“Tanto Berlusconi quanto Salvini hanno sbagliato candidato perché né Bertolaso né la Meloni possono vincere. Solo Alfio Marchini può unire il centrodestra e portarlo al ballottaggio”. E’ l’analisi di Vittorio Sgarbi, critico d’arte, ex sottosegretario ai Beni culturali e deputato per quattro legislature. Mercoledì Silvio Berlusconi ha rilanciato la candidatura di Guido Bertolaso per Roma: “In questa città bisogna fare una rivoluzione e per farla ci vuole un rivoluzionario: non si può pensare che chi ha fatto solo politica possa affrontare un’impresa così”. Lo stesso Bertolaso ha rimarcato: “Per le primarie siamo anche fuori tempo massimo. Io vado avanti”.



Sgarbi, come legge la rottura tra Berlusconi e Salvini sulle comunali di Roma?

Berlusconi ha sbagliato candidato. Bertolaso è una persona rispettabile e pregevole, ma gli è toccato di essere mortificato dal punto di vista pubblico per un pettegolezzo giudiziario trasformato in inchiesta. Berlusconi è stato del tutto invalidato sul piano pubblico per una questione di natura sessuale, e a Bertolaso sta avvenendo qualcosa di analogo. E’ quindi evidente che non è il Bertolaso dei tempi in cui era il salvatore della patria. Berlusconi ha finto di ignorare questo aspetto, e quindi lo ha scelto in virtù delle sue capacità e dei suoi meriti “oggettivi”.



Se De Luca può governare la Campania, perché Bertolaso non può candidarsi per Roma?

E’ molto semplice: perché i crimini riferiti a De Luca non sono di natura sessuale. La condotta morale, e quindi il riferimento al mondo della sessualità, è più forte di tutto, e questo ha determinato l’azzoppamento di Bertolaso. Non appena Salvini si è reso conto che la sua persona aveva dei limiti rispetto al gradimento generale dell’opinione pubblica ha deciso di mollarlo.

Come andrà a finire?

Probabilmente alla fine il centrodestra a Roma si ricompatterà perché Bertolaso farà un passo indietro.



Lei si immagina un Berlusconi che si arrende?

Sì, non mi sembra uno particolarmente testardo. In ogni caso il dato oggettivo è che l’errore commesso da Berlusconi e Salvini è pericoloso. O i partiti di centrodestra sono certi in partenza di non andare al ballottaggio, e quindi si pesano, oppure la loro mossa li condanna a perdere. Probabilmente l’idea migliore sarebbe quella di unirsi sul nome di Alfio Marchini. Secondo me comunque i giochi sono ancora aperti.

E se in realtà l’obiettivo di Salvini fosse quello di fare fuori Berlusconi come leader nazionale?

Non c’è nessun bisogno di farlo fuori, perché Berlusconi non si può candidare alle elezioni politiche fino al 2019. Per quanto si possa immaginare che ci sia una lotta per la premiership, Salvini è già di fatto il leader ufficiale del centrodestra.

Non ci vorrebbe un candidato più moderato?

Anche alla luce del rafforzarsi dell’islamismo, il segretario della Lega Nord è il candidato migliore per cercare di vincere. Ma se anche si dovessero ritenere che Salvini non sia abbastanza moderato, ne individueranno un altro che in ogni caso non può essere Berlusconi.

 

Come si spiega invece che la Meloni abbia cambiato idea su Bertolaso?

E’ evidente che non è in sé.

 

In che senso?

Prima la Meloni ha detto di no a Marchini e di sì a Rita Dalla Chiesa. Dopo di che ha appoggiato Bertolaso, per poi ritirare il suo sostegno. E infine, dopo avere detto che non voleva candidarsi, ha deciso di correre. C’è quindi qualcosa che non va.

 

Salvini e la Meloni vogliono sganciarsi da Forza Italia per guardare ai Cinque Stelle?

Questa sarebbe un’ottima scelta. Ma comunque è una prospettiva che verrà dopo le amministrative.

 

Lei intanto conferma la sua candidatura a Milano?

Non mi candido. Avevo chiesto a Berlusconi di fare un sondaggio per confrontare i miei consensi con quelli di Stefano Parisi. Il Cavaliere non ha voluto e quindi ho deciso di non correre. Mi è stato proposto invece di candidarmi a Torino per incassare il sostegno di Lega Nord e Fratelli d’Italia contro Osvaldo Napoli appoggiato da Forza Italia. Ci penserò ancora qualche giorno ma personalmente è un’ipotesi che non mi convince.

 

(Pietro Vernizzi)