Una legge davvero brutta, ambigua in molti passaggi verso le stesse persone omosessuali, distruttiva sul piano del diritto di famiglia e del rispetto dei principi costituzionali: il ddl Renzi-Alfano sostituisce il ddl Cirinnà, ma la toppa è peggio del buco. Si è scelto un compromesso all’italiana pasticciato e a tratti impresentabile giuridicamente, portandolo a deliberazione parlamentare attraverso una procedura assolutamente antidemocratica: dibattito al Senato azzerato, cancellazione del precedente ddl 2081, inserimento di un maxiemendamento e voto di fiducia garantito dai veri vincitori della partita sul piano politico: i verdiniani di Ala.
Questa legge risulta essere il semplice grimaldello per consentire ai giudici di modificare il diritto di famiglia attraverso sentenze: infatti i magistrati potranno usare questa normativa per introdurre nei fatti e anche in punta di diritto il matrimonio gay in Italia con i relativi diritti di filiazione, come già avvenuto in molti paesi del Nord Europa. L’eliminazione dell’articolo 5 sulla stepchild adoption risulta essere l’ennesima farsa in quanto, nel momento in cui si adottano normative sulle unioni civili (per le quali l’Europa non ci ha posto nessun obbligo), interverranno automaticamente gli organismi europei (in primis la Corte dei diritti europea) per estendere la normativa a tutti quei diritti già previsti negli altri paesi dell’Unione Europea che hanno normato in tale senso.
Anche l’eliminazione dell’obbligo di fedeltà risulta essere il classico specchietto per le allodole: quando al comma 20 del maxiemendamento si ripete che si applicano tutte le normative dove sono riportate le parole “coniuge” o termini equivalenti si sa benissimo che si estendono tutti i diritti dell’istituto giuridico “famiglia” alle coppie omosessuali senza se e senza ma. Il ddl Renzi-Alfano risulta essere palesemente incostituzionale: una normativa che assegna il diritto alla reversibilità della pensione, alla successione testamentaria, all’utilizzo del cognome del partner solo a 7.500 coppie omosessuali conviventi con 529 minori e non alle 900mila coppie di fatto eterosessuali con 700mila bambini che risultano essere escluse da questi cosiddetti nuovi diritti, non può che essere in netto contrasto con l’articolo 3 della Costituzione italiana.
Favorevoli a riordinare eventualmente le normative presenti per coprire alcune “falle” normative rispetto ai diritti di coppie di fatto omosessuali ed eterosessuali ma senza toccare minimamente l’istituto della famiglia naturale e del matrimonio civile, gli uomini di Ncd hanno ceduto con fermezza sulle questioni più di sostanza ossessionati dal timore che Verdini li sostituisse non solo nel cuore di Renzi, ma anche nelle poltrone del governo. Oggi infatti ci troviamo davanti al voto sulla vera stepchild adoption, la prima in salsa italiana: Alfano e Renzi che adottano Verdini per rimanere maggioranza.