Il Ddl Cirinnà passa al Senato con il voto di fiducia al maxi-emendamento sulle unioni civili: la legge ora passa alla Camera dove però i numeri sono molto più ampi e dunque situò legittimamente dire che il grosso è fatto per l’ufficialità di una prima legge sulle unioni civili in Italia. Dopo il voto di fiducia i risultati sono i seguenti: 173 voti favorevoli, 71 contrari con maggioranza di molto superata, visto che la soglia era di 123 necessari: Verdini e i suoi hanno votato a favore, il Movimento 5 Stelle è uscito in blocco da Palazzo Madama, mentre i senatori di Ap Formigoni, Sacconi e Marinello non hanno votato la fiducia come precedentemente annunciato nelle dichiarazioni pre-voto. Cirinnà e Lumia si abbracciano congratulandosi con gli altri compagni di banco, mentre le opposizioni criticano pesantemente. “Passo storico per il Paese” commenta Guerini (vice presidente Pd) su Twitter, e palla che ora passa alla Camera, con il nuovo testo redatto, senza stepchild adoption e senza obbligo di fedeltà per le nuovo unioni riconosciute, omosessuali o eterosessuali. 



A breve inizierà la fiducia sul maxi emendamento per le Unioni Civili: il ddl Cirinnà dovrebbe trovare fine al Senato, con l’accordo raggiunto ormai da ieri tra Pd e Area Popolare anche se rimane un piccolo giallo sui voti dei senatori per la fiducia. Infatti alcuni esponenti di Nuovo Centrodestra hanno annunciato che non voteranno l’appoggio su questo emendamento (Formigoni, Marinello e Sacconi) per protesta su una decisione del genere su un testo che meritava un ampia discussione per tematiche così delicate. Non sono gli unici tra i cattolici delusi dall’approvazione di questa legge: Gandolfini (Comitato “Difendiamo i nostri figli”, organizzatore del Family Day) ha rilasciato importanti dichiarazioni sul conto di Renzi, “il premier ha evitato qualsiasi contatto con noi e il popolo che ha detto no ai matrimoni gay senza se e senza ma, si presenterà il conto e organizzeremo i circoli per il ‘no’ per il referendum costituzionale”. Discussioni ancora sui 15 senatori di Verdini che hanno annunciato di votare la fiducia: da molti indicati come l’ancora di salvataggio del governo Renzi, anche loro, in maniera opposta, presenteranno il conto e non tutto il Pd è felice di questo.



Sono iniziate le dichiarazioni di voto sulle unioni civili in diretta dal Senato, con la legge Cirinnà che tra poco vedrà il voto di fiducia del Governo  sul maxi emendamento, frutto dell’accordo Pd-Area Popolare. sono tantissime le polemiche sulla maggioranza in questi minuti. Opposizioni scatenate contro l’arroganza del governo Renzi, dalla Lega a Forza Italia fino al Movimento Cinque Stelle: reagisce la senatrice Monica Cirinnà, la relatrice del testo originale che ammette in aula nella sua dichiarazione che “abbiamo evitato di passare dal rischio fortissimo di bocciatura della legge tramite i voti segreti e le sabbie mobile parlamentari ricorrendo al voto, sofferto, della fiducia parlamentari”. Ha parlato in giornata da Bruxelles il ministro dell’interno Angelino Alfano, provocando subito immediate reazioni polemiche: “Abbiamo impedito una rivoluzione contronatura e antropologica: è secondo natura che una donna metta sul proprio ventre la targhetta del prezzo? È secondo natura che due uomini abbiano un figlio? Anche la politica ha un limite, la natura”, e giù discussioni. “Chiediamo ad Alfano di prendere la macchina del tempo che lo ha portato fino a noi e di ritornare alla preistoria da cui proviene”, tuona Pippo Civati, a cui fa eco Roberto Speranza della minoranza dem, “L’unica cosa contronatura di questi giorni è stato l’oscurantismo di chi non vuol riconoscere l’uguaglianza dei diritti delle persone”. Dopo lo stralcio di stepchild adoption e obbligo di fedeltà, l’impressione è che le polemiche non finiranno certo questa sera dopo la fiducia in Senato. 



