Capita di aggirarsi tra notizie e dibattiti e le elezioni 2016 che arriveranno in primavera e si riscontra come il tema è davvero sempre più caldo, nonostante manchino ancora molti mesi: di certo le Primarie e le candidature, che si svolgono in questi primi mesi 2016 hanno aumentati i gradi della discussione attorno al futuro dei partiti a livello locale, ma con una inevitabile ripercussione a livello nazionale. In ballo ci sono città importanti, decisive, praticamente tutte le più grandi: ebbene, analizziamo quest’oggi la situazione interna al centrodestra. Riassumibili il tutto con la parola caos, o forse, con un termine già complesso, andamento “schizofrenico”: prendiamo le due città già importanti chiamate al voto, Milano e Roma. Per sostituire Pisapia e Marino, entrambi dal centrosinistra e con esperienze in chiaroscuro, specie il secondo, i favoriti naturali sarebbero gli avversari del centrodestra, o almeno così era fino a qualche anno fa, prima dell’avvento di M5s e della crisi del berlusconismo. Quello a cui assistiamo è infatti, proprio in questi giorni, ad una continua frattura interna per la candidatura a Roma, mentre d’altra parte a Milano il candidato Stefano Parisi ha raccolto l’intero accordo tra Lega, Ncd, Forza Italia e Fratelli d’Italia, caso unico ultimamente nelle varie situazioni pre elettorali. Schizofrenia appunto, gli stessi partiti divisi sotto il Tevere, sono invece unitissimi sopra il Naviglio: cosa significa questo? Che forse, a livello locale, sono ancora decisivi i nomi, le persone, con Bertolaso che non convince e con il manager Parisi che invece raccoglie consensi (è già dato vicino a Sala negli ultimi sondaggi). Per scoprire se il grande malato del centrodestra potrà guarire bisognerà attendere maggio-giugno ma intanto è meglio cercare per tutti (anche gli altri partiti non sono esenti) di identificare, con chiarezza, quantomeno i sintomi di questa grande e complessa “malattia”.