Si è parlato molto del prossimo referendum del 17 aprile per votare in merito alle trivellazioni in mezzo al mare italiano, per cercare di capire cosa pensano gli italiani. Ha espresso il suo parere anche il filosofo Erri De Luca tramite il suo profilo di Twitter: “Sette Regioni hanno voluto il referendum su trivelle e la segreteria del Pd dice che il voto è inutile. Il diciassette aprile si voterà su chi e cosa è superfluo”, clicca qui per il tweet. Sicuramente è molto importante vedere quello che accadrà dopo il referendum in merito a un argomento molto serio e sul quale probabilmente prevarrà sicuramente il buonsenso.



Il referendum del 17 aprile 2016 sulle trivelle proposto da 9 regioni italiane vede (finalmente) uscire le prime discussioni in modo da far conoscere alla gente che esiste questo voto referendario. Il problema è che ora la cronaca è balzata agli onori per le crisi interne al Pd e come sempre questo non porterà un vero dialogo e discussione sul contenuto: al momento infatti è lo scenario politico più interno che prende la scena, con la decisione ufficiale di ieri del Partito Democratico di porsi come astensione al referendum. E giù via il pieno delle polemiche, specie dalla minoranza dem del partito: Roberto Speranza su Facebook tuona “è una posizione che non condivido affatto che non credo possa essere compresa da una parte significativa dei nostri elettori e mi chiedo da dove è arrivata la scelta visto che la segreteria non si riunisce da mesi mentre direzione e assemblea non mi sembra abbia discusso di questo“. Miguel Gotor e Davide Zoggia, bersaniani, accusano Renzi: «c’è un referendum, i cittadini italiani spendono soldi per tenerlo ma un partito serio ne discute e prende una decisione, non cerca di far passare sotto silenzio una scena così delicata». Guai grossi in vista per il governo e, di conseguenza, anche per il referendum.



Non si placa la polemica politica sul referendum 2016 sulle trivelle. La consultazione si svolgerà il prossimo 17 aprile: gli elettori sono chiamati a esprimersi sull’estrazione di gas e petrolio entro le 12 miglia marine. Sulla questione interviene di nuovo il Movimento 5 Stelle che punta ancora il dito contro il Partito Democratico reo di “boicottare” il referendum 2016 sulle trivelle. A lanciare l’accusa è il capogruppo M5s alla Camera Michele Dell’Orco: “Il volto del Pd è pro trivelle, questo è evidente. Prima la minoranza vota lo sblocca Italia, poi gioca la parte dell’opposizione in alcune regioni ed infine mette la faccia sull’astensione come dimostra l’adesione formale agli spazi contro il referendum riportata dall’Agcom. Il Pd trivella la democrazia. Stupiscono le dichiarazioni di parlamentari della minoranza Pd oggi che si chiedono chi ha deciso l’adesione agli spazi pro astensione anche in televisione. Lo ha deciso il loro segretario, il loro padre-padrone. Se vogliono essere coerenti e votare il referendum possono farlo, non serve abbaiare in politichese senza prendere davvere posizione”.

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