Quaranta senatori centristi hanno firmato un ricorso in extremis per bloccare il ddl Cirinnà. L’appello rivolto alla Corte costituzionale chiede che sia riconosciuto il conflitto di attribuzione, in quanto il governo avrebbe violato le prerogative del Parlamento. Secondo i ricorrenti il testo sulle unioni civili non è stato discusso in commissione Giustizia, come invece prevedeva l’articolo 72 della Costituzione, dove si afferma: “Ogni disegno di legge, presentato ad una Camera è, secondo le norme del suo regolamento, esaminato da una Commissione e poi dalla Camera stessa”. Tra i firmatari del ricorso c’è Andrea Augello, senatore ex Ncd che aderisce a Idea, il movimento lanciato dall’ex ministro Gaetano Quagliariello.
Il vostro obiettivo è rallentare l’iter della legge (l’esame è slittato di una settimana, ndr) o pensate di poter fare di più?
Il nostro obiettivo è stigmatizzare il comportamento gratuito e assolutamente forzato del presidente del Senato, Pietro Grasso. Non è la prima volta che ci troviamo in una situazione di questo genere, ma è la prima volta che si arriva a calpestare inutilmente una precisa disposizione della Costituzione. Vogliamo difendere una prerogativa del Parlamento, e poniamo quindi una questione di principio.
E’ ancora possibile fermare il ddl Cirinnà?
Lo vedremo quando ci saranno i voti segreti. Non sono in grado di valutare quali siano le effettive intenzioni dell’assemblea in quella sede, perché è un voto secondo coscienza.
I vari partiti alla fine voteranno compatti?
Questa vicenda ha creato delle divisioni nel Pd, dove c’è una pattuglia di parlamentari che almeno verbalmente hanno mostrato una certa animosità nel contrastare la stepchild adoption. Ma ha creato anche una certa spaccatura all’interno di Forza Italia, dove si contrappongono persone favorevoli e contrarie alla legge.
Secondo lei i cattolici del Pd si sono rassegnati o hanno in mente qualche sorpresa?
Su ogni tema rispetto a cui si organizzi un qualche dissenso nel Pd, vedo dei grandi squilli di tromba iniziali e poi il disfacimento totale di qualsiasi proposito sotto il tallone di Renzi. Mi auguro che in questo caso non sia così, ma finora non ho visto una grande dialettica nel Pd in grado di produrre effetti in Parlamento. Basti pensare a quello che è successo sulla legge elettorale e sulla riforma della Costituzione. Non vedo quindi la possibilità di produrre una sensibile modifica dell’impianto di partenza. Anche sul tema delle unioni civili Renzi padroneggia abbastanza il partito. Poi bisognerà vedere quali saranno i voti segreti.
Lei che cosa ne pensa dell’atteggiamento tenuto da Ncd?
Ncd ha una rendita di posizione che gli potrebbe consentire una maggiore incisività. Io e altri siamo usciti da Ncd proprio perché pensiamo che questa posizione sia stata largamente sottoutilizzata. Mi auguro se non altro che contro il ddl Cirinnà ci sia una compattezza di Ncd non solo nei voti palesi ma anche in quelli segreti.
Sui temi etici Alfano si appella alla libertà di coscienza, ma questo non inficia la sua appartenenza al governo. E’ un ragionamento che fila?
In linea astratta non è un ragionamento sbagliato: non si può fare cadere un governo per una divergenza su un punto di questo tipo. E’ però anche vero che c’è un’infinità di strumenti cui Ncd potrebbe tranquillamente fare riferimento per ottenere quantomeno lo stralcio delle adozioni dal ddl Cirinnà. Un punto quest’ultimo che tra l’altro andrebbe trattato più appropriatamente in una riforma delle adozioni stesse. Non c’è bisogno di fare cadere un governo per ottenere questo, soprattutto quando si hanno in mano le presidenze di commissione, le articolazioni del Parlamento e una rappresentanza così folta al governo.
C’è la probabilità che alla fine l’M5s faccia uno scherzo a Renzi?
Io non confondo mai i miei desideri con la realtà. Pensare che il presidente Grasso rimandi il ddl in commissione, è come sperare che nell’ultimo capitolo dei “Promessi sposi” don Abbondio sfidi a duello don Rodrigo. Allo stesso modo, non credo che i 5 Stelle abbiano delle intenzioni machiavelliche nei confronti della Cirinnà. Il gruppo al Senato di M5s tra l’altro è anche particolarmente esposto rispetto a una predominanza e concorrenza del gruppo alla Camera. Se ci fosse un infortunio nel voto sulle unioni civili addebitabile all’M5s si verrebbe comunque a sapere, e quindi io non credo che lo faranno.
(Pietro Vernizzi)