Decisione storica dal Tribunale di Roma nel pieno clima caldo su ddl adozioni, stepchild adoption e unioni civili: la politica e la giurisprudenza, un rapporto molto complicato che oggi ha ricevuto l’ennesimo colpo di spugna. Per la prima volta infatti in Italia un giudice ha stabilito che due compagne gay possono adottare ciascuna la bambina dell’altra: stepchild adoption accordata dunque alla prima coppia di donne che hanno avuto le bimbe di 4 e 8 anni in Danimarca con l’inseminazione artificiale (non si tratta dunque in questo caso di utero in affitto). Il caso: tribunale dei minori a Roma ha riconosciuto l’adozione incrociata per la prima volta in Italia, come sottolineano l’associazione Famiglie Arcobaleno, con l’utilizzo della Corte di quel riferimento alle cosiddette “adozioni in casi particolari”. Le bimbe avranno lo stesso doppio cognome ma per la legge non saranno sorelle; il tribunale ha accolto i due ricorsi proposti dall’avvocato Francesca Quarato della Rete Lanford, componente delle Famiglie Arcobaleno scatenando un polverone politico attorno al giù teso clima sulle unioni civili. Le minori in favore delle quali è stata riconosciuta l’adozione sono, infatti, nate ciascuna da una delle due donne della coppia; in questo modo, ognuna ha un genitore biologico ed un genitore sociale, entrambi con piena e pari capacità e responsabilità genitoriale.



La situazione è strana e complessa: dopo il ddl adozioni presentato da alcuni senatori del Pd per cercare di riproporre la stepchild adoption in un singolo disegno di legge lontano dal Cirinnà sulle Unioni civili, a cui il governo ha trovato un accordo con lo stralcio delle adozioni alle coppie gay. Passano le unioni civili, arrivano le adozioni e scoppia nello stesso momento il caso Nichi Vendola, che tramite maternità surrogata (utero in affitto, per dirla meglio) ha adottato insieme al compagno il neonato Tobia. Incastri di polemiche su questi tre temi dall’origine comune, ovvero la possibilità o meno per le coppie gay di avere figli. Tutti all’attacco, a cominciare da Beppe Grillo: «C’è qualcosa nel concetto di utero in affitto che mi spaventa e non ha nulla a che fare con l’omosessualità o eterosessuali, ma la logica del “lo facciamo perché è possibile”». Gli fa eco, e fa notizia anche solo questo, il quotidiano cattolica Avvenire che su questo tema si trova concorde con Grillo, «Il triste mercato dell’umano cresce ha ingrassi da destra e sinistra, si smetta di chiamarli diritti: il linguaggio politicamente corretto usato in particolare modo dai notiziari del servizio pubblico. Un fenomeno impressionante di camuffamento della realtà di dura cosificazione di una madre senza nome». Intanto Alfano mette a punto un nuovo ddl sull’utero in affitto per renderlo reato universale, e un secondo sulle misure si sostegno fiscale alla famiglia e di aiuto alla natalità: «Un Paese che non fa figli è un Paese senza futuro». 



Il caos attorno alle unioni civili non si placano dopo la presentazione del ddl adozioni che potrebbe essere calendarizzato nei prossimi mesi con le immediate proteste delle aree cattoliche e dell’opposizione di centrodestra: la possibilità di una nuova stepchild adoption regolamentata in un disegno di legge a se stante, a pochi giorni dall’approvazione al Senato del ddl Cirinnà senza la norma sulle adozioni, ha fatto andare su tutte le furie ad esempio Area Popolare. In una intervista al messaggero ha parlato il ministro dell’interno Angelino Alfano, manifestando tutta la sua perplessità sulla vicenda: «Il patto tra di noi è chiaro e lo stralcio delle adozioni non è solo su questo provvedimento ma in generale: mai avremmo votato la legge se ci fosse stato detto che lo stralcio era provvisorio, in attesa di una nuova legge. Su questo la nostra intransigenza è assoluta».



Il Pd tira dritto sul ddl adozioni: non ci placano le polemiche in Italia sulle unioni civili dopo la decisione del Pd di presentare una norma ad hoc sulla adozioni da adottare nell’immediato futuro come discussione in Parlamento. con la stepchild adoption uscita dal ddl Cirinnà giusto una settimana fa, ora viene di fatto riammesso tramite un disegno di legge di alcuni senatori Pd, compresa la Cirinnà, che vorrebbe legiferare sulla possibilità di adozione per le coppie omosessuali. Inevitabile che in questo clima tesissimo scoppiasse un caso attorno a Nichi Vendola e al compagno Ed Testa, dopo che quest’ultimo è diventato padre di un bimbo nato in America grazie alla maternità surrogata, note come utero in affitto. Bufera sulla politica, con il centrodestra che chiede spiegazioni al fatto accaduto all’ex presidente della Regione Puglia, sulla vicenda interviene anche la presidente della Camera, Laura Boldrini. “Sono contenta per Nichi e per il piccolo Tobia ma ho qualche perplessità sull’utero in affitto, che ritengo giusto sia vietato in questo Paese e che la legge sulle unioni civili no ha introdotto”. Il Pd però non intende perdere tempo e già la prossima settimana è in programma un’assemblea dei deputati Dem per iniziare a entrare nel dibattito sulle modifiche alla legge 184 che norma le adozioni dal 1983.