Esce dai confini nazionali il dibattito sulle unioni civili. Mentre è in discussione nel Parlamento italiano il ddl Cirinnà, l’Unione Europea si muove e annuncia che “nel primo semestre 2016 in Europa verrà adottato un regolamento che faciliterà la circolazione e il riconoscimento dei documenti di stato civile tra gli Stati membri, compresi i certificati di matrimonio, nascita e adozione”. A dichiararlo è la Commissaria per la giustizia Vera Jourova, secondo quanto riportato sul sito dell’agenzia di stampa Dire. La Commissaria europea ha risposto alla lettera del parlamentare europeo Daniele Viotti del Pd, copresidente dell’Integruppo per i diritti Lgbti al Parlamento europeo. Viotti, si legge sempre sul sito della Dire, spiega che “l’Unione europea introdurrà dei certificati standard, riconosciuti in tutti gli Stati membri, che non fanno discriminazioni basate sull’orientamento sessuale. Si parlerà, infatti, di coniuge A e di coniuge B per il matrimonio, di partner A e di partner B per le unioni registrate, e di genitore 1 e genitore 2 per le adozioni”. Quindi, aggiunge Viotti, qualsiasi coppia omosessuale sposata all’estero, “che non vede riconosciuta la propria unione in Italia, potrà rivolgersi a un tribunale e presentare ricorso perché la sua unione venga riconosciuta in Italia”.