Come ha detto il redattore del “canguro” sulla legge delle unioni civili, “abbiamo chiuso l’accordo“ e il nuovo testo del ddl Cirinnà è stato emendato con un maxi-emendamento che verrà posto al voto di fiducia questa sera. Tra le polemiche di opposizione e minoranza del Pd, l’accordo è stato trovato e salvo sorprese questa sera dopo il voto di fiducia il Governo potrà festeggiare il passaggio della Legge Cirinnà, di sicuro la più sofferta e combattuta del biennio di Renzi al potere. Dunque con il maxi emendamento che viene presentato oggi in Senato il testo originale è notevolmente modificato, con le ultime limature al testo dell’accordo Area Popolare-Pd: ma come cambia nello specifico? Il punto più reclamizzato è lo stralcio della stepchild adoption, l’adozione del figlio biologico del partner, con le adozioni che restano sotto legislazione vigente, facendo salva la giurisprudenza emersa finora sui casi di ricorsi inoltrati da coppie omosessuali. Le unioni rientreranno nelle formazioni sociale ma senza alcun riferimento al matrimonio, e verrà tolto l’obbligo della fedeltà sempre all’interno della volontà di non equiparare le nuove unioni con il matrimonio. «La presente legge istituisce l’unione civile tra persone dello stesso sesso quale specifica formazione sociale ai sensi degli articoli 2 e 3 della Costituzione e reca la disciplina delle convivenze di fatto», è il primo comma del maxi emendamento del governo al ddl Unioni Civili. In aula intanto continuano le discussioni, con la fiducia che si terrà alle 19 di questa sera ma con le opposizioni che provano fino all’ultimo cambi di direzione e rinvii del voto.

È il gran giorno, o giorno nefasto, a secondo dei versanti sulle unioni civili: per il governo Pd-Area Popolare si dovrebbe avere oggi la conferma con il voto di fiducia del passaggio definitivo della Legge Cirinnà alla Camera dopo che oggi l’Aula del Senato si pronuncerà con la fiducia ad uno dei temi più divisivi che siano mai stati affrontati negli ultimi anni. Per le opposizioni, la minoranza dem e qualche centrista isolato oggi è invece il giorno “dell’arroganza di Renzi”, come ha riferito a Palazzo Madama ieri il senatore Paolo Romani di Forza Italia: il governo fa votare con la fiducia un ddl su temi di coscienza ed etici, per via sostanziale di una fragilità interna del Partito Democratico che se arrivasse al voto singolo su ogni emendamento rischierebbe e parecchio con i voti segreti. Dunque fiducia, come detto dalla Boschi ieri sera, e attorno alle 19 di questa sera, da seguire tramite la nostra diretta streaming video  al link qui sotto. Intanto sono parecchi i manifestanti delle associazioni e del mondo Lgbt che in totale rottura con la politica che in poche ore ha stralciato la Stepchild adoption e l’obbligo di fedeltà dal testo originale del ddl Cirinnà, hanno protestato sia ieri davanti al Senato che oggi, con appuntamenti e raduni per poter formare un minicorteo. Ieri il traffico in centro di Roma è stato bloccato per alcune ore per via di queste proteste arcobaleno e si attende anche per oggi, giorno dell’avvallo del testo al Senato, la medesima situazione, se non peggio. «Noi attendiamo i diritti da 30 anni, voi potete ben attendere 5 minuti», lo slogan agli automobilisti rassegnati in coda.

D’accordo, dire che oggi è il giorno per le Unioni Civili e per il ddl Cirinnà suona come un già sentito nelle ultime settimane: eppure tra oggi alle 19 si chiuderà – salvo catastrofi parlamentari dell’ultim’ora – l’infinito capitolo della legge Cirinnà, con un colpo di coda che sorride al Ncd e a Renzi ma che fa imbestialire di fatto l’intera minoranza dem, per non parlare di tutte le opposizioni. Alla fine a vincere è il maxi emendamento con voto di fiducia che dovrà approvare la legge questa sera con voto di fiducia alle 19 di oggi: presentato ieri sera in presidenza Senato, riscrive il testo iniziale stralciando i punti fondamentali considerati inaccettabili da Area Popolare. Stepchild adoption via, come anche il riferimento all’obbligo di fedeltà e ad ogni possibile equiparazione al matrimonio civile. Rimane la garanzia sul lavoro dei magistrati sui casi di giurisprudenza già esistenti: le parole di Maria Elena Boschi sono chiare e nette, mentre ieri ha fisato il voto di fiducia. «Il testo è chiuso nel senso che abbiamo raggiunto l’accordo. Il governo ha già il testo in mano, nel senso che mancano solo i profili tecnici per la bollatura e la presentazione. Entro fine settimana la chiudiamo». Soddisfatta anche la firmataria Monica Cirinnà, che dichiara alle agenzie: «Siamo davvero ad un passo da una legge storica, che assegnerà finalmente dopo un ritardo insopportabile, diritti concreti e pieni alle coppie gay. Nel maxi emendamento c’è un passaggio di garanzia che non preclude il lavoro dei magistrati nella tutela della continuità affettiva del minore. Resta ora fermo l’impegno che mi sento di prendere oggi, raccogliendo le indicazioni del segretario Renzi, di lavorare da subito ad un disegno di legge di riforma sulle adozioni». Battaglia ancora molto, molto aperta sul futuro, ma nel mentre l’Italia potrà avere le sue unioni civili.