È ufficiale, la legge sulle unioni civili è passata al Senato con lo stralcio dell’obbligo di fedeltà e della stepchild adoption dal testo originario: viene tolto dunque la possibilità di equiparazione al matrimonio, come richiesto da cattodem e Area Popolare. Ebbene, nello stesso giorno (non è certo un caso) il Pd ha presentato un altro ddl in cui si chiede di eliminare l’obbligo di fedeltà previsto dal matrimonio nel Codice Civile: il testo è stato presentato dalla senatrice del Pd, Laura Cantini e sottoscritta da 11 senatori come Monica Cirinnà, Sergio Lo Giudice Stefani Pezzopane. Ecco le motivazioni di questa richiesta, che nello specifico legale chiede di “togliere dall’articolo 143 del Codice Civile il riferimento all’obbligo reciproco di fedeltà tra i coniugi”: «obbligo di fedeltà è un retaggio di una visione superata e vetusta del matrimonio, il giudice non può fondare la pronuncia di addebito della separazione sulla mera inosservanza del dovere di fedeltà coniugale. Inoltre la legge 219 del 2012 ha superato la distinzione tra figli illegittimi e naturali, che rese fondamentale all’epoca l’obbligo di fedeltà tra i coniugi. Da questo punto di vista l’accordo sulle unioni civili di oggi recepisce un modello molto più avanzato, che dovrà essere recepito dal Codice civile», riferisce all’Ansa la senatrice Cantini.



Mentre in Italia impazza il tema dell’obbligo di fedeltà sulle unioni civili, si allarga la discussione sulla questione anche per il matrimonio civile: ma cosa sta succedendo nello specifico? Tutto nasce dalla legge sulle unioni civili, il ddl Cirinnà: in queste ore si sta votando per la fiducia al testo modificato con accordo Pd e Area Popolare che in cambio dell’appoggio di governo ha chiesto (e ottenuto a quanto pare) lo stralcio della stepchild adoption e il riferimento all’obbligo di fedeltà che era presente nel testo originale. Il nuovo maxi emendamento infatti elimina ogni possibile riferimento all’equiparazione tra matrimonio e unione di fatto e si appresta ad essere votato e a diventare legge nel giro di pochi mesi (entro settimana il passaggio finale al Senato e poi si va alla Camera con numeri del governo molto più ampi e quindi quasi sicuramente approvabile sul gazzettino ufficiale). In Italia il matrimonio inteso come atto giuridico è regolato dal codice civile e nel Titolo VI si trova un intero capitolo dedicato ai diritti e ai doveri che nascono dal matrimonio e si dice: “Con il matrimonio il marito e la moglie acquistano gli stessi diritti e assumono i medesimi doveri. Dal matrimonio deriva l’obbligo reciproco alla fedeltà, all’assistenza morale e materiale, alla collaborazione nell’interesse della famiglia e alla coabitazione”. Addirittura una sentenza del 2008 della Prima Sezione Civile della Corte di Cassazione ha anche dato una particolare interpretazione del concetto di fedeltà: “L’obbligo della fedeltà è da intendere non soltanto come astensione da relazioni extraconiugali, ma quale impegno, ricadente su ciascun coniuge, di non tradire la reciproca fiducia ovvero di non tradire il rapporto di dedizione fisica e spirituale tra i coniugi che dura quanto dura il matrimonio”. La richiesta dei cattodem e di Area Popolare è che nelle unioni civili non ci sia questo riferimento perché troppo esplicito rispetto al matrimonio: da qui allora la particolare richiesta arrivata parallela in Parlamento nelle ultime ore. Alcuni senatori del Pd hanno presentato un ddl che chieda di togliere dal codice civile l’obbligo di fedeltà tra i coniugi a livello generale, forse proprio come conseguenza di “ripicca” per quanto svolto sulle unioni civili. Cosa succederà ancora non lo sapremo ma il dibattito è appena incominciato e va ben oltre le unioni civili.

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