Il giorno dopo arriva l’intervista al vincitore, Giuseppe Sala, con le primarie Pd di Milano lasciate appena alle spalle con un grande successo, l’ex commissario Expo ora punta dritto alla poltrona più ambita di Palazzo Marino. Al Corriere della Sera – esattamente come aveva fatto su queste pagine venerdì scorso – racconta dei vari progetti per la città che a maggior ragione ora diventano ancora più concreti visto che non devono convincere solo il centrosinistra ma tutti gli abitanti milanesi. «Quando ho cambiato idea sulla candidatura? Non c’è stato un istante preciso, ma la maturazione di un convincimento, la ricerca della conferma che la mia vita si è indirizzata verso l’essere un civil servano piuttosto che un manager puro. Però c’era l’ostacolo delle primarie da affrontare: ecco, mi sono convinto quando ho capito che ero disposto a rischiare un insuccesso personale, dopo il successo di Expo, per il bene della città». Interessante però la parte sulla possibile, e da tutti ieri sera al teatro Elfo sbandierata, unità per sostenere la campagna di Sala a qui fino alle elezioni. «Fino a prova contraria siamo tutti legati da un patto di lealtà al centrosinistra: io sono l’ultimo arrivato e ho sempre detto che sarei stato pronto a mantenere fede agli impegni. Io credo alla lealtà se qualcuno cambierà strada, se ne dovrà assumere la responsabilità».



E dopo tanto chiacchiericcio durante le primarie Pd di Milano 2016, tutto si risolve in un grande bluff: qualcuno, specie a sinistra, ha gridato allo scandalo per la presenza del voto straniero, specie cinese, ai vari gazebo sparsi per Milano. Si pensava ad una mossa politica per portare al voto masse di cinesi, truppe cammellate e ogni sorta, ma alla fine i dati hanno smentito tutto o quasi: lo scandalo tratterebbe di circa l’1% dei voti totali che sono arrivati dai cittadini cinesi, con il 3% in generale degli stranieri residenti a Milano. Per cui, anche se quel 1% ha votato tutto schierato per un candidato, non ha determinato uno vero spostamento decisivo di voti per la vittoria finale di Sala o la sconfitta dei contendenti. Come sempre avviene, i bluff o mezzi scandali, visti poi da un’altra prospettiva, persino quasi tutto il loro valore. Tolto il feudo d’Oriente della zona Paolo Sarpi, il resto della città ha visto la partecipazione bassissima del voto straniero, anzi a ben vedere dovrebbe essere un dato che preoccupa paradossalmente proprio il centrosinistra visto che non è riuscita ad intercettare l’interesse di alcune aree della popolazione.



Il giorno dopo, Beppe Sala è il nuovo candidato unico del centrosinistra dopo le Primarie Pd a Milano 2016: elezioni amministrative di giugno vedranno l’ex commissario Expo impegnato a succedere a Pisapia e ieri sera dopo lo spoglio tutti gli altri candidati hanno promesso, come del resto gli elettori firmando la carta dei valori del Centrosinistra, pieno sostegno a Sala. Eppure fino all’ultimo, ha confermato la Balzani ieri sera, si è cercato un ticket dal vicesindaco attuale verso Majorino per confluire in voti anti-Sala ma con il diniego dell’assessore alla Politiche Sociali. I numeri li avrebbero avuti, dato che insieme hanno raccolto il 57%, battendo Sala dunque: ma perché questa mancata unione? «Faccio i miei complimenti a Sala che ha raggiunto certamente un buon risultato. Spero di vederlo quanto prima per iniziare a ragione insieme con lui per come arrivare vittoriosi alla sfida di giugno. Sono però molto rammaricata, fino all’ultimo giorno ho continuano a ripetergli (a Majorino, ndr) che la porta era aperta, che avrei voluto con lui un progetto comune». E invece niente, Majorino rimane soddisfatto e afferma come una sommatoria algebrica non ha senso perché sarebbero cambiate molte dinamiche se loro fossero stati insieme e non è detto che avrebbe perso Sala: aldilà di questo, ora il Pd e il centrosinistra dovranno fare attenzione a convivere con dissidi interni, per ora coperti dal sorriso post-Primarie. Reggerà?



E dunque come ci si aspettava Giuseppe Sala vince le primarie Pd 2016 a Milano, con la palma ricevuta dall’elettorato del centrosinistra che gli concede di essere il candidato sindaco unico di Milano per le prossime Elezioni Amministrative di primavera. Un risultato netto, senza dubbi né margini di polemiche: è stato votato con il 42.2%, battendo la diretta concorrente Francesca Balzani che è rimasta al 34%, con Pierfrancesco Majorino al 23% e Antonio Iannetta al 1%. I milanesi hanno scelto il loro candidato sindaco di tutto il centrosinistra: hanno votato in 60.900, un buon numero ma comunque inferiore alle scorse primarie che avevano celebrato Giuliano Pisapia (67mila). Lo stesso Pisapia dal palco del teatro Elfo Puccini di Milano, dove è avvenuto ieri sera lo spoglio dei voti, ha salutato e ringraziato il nuovo candidato, «Onore a Sala che ha vinto bene. Adesso uniti, a cominciare dal programma: a giugno andiamo per vincere». Gli fa eco lo sfidante sconfitto, Majorino, che dalla sede dello spoglio ha rilasciato una breve  dichiarazione in cui rende onore al vincitore promettendo sostegno pieno: «Abbiamo una Carta dei valori, un patto di lealtà, andiamo avanti insieme». Balzani invece ricorda il grande risultato ricevuto per sé e per tutto il popolo del centrosinistra che «ancora una volta ha dimostrato di avere coraggio ed entusiasmo, tanto da contagiare la vita che ora ha voglia di centrosinistra». E infine lui, il vincitore Sala che dal palco del teatro milanese ringrazia tutti: «Stasera vince Milano, sono state belle primarie, io mi impegno a non deludere entusiasmo e passione. Mi aspetto l’appoggio di tutti, dei candidati come di tutto il centrosinistra, Milano oggi ha dimostrare di essere in grado di gestire bene le primarie, con dei competitori forti, svolte con regolarità». Certo, nessuna traccia dei voti “cinesi”, delle insidie interne al partito, degli attacchi pre elettorali degli altri sfidanti. Oggi vincono tutti, e vince sopratutto lui, fino a pochi mesi fa commissario di Expo 2015: ora parte un’altra sfida, durerà tempo ed energie e dove sopratutto tutti non remeranno dalla stessa parte.