Da poco arrivata la sentenza della Consulta sulla Legge 40, e a suo modo è storica: viene ribadito l’impianto della legge sulla fecondazione assistita, con la decisione della Corte Costituzionale che afferma, “spetta al legislatore e non alla Corte, il diritto sulla legittimità o meno della ricerca scientifica su embrioni malati”. Rigettato dunque il ricorso che aveva presentato il Tribunale di Firenze dopo il caso di una coppia toscana che voleva donare gli embrioni malati e non impiantati per la fecondazione eterologa. Rimane dunque fisso l’articolo 13 della Legge che vieta infatti la donazione di questi embrioni alle sperimentazioni, una pratica consentita invece in altri Paesi. L aConsulta dunque decide di lasciare allo Stato il compito, semmai, di stralciare quella norma, altrimenti rimane il divieto di utilizzare embrioni per usi di ricerca, provando così a mettere un freno sulla produzione in laboratorio di embrioni destinati alla ricerca scientifica.
È attesa la decisione della Consulta sulla Legge 40: a breve ci sarà l’ennesima sentenza sull’impianto della legge sulla fecondazione assistita, in particolare sulla possibilità o meno di utilizzare embrioni malati congelati per la ricerca scientifica, dato che al momento la Legge 40 lo vieta con l’articolo 13. Embrioni cosiddetti orfani possono o no essere utilizzati per la ricerca sulle cellule staminali? A questa domanda dovrà rispondere la Corte Costituzionale, riunitasi stamattina in udienza pubblica dopo la richiesta di intervento del Tribunale di Firenze, in merito al ricorso di una coppia toscana. Intanto si viene a sapere che i giudici coordinati dal presidente Paolo Grossi hanno rigettato l’istanza degli avvocati Filomena Gallo e Gianni Baldini dell’associazione Vox affinché fosse ascoltato il parere degli esperti scienziati. È attesa per ora la sentenza definitiva sulla legge della fecondazione artificiale, la quarta da quando è stata scritta, che potrebbe di nuovo riscrivere parte sostanziale del testo originario.
Oggi la sentenza della Consulta decide sul nodo embrioni per la Legge 40, dopo le polemiche e il caso di ricorso di una coppia di Firenze: il nodo è se destinare, con consenso della coppia, alla ricerca scientifica gli embrioni che si originano dal processo di fecondazione. La decisione spetta oggi alla Corte Costituzionale se eliminare l’articolo 13 della Legge 40 o mantenere la legislazione per come è al momento. In attesa del voto, interviene Marco Cappati, Radicali Italiani, contro il Governo: «Apprendiamo che il Presidente del Consiglio dei Ministri, rappresentato dall’Avvocatura Generale di Stato, vuole tappare la bocca agli scienziati e limitare l’azione della Consultai vista dell’udienza pubblica di oggi. A Renzi dico, non basta buttarsi un secchio d’acqua in testa contro la Sla o annunciare nuovi finanziamenti alla ricerca se poi si cerca di impedire agli scienziati di fare il proprio lavoro e di raccontarne la portata davanti alla Corte Costituzionale in una occasione così importante». Di per sé l’utilizzo dell’avvocatura di stato è di norma visto che si tratta di una Legge varata dallo stato e che la Consulta deve giudicare: ritenere una propria opinione in merito e soprattutto confermando la scelta degli italiani che nei vari referendum hanno scelto di tenere quell’articolo, il Governo ha preso una decisione discutibile ma legittima. Si vedrà oggi la Consulta cosa deciderà in merito, ma di certo il tema è ancora aperto dopo anni di leggi e discussioni: una vicenda complessa che non deve per nessuna ragione essere banalizzata.
Si riapre la discussione sulla Legge 40, quella sulla Fecondazione Artificiale che dopo referendum, polemiche e sentenze dei tribunali torna davanti alla Consulta per una quesitone importante al suo interno: la legge sulla procreazione assistita (che in Italia è limitata appunto per legge per solo alcun casi) riapre il nodo della possibilità di destinare, con consenso della coppia, alla ricerca scientifica gli embrioni che originano dal processo di fecondazione ma non possono essere impiantati perché presentano gravi patologie. Ad ora, l’articolo 13 vieta questa pratica ma a il tribunale di Firenze ha presentato la quesitone alla Corte Costituzionale per normare di nuovo su quel punto preciso. Questo avviene nell’ambito della causa su una coppia che ha effettuato vari cicli di procreazione assistita mediamente ma con esito sempre negativo per la produzione continua di embrioni malati. Domani dunque si avranno possibili novità e ulteriore norme o scadenze legislative per un tema che continua ad infiammare la scena politica e sopratutto sociale italiana; l’udienza pubblica in Corte Costituzionale fissata per domani vedrà il Giudice relatore Rosario Morelli, mentre gli interessi della coppia saranno rappresentati dagli avvocati Filomena Gallo e Gianni Baldini. Inoltre, parteciperà l’associazione Vox-Osservatorio sui diritti con il proprio legale, mentre sarà presente anche l’avvocato dello Stato, Gabriella Calmieri, che difenderà l’impianto attuale della legge per contro della Presidenza del Consiglio.