Borse in subbuglio; spread in aumento; credibilità del governo in Europa a livello di guardia. Estate 2011? No, inverno 2016. E sullo sfondo una burrascosa assemblea politica del Partito popolare europeo dove attoniti membri di Ncd che avevano provato a difendere il governo Renzi sono stati zittiti in malo modo da Joseph Daul, presidente di quella famiglia politica. “Non affannatevi a difenderlo, non lo fanno neanche i socialisti”.



Che sta succedendo? Si è messo in moto lo stesso ingranaggio che ha portato alla surroga del governo Berlusconi. Effettivamente l’irritazione europea nei confronti di un leader accusato di leggerezze capaci di mettere a rischio il debito della zona euro è montata al punto che giorni addietro qualcuno ha alzato il telefono e sentito Mattarella per sondarne la disponibilità a richiamare Renzi ai suoi doveri.



Ma il correttissimo presidente della Repubblica ha respinto l’invito al mittente: “se avete dubbi parlatene con lui”. Esaurita la chance Mattarella, da Bruxelles e da Berlino si è preferito ripiegare sull’immarcescibile Giorgio Napolitano. 

E re Giorgio si è rimesso in moto con buona lena, non lesinando consigli al giovin signore, il quale tornava dopo pochi giorni — dall’Africa — a sparare alzo zero sulle istituzioni europee. 

Cambio di strategia allora da parte di Napolitano. Intervista a tutta pagina su Repubblica (ieri) e sganassoni a Matteo che sembrerebbero preludere ad un governo tecnico. 



Sì, avete letto bene. L’Europa teme l’insolvenza delle leggi di stabilità renziane e più che alle riforme guarda all’incredibile misura che regala 500 euro ai diciottenni per andare al cinema. Duro Pierre Moscovici, che non crede, ancorché socialista, che si possa combattere l’austerità con la stupidità.

Washington tace. Per ora. Ed ha convocato il silente Mattarella. Confindustria si profonde in sorrisi sperando in nuovi incentivi, ma i più accorti tra gli industriali continuano a portare risorse fuori dal paese. A Matteo le latitudini africane, dalla Nigeria in giù, devono sembrare posti molto meno ostili dei corridoi di Bruxelles.