Mentre è in corso in Senato una riunione sul ddl Cirinnà con i capigruppo dei vari partiti per comprendere come risolvere il problema emendamenti – sono 6mila sulla legge per le unioni civili, di cui 5mila solo della Lega Nord – decisa dal Pd con Zanda, il ministro Alfano ha fatto sapere, tramite intervista a L’Aria che tira su La7, che il governo non si tocca. «Un sì alla legge sulle unioni civili con i voti di Pd e Movimento 5 Stelle sarebbe un fatto negativo e traumatico. Non credo che minacciare ad otto giorni dal voto la crisi, conoscendo anche le dinamiche parlamentari, sarebbe una mossa intelligente ed astuta«, afferma il segretario Ncd nonché ministro dell’Interno. Per Alfano è la prima volta che pubblicamente viene affrontato il punto chiave della possibile crisi di governo per far cadere una legge su cui molta parte del Ncd è contraria. Ma le sue parole vanno in controtendenza con questo, dal momento che afferma: «Nel momento in cui abbiamo fatto questo governo, guardandoci in faccio io e Renzi ci siamo detti, ‘noi difficilmente troveremo un accordo sulle unioni civili’, con grande coerenza lo abbiamo ribadito, ma ‘se tu butti in mezzo il governo fai un errore che neanche la grande Democrazia cristiana fece’». Risultato? Non ci saranno crisi, a meno di cataclismi.



Si parla di unioni civili e si penza subito a una coppia formata da due persone dello stesso sesso, due uomoni o due doppe. Ma il ddl Cirinnà in discussione al Senato non disciplina solo la convivenza tra coppie omo ma anche tra quelle etero. Il disegno di legge infatti, come spiega il Familiarista.it, il portale tematico di Giuffrè Editore realizzato per gli avvocati e i magistrati specializzati in diritto di famiglia, è composto da tre differenti capitoli: le unioni civili solo per le coppie dello stesso sesso, i contratti di convivenza per coppie etero e omo, e la convivenza di coppie etero e omo. Attualmente chi decide di convivere non ha alcuna forma di tutela. Non può per esempio assistere il partner in ospedale o andarlo a trovare in carcere, può essere cacciato di casa dai parenti in caso di morte del partner. Il ddl Cirinnà regolamenta queste situazioni, prevedendo che una coppia convivente abbia gli stessi diritti dei coniugi per quanto riguarda le visite in carcere, in ospedale e l’accesso alle informazioni sanitarie. Inoltre in caso di morte del partner l’altro potrà rimanere a vivere nella casa familiare per un periodo da 2 a 5 anni, se la convivenza aveva superato i 24 mesi e in caso di rottura della coppia, il partner economicamente più debole avrà diritto all’assegno di mantenimento calcolato in proporzione alla convivenza. 



Unioni civili, questo il dilemma: mentre in tanti si interrogano su come andranno i primi voti in aula per il ddl Cirinnà, spunta un retroscena sollevato da una notizia de La Stampa che potrebbe sconvolgere il piano strategico finora riuscito di Renzi. Da tempo si è aperto un canale con il Vaticano per il Movimento Cinque Stelle, con Alessandro Di Battista e Nicola Morra che sarebbero stati ricevuti dal sostituto segretario di Stato, Giovanni Angelo Becciu, ufficialmente per parlare di pace e contrasto agli interventi armati. Ma i colleghi affermano la possibilità di un canale aperto anche e sopratutto sulle Unioni civili con la legge Cirinnà che potrebbero venire stravolta proprio dall’apporto dei senatori M5s. Clamoroso? Non così tanto se si guarda all’ultimo sondaggio Demos per cui gli elettori grillini sono per il 24,3% cattolici praticanti e per il 44% hanno fiducia nella Chiesa. Come si vede dunque, l’accordo potrebbero non essere tanto strampalato e buttato in aria, e la linea ufficiale del movimento di Grillo e Di Maio per cui si vota tutta la legge Cirinnà senza se e senza ma – a meno di modifiche dell’ultimo minuto da parte del Pd – sembra essere in leggera inclinazione. Renzi preoccupato è stato avvertito della possibilità in Africa. Se effettivamente ci sarà l’accordo, il voto segreto potrebbe mettere inc risi la maggioranza e farla andare sotto sull’approvazione delle unioni civili, specie in tema di stepchild adoption. Ultimo indizio? «Sul tema delle adozioni bisognerebbe riflettere molto meglio di quanto sia stato fatto. Con questa legge rischiamo di aprire una voragine nei fondamenti dell’umano», parole del senatore M5s Sergio Puglia, ad Avvenire e TgCom 24. Chi ha orecchie per intendere…



Ddl Cirinnà, riparte l’iter e siamo al secondo giorno di discussioni in aula, il primo vero con gli emendamenti in campo: un totale di 21 ore per dibattere sulla legge delle unioni ciivli, questo il tempo previsto per i 100 e passa senatori che si sono iscritti regolarmente per parlare dal Senato, portando le motivazioni degli emendamenti e le richieste di aggiunta/stralcio di vari articoli alla norma tra le più discusse negli ultimi anni. Intanto, mentre ieri in tarda serata si era diffusa la notizia per cui la Lega Nord avesse tagliato 4500 emendamenti dei 5mila prodotti per il ddl Cirinnà, quest’oggi il capogruppo Centinaio ha smentito dicendo che prima di ritirarli il Carroccio vuole essere sicuro che il Pd tolga il suo “canguro” ovvero l0emendamento Marcucci che fungerebbe da tagliola per la maggiorate degli emendamenti. Oggi dunque si proverà a capire la sorte delle varie discussioni dei prossimi giorni, con l’articolo più contestato, il numero 5 sulla stepchild adoption, che si appresta ad essere discusso varie volte.

Secondo giorno di voto per il ddl Cirinnà con in Senato la battaglia che attende la legge sulle unioni civili che oggi si fa decisamente più viva dopo le pregiudiziali di ieri, tutte respinte con un voto molto ampio della maggioranza. Il Movimento 5 Stelle ha votato con il governo ma oggi con i primi emendamenti precisi che verranno discussi non è detto che si ripetano le stesse dinamiche di ieri: tutto dipenderà da cosa decideranno  i vertici Pd rispetto alla mediazione con la minoranza cattolica all’interno della maggioranza e alla conseguente reazione di M5s. In attesa di scoprire tutto questo, la relatrice Monica Cirinnà, senatrice del Pd, in aula ha riferito queste importanti parole che hanno, forse, generato ancora più polemiche. «In questo ddl non ci parla di matrimonio e neanche di adozioni gay, Abbiamo scelto la via delle unioni civili per rispondere a criteri di prudenza, nella convinzione che alla piena eguaglianza si arriverà passo dopo passo». Con una premessa del genere di certo oggi le discussioni non saranno da nulla, con tantissimi interventi che cercheranno di dimostrazione che, viceversa, il testo in questione è proprio l’anticamera di una piena adeguazione a matrimonio e diritto di adozione per le coppie omosessuali.