Si tengono oggi le comunarie del M5s per sindaco di Roma, e Marcello De Vito è uno dei 5 candidati in lizza per il posto in vista delle prossime elezioni comunali nella Capitale: dalle 10 alle 19 di oggi sono aperte le comunarie per il secondo e decisivo round. Il Movimento 5 Stelle si appresta a scegliere il suo candidato sindaco in vista delle comunali che si terranno a Roma in primavera. Tra coloro che si contenderanno la nomination per il raggruppamento politico fondato da Beppe Grillo, c’è anche Marcello De Vito, forse il più noto in assoluto tra i sei rimasti in lizza dopo la prima fase delle comunarie, ovvero la consultazione online organizzata per l’occasione tra gli iscritti certificati del movimento. Marcello De Vito è nato il 23 luglio del 1974, proprio nella Città Eterna e dopo essersi laureato in giurisprudenza, alla Sapienza, ha partecipato all’esame di avvocato tenutosi tra il giugno del 2003 e il gennaio dell’anno successivo, superandolo al primo colpo. Sposato, ha una bambina di sei anni, Vittoria e proprio per cercare di assicurarle un futuro in un Paese migliore afferma di aver deciso di impegnarsi in politica, naturalmente all’interno del Movimento 5 Stelle. L’inizio della sua militanza è da lui indicata nel 25 aprile del 2012, il giorno della Liberazione. Proprio in quella ricorrenza, infatti, il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel corso del discorso commemorativo della Resistenza, affermò con grande risolutezza l’impossibilità di fare a meno dei partiti, mettendo in guardia dai pericoli ingenerati da un sentimento, l’antipolitica, sempre più presente in buona parte della società italiana. Secondo De Vito il fatto di aver violato in così poche parole un lungo elenco di punti cardine della Costituzione, non solo spinse Beppe Grillo a pronunciare parole di fuoco, ma anche lui stesso a mettere da parte ogni esitazione e impegnarsi in quella politica da cui si era sino a quel momento tenuto rigorosamente lontano. Da allora De Vito si è impegnato con estrema decisione e grande energia, partecipando alle riunioni e agli incontri, agli infopoint e alla raccolta di firme, le modalità attraverso le quali il M5S è riuscito a diventare un fenomeno di massa, nonostante l’esiguità di mezzi disponibili. Nel novembre dello stesso 2012 ha iniziato a partecipare all’organizzazione del movimento nel Lazio, prima in qualità di Delegato di Lista e come membro del Comitato elettorale, per poi essere delegato dal comico genovese al fine di depositare la lista regionale presso la Corte di Appello della capitale. Nel periodo successivo si è poi dedicato alla formazione e alla nomina dei rappresentanti di lista proprio in vista della tornata elettorale, oltre a contribuire per la riuscita dell’ormai storica manifestazione di San Giovanni, quando il movimento di Grillo ha sostituito la sinistra storica, che nella grande piazza romana aveva sempre tenuto le sue manifestazioni di chiusura dei vari appuntamenti elettorali. Inoltre nel febbraio del 2013 si è fatto notare nella sua veste di avvocato, strappando il consenso da parte della Commissione Elettorale in relazione al ricorso presentato per quanto riguarda i voti espressi alle regionali con la chiara indicazione del nome di Beppe Grillo.
Per quanto riguarda il suo programma, riassunto nella dichiarazione di intenti formulata in vista delle comunarie, Marcello De Vito ha indicato la necessità di essere una sorta di rappresentante dei cittadini all’interno delle istituzioni, portando avanti la sua attività nel modo più trasparente possibile. Una necessità per la quale diventerà fondamentale proprio la rete, il luogo ove riversare tutti i documenti relativi all’attività portata avanti dai rappresentanti del M5S. Altra istanza fondamentale da lui indicata senza remore, la necessità di lavorare in gruppo, mettendo da parte ogni personalismo, ascoltando le istanze degli elettori in modo da recepirne le istanze e portarle all’interno del Comune di Roma. Molto forte l’accento messo sulla necessità di ricondurre i servizi pubblici locali, e in particolare l’acqua, nell’alveo di una gestione pubblica efficiente. Un proposito che punta a realizzare quanto deciso dai cittadini italiani con il referendum svoltosi nel giugno del 2011 e che punta a ribadire con sempre maggiore forza quanto disposto dalle successive sentenze della Corte Costituzionale, del Consiglio di Stato e della Corte dei Conti. Proprio per questo motivo De Vito si è detto risolutamente contrario ai progetti di privatizzare e cedere Acea e Ama, emersi in più occasioni negli ultimi anni, anche perché proprio la privatizzazione dei servizi locali, a suo parere, si è rivelata il grimaldello per una serie di sprechi senza fine, calcolati in circa 30 miliardi di euro da una relazione della Corte dei Conti.