Emergono i dettagli dell’arresto di Angelo Malerba, capogruppo Movimento 5 Stelle al comune di Alessandria: scorso candidato sindaco del comune piemontese, è stato prelevato dalle forze dell’ordine questa mattina con l’accusa di furto aggravato ma ora si viene a sapere che l’atto, eseguito in una palestra che frequentava, ha previsto il “prelievo” di 100 euro contenuto in un portafoglio dentro ad un armadietto. Il commento a caldo dei vertici del Movimento grillino è evidentemente imbarazzato: «È una notizia che ci lascia esterrefatti, una vicenda incredibile, Malerba è sempre stato un ottimo capogruppo e la vicenda è una questione tutta personale, non legata al movimento», dichiara il suo collega di partito Domenico Di Filippo. Chiaro però che si avvicina lo spettro dell’espulsione per Malerba, che come altri predecessori sono stati allontanati dal movimento pentastellato: «Abbiamo delle regole che tutti devono rispettare, nessuno escluso», chiosa Di Filippo. Si aspetta ora la parola di Grillo o Di Maio sulla vicenda che rimane dai contorni realmente imbarazzanti, se ovviamente venissero confermati dal processo per direttissima.



Notizia choc dal mondo del Movimento Cinque Stelle: il capogruppo e consigliere comunale ad Alessandria, Angelo Malerba, è stato questa mattina arrestato in Piemonte con l’accusa d furto aggravato. Secondo la ricostruzione delle agenzie, Malerba avrebbe forzato un armadietto in una palestra di Alessandria frequentata spesso dal consigliere e prelevato il contenuto tra cui ci sarebbe anche del denaro. Al momento il capogruppo M5s in comune è agli arresti domiciliari e nel giro di pochi giorni, massimo settimane, sarà processato per direttissima: la notizia rimbalza e fa clamore, non solo per la “singolarità” del furto, ma perché effettuato dal simbolo grillino in Piemonte. Era stato candidato sindaco per i grillini nel 2012 ad Alessandria, Malerba è un consulente assicurativo e prima un borsista dell’Asl quando si candidò a sindaco per il Movimento 5 stelle. «Non chiamatelo sindaco ma portavoce del sindaco», esortava il Movimento sostenendolo nella campagna elettorale. Il consigliere regionale Davide Bono, come riporta La Stampa, lo presenta come il vero simbolo della trasparenza e purezza, tatti distintivi e necessari nel partito di Grillo e Casaleggio. Lo stesso leader e comico lo lanciò in piazza, il giorno prima del voto nel 2012, gridando “un volto nuovo che farà da guardia al potere”, anche se non bastò per vincere, visto che arrivò terzo, con ottimi risultati però dietro di poco a Pd e Pdl. E oggi l’arresto, di cui ovviamente va verificato e processato per capire se realmente c’entra col fattaccio.

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