche ore il ddl Cirinnà vedrà al voto l’emendamento “canguro” del senatore Pd Enrico Marcucci che potrebbe, se approvato, far decadere tutti gli altri emendamenti simili a quelli contenuti negli articoli interni del nodo “super canguro”. Il provvedimento, non certo anomalo per le aule parlamentari, sta tenendo sotto scacco la politica italiana per le polemiche tra Governo e Opposizioni: il meccanismo non è mai stato previsto dal regolamento del Senato, la giunta per il regolamento di Palazzo Madama lo prese in prestito nel 1996 dal regolamento della Camera. Tutto però venne modificato nel 1997 con il regolamento delle due camere cambiate che fecero rientrare la tecnica anti-ostruzionismo del canguro non nei casi di progetti di legge costituzionale. Infatti per la scorsa votazione sull’Italicum la presidenza del Senato accettò l’emendamento della discordia, mentre lo allontanò e bocciò per la riforma costituzionale.
Vi sarà capitato di imbattervi nel termine “canguro”: che cos’è? Di cosa si tratta? In questi giorni di analisi politiche e sopratutto sulla legge Cirinnà l’emendamento Marcucci, senatore Pd area renziana, sta diventando sempre più l’elemento chiave per l’approvazione o meno della legge sulle unioni civili in Senato. L’emendamento cosiddetto “canguro” (o maxi emendamento) raggruppa vari emendamenti simili tra loro, contenendo di fatto al suo interno tutti i punti principali della legge in quesitone, oggi il ddl Cirinnà; ebbene, votandolo e nel caso di una via libera dell’Aula, tale norma farebbe decadere tutti gli altri emendamenti presentati da altri partiti che hanno attinenza con quei temi.
La finalità del “canguro”, in sostanza, è quella di far decadere tutti gli emendamenti ostruzionistici al dibattito in aula, ma ha il doppio taglio dell’approvazione in tempi rapidi senza un adeguato dibattito su temi, considerati da molti, fondamentali per il futuro della legge su famiglia e affini qui in Italia. È estrema polemica tra le opposizioni che attaccano il governo Renzi per la scelta di fissare per questa mattina come primo voto in Senato proprio il super canguro a firma Marcucci che potrebbero avere un peso chiave nel far passare o meno i punti più nodosi del ddl, tra cui la stepchild adoption.
Dal punto di vista dell’iter legislativo, la norma “canguro” deve essere prima varata, come tutti gli altri emendamenti normali, dal Presidente del Senato che dunque ha il potere di fermare o meno l’iter della norma. In passato ad esempio, il canguro è stato accettato per legge elettorale dell’Italicum, ma bocciato per la Riforma Costituzionale. È una pratica nuova il “canguro”? Assolutamente no, è una prassi parlamentare giù usata varie volte nelle scorse legislature, per cui era consentito di votare gli emendamenti raggruppano non solo quelli uguali, ma anche quelli di contenuto analogo: votando il primo come si diceva, si “saltano” (da qui il termine canguro) tutti gli altri. Avverrà così oggi?