Ha di nuovo calcato la mano Renzi sulla necessità di portare a casa il Ddl Cirinnà sulle Unioni Civili, parlando durante al conferenza con la stampa estera: la legge va approvata in fretta, non bisogna più ritardare, il refrain del presidente del Consiglio. «Il Pd non ha vinto le elezioni e al Senato ha 112 voti, quindi bisogna trovare un accordo: così non si va avanti da nessuna parte quindi o con un emendamento del governo o con la strada dell’accordo parlamentare, spero che nell’arco di qualche giorno si possa chiudere al Senato. Dobbiamo mettere fine ad un lungo rinvio costante». Molto più interessante di quanto sembra questo breve passaggio: quel “emendamento del governo” va letto come un nuovo canguro di fatto, ovvero una norma che contenga tutto il ddl Cirinnà ma a questo punto senza l’articolo della stepchild adoption, ovvero il prezzo richiesto da Area Popolare per appoggiare il testo. Prevale dunque al momento questa linea piuttosto che un altro accordo con il Movimento Cinque Stelle, per un motivo ben specifico: il rischio di uno sgambetto esterno dei grillini ma anche interno al Pd. I senatori M5s continuano a ribadire che non mettono emendamenti ma non voteranno un eventuale canguro, dunque si dovrebbe procedere col voto classico emendamento per emendamento, ma questo esporrebbe il partito di Renzi a tanti piccoli voti segreti che evidenzierebbero la sostanziale fragilità intera del partito di maggioranza. Domani la decisione ufficiale per il voto di mercoledì, ma al momento sembrano queste le condizioni in gioco.
Un giorno dopo risuonano ancora le parole di Renzi sulla legge per le unioni civili: quel ddl Cirinnà sta tenendo sotto scacco governo e Parlamento in pratica dall’inizio del 2016 e l’impressione, per come siamo arrivati al momento con accorsi e diplomazie al lavoro, è che non si risolverà tutto mercoledì 24, il d-Day (o ddl-Day). L’accordo di governo è sempre più probabile, quanto meno come sforzo iniziale del Partito Democratico, con il premier che ieri ha avvalorato la possibilità di usare anche la fiducia per superare l’empasse su una legge “che deve essere approvata velocemente, non si può più ritardare”, ha tuonato ieri dal palco dell’Assemblea Pd il premier-segretario. Dunque accordo Pd-Ncd-Ala? Esatto, con il movimento di Verdini che, parole di Renzi, è stato l’unico coerente che voleva approvare il testo e lo ha appoggiato fino alla fine; ma per il partito di Alfano il prezzo da pagare è lo stralcio della stepchild adoption e da quanto si può comprendere pubblicamente, a Renzi interessa portare a casa la legge Cirinnà, con o senza norma sulle adozioni. Ma qui insorge la minoranza dem, che insorge “la fiducia è un’arma impropria, no allo stralcio”; dunque saranno i senatori Dem, con assieme la presenza ingombrante di Renzi, a decidere se questa strada o l’ennesimo accordo con M5s nella riunione alle 20 di domani. Ma l’idea di esporsi ad un’altra figuraccia con i grillini “sgambettosi” forse non piace così tanto al premier e alla maggioranza del partito.
Riparte la settimana e il voto sul ddl Cirinnà si avvicina: la volta buona per la legge sulle unioni civili? Rischi altissimi ancora, con gli accordi che erano saltati pochi giorni fa con la bocciatura del canguro, emendamento Marcucci, e con ill caso totale generato al Senato. Sono passati tre giorni ma le parole di Renzi ieri all’assemblea nazionale del Pd ha rilanciato e non poco l’argomento, scusando ulteriori reazioni. Sentite il Premier fiorentino: “Che paura possono fare due persone che si amano? I 5 Stelle hanno un solo obiettivo, fare male al Pd, hanno la sindrome di Charlie Brown che all’ultimo si ritirano sempre indietro se c’’è da fare qualcosa per il Paese”. Renzi ha poi posto la partita su un doppio binario: il concetto di unioni civili deve essere affermato, senza tentennamenti, e a costo di sacrificare anche la stepchild adoption. «Non possiamo sciogliere il dubbio subito, facciamo l’assemblea del Senato, io sono disposto a partecipare. Abbiamo due alternative, o fare finta di niente e sperare che il M5s non abbia ancora la sindrome di Lucy o tentare un accordo di governo con un emendamento sul quale dovremo essere pronti a mettere anche la fiducia. Deciderà il gruppo su questo e lo faremo nei prossimi giorni». Nulla di deciso ma si intravede la linea: a meno di svolte choc dell’ultimo momento, sarà la diplomazia all’interno del governo che proverà a portare la legge Cirinnà al voto magari con la fiducia (ora che l’ha detto la porrà quasi sicuramente). Per Renzi bisogna evitare di fare la fine dei Dico nel 2008 e sopratutto di non perdere la faccia del suo governo l’ennesima volta in poche settimane: la minoranza, anzi le minoranze, nel Pd ci sono, ora verranno messe alla prova, La riunione del gruppo Pd del Senato sulle unioni civili ci sarà martedì sera alle 20: cosa verrà presentato in extremis al Parlamento?