Continua la polemica politica intorno al referendum trivelle che si terrà il prossimo 17 aprile e che chiamerà gli elettori a esprimersi sulla continuazione o sull’interruzione delle trivellazioni entro le 12 miglia dalla costa per l’estrazione di petrolio e metano. Il Movimento 5 Stelle denuncia, in un comunicato riportato da varie testate, che in Puglia lo stanziamento per la consultazione sia stato drasticamente ridotto: 50mila euro a fronte dei 250mila ipotizzati inizialmente. “Avevamo proposto – spiega il M5S – un taglio dello stipendio di tutti i consiglieri di 1000€ al mese per 5 mesi, una cifra che avrebbe permesso di ritornare alla cifra di 250.000€, ma la nostra proposta è stata bocciata dai partiti. A questo punto la domanda è legittima: come mai quando si trattava di utilizzare fondi pubblici per pubblicizzare questo referendum, 250.000€ erano ritenuti una cifra adeguata, mentre quando si è pensato di farlo mettendo le mani nei portafogli dei consiglieri, improvvisamente 50.000€, ovvero il 20% di quanto proposto inizialmente, sono diventati “una somma adeguata”?”. Il Movimento 5 Stelle annuncia poi che continuerà a promuovere il referendum trivelle, nonostante “le spaccature interne sia alla maggioranza PD in consiglio regionale che a quelle interne al Partito Democratico a livello nazionale”.



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