“Alle Comunali a Roma centrodestra, Pd e M5s sono tutti circa al 30%. La candidatura della Meloni è più forte di quella di Bertolaso, ma la vera determinante del risultato finale è se gli schieramenti si spaccheranno o rimarranno compatti”. Lo evidenzia Nicola Piepoli, sondaggista e fondatore dell’Istituto Piepoli. Domenica sera l’ex capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, aveva attaccato: “La Meloni deve fare la mamma. Non vedo perché qualcuno dovrebbe costringerla a fare una campagna elettorale feroce e, mentre allatta, ad occuparsi di buche e sporcizia”. A stretto giro la risposta di Giorgia Meloni, capo di Fratelli d’Italia ed ex ministro dei Giovani del governo Berlusconi: “Sarò mamma comunque e spero di essere un’ottima mamma, come lo sono tutte quelle donne che tra mille difficoltà e spesso in condizioni molto più difficili della mia riescono a conciliare impegni professionali e maternità”.
Piepoli, quante chance ha la Meloni di vincere le amministrative a Roma?
La Meloni è l’unico esponente proveniente dal mondo dell’Msi che abbia fatto carriera in quell’area politica. Fratelli d’Italia è un partito maschilista che ha come capo una donna. Questo significa che la Meloni è andata molto al di là del suo partito, oserei dire che è uscita dal branco.
E quindi?
Se è riuscita a imporsi come donna in un partito anti-femminista per principio, è chiaro che può benissimo imporsi come capo di una coalizione diversa dalla destra storica cui appartiene. Anche se di qui a vincere le amministrative c’è però molta acqua che deve scorrere sotto ai ponti del Tevere.
Qual è il principale ostacolo alla sua elezione?
La vera difficoltà per la Meloni non è tanto quella di farsi votare dai colleghi di partito, quanto da quella massa impalpabile che è il generone romano. Centrodestra, centrosinistra e M5s a Roma sono ciascuno al 30%. I tre schieramenti in sostanza si equivalgono, ma se si candida Ignazio Marino, Roberto Giachetti non arriva al ballottaggio. Allo stesso modo se Alfio Marchini si candida, il centrodestra si ferma al primo turno. I 5 Stelle invece arrivano al ballottaggio in ogni caso. Quello che uccide è il fuoco amico.
Insomma quello che conta è rimanere compatti?
Sì. E’ una situazione in cui il Pd e il centrodestra arriverebbero al ballottaggio se non ci fossero di mezzo Marchini e Marino.
Chi ha maggiori chance di vincere tra la Meloni e Bertolaso?
Sicuramente la Meloni. Quest’ultima è alla guida di un partito che a Roma ha il 10-15%. Nella Capitale la destra storica è sempre stata un grande partito. Non a caso Francesco Storace è stato presidente della Regione Lazio, e Gianni Alemanno sindaco di Roma. Entrambi, come del resto la Meloni, sono esponenti di una destra sommersa molto forte. Roma è forse l’unica grande città d’Italia che veramente tende a destra. Ma tra avere questa tendenza e riuscire a vincere le amministrative c’è un abisso.
Alla fine la vera favorita è la Raggi?
Non è detto. La situazione normotipica vedrebbe da un lato la candidatura della Meloni o di Marchini o di Bertolaso, e dall’altra ci sarebbe Giachetti. La sfida si giocherebbe ad armi pari, mentre M5s resterebbe escluso dal ballottaggio. La Raggi però rischia di vincere per questi contrasti, cioè per il fuoco amico all’interno tanto della sinistra quanto della destra. Il vantaggio dei 5 Stelle è quello di non essere esposto a nessun fuoco amico: dal punto di vista della città sono i liberatori. Grillo vince quindi a Roma per il fatto che c’è fuoco amico tra gli avversari.
Come andrà a finire?
E’ come l’inferno, una via d’uscita ci sarebbe ma i protagonisti non se ne accorgono. La via d’uscita è unirsi anziché dividersi. Destra e sinistra potrebbero escludere i 5 Stelle dal ballottaggio, in quanto questi ultimi vogliono lavorare da soli.
(Pietro Vernizzi)