Nicola Piepoli, grande signore dei sondaggi, è quasi eccitato come ricercatore di fronte alle previsioni dei risultati in una città come Roma. A fine settimana vanno in onda le “primarie” sia a Roma che a Napoli, due strane “metropoli” che un osservatore come Antonio Polito vede in una situazione veramente critica.



Partiamo da Roma, Piepoli, e guardiamo a queste primarie. Che cosa si sente di dire? Quali sono i risultati delle ricerche sue e dei suoi collaboratori?

La risposta in questo caso potrebbe essere abbastanza semplice. Queste primarie dovrebbe aggiudicarsele Roberto Giachetti. E’ un politico che ha carisma, che ha la grinta necessaria, che conosce la città e che per le sue passate esperienze conosce bene anche la macchina del Comune. Ma detto tutto questo, e dando quasi per scontato il risultato delle primarie, fino a questo momento, devo aggiungere inevitabilmente un “ma”. Perché il discorso complessivo su Roma non si può ridurre ai candidati alle primarie della sinistra.



Dalle sue parole, sembra che lei si diverta di fronte alle elezioni amministrative di Roma.

Infatti sto pensando alle primarie, ma mi è impossibile non guardare al quadro generale e alle forze in campo delle amministrative. Posso riassumere questa partita con un’immagine?

La prego, ci faccia capire, Piepoli.

Questa di Roma è una partita incredibile e quindi per un ricercatore è ovviamente stimolante. Se si osservano i risultati delle ricerche e delle analisi si vede che ci sono tre forze in campo che alla fine si equivalgono, e tutte e tre raggiungono una percentuale intorno al 30 per cento. Vale il 30 per cento o qualche cosa di più il blocco che potremmo chiamare di centrodestra; vale circa il 30 per cento il M5s, con la candidata sindaco Virginia Raggi; e vale ugualmente il 30 per cento anche il blocco della sinistra intorno al Pd.



Una realtà spaccata in tre che potrebbe riservare sorprese. E’ inevitabile che ci si domandi: chi va al ballottaggio in una situazione di questo tipo? E’ veramente una grande scommessa.

Ci sono delle varianti e, mi lasci dire, della variabili “autistiche”.

Mi sembra un poco criptico, Piepoli. Si spieghi.

A Roma occorre considerare quello che può accadere a sinistra e quello che può accadere all’interno del centrodestra. Cominciamo con la sinistra e con un suo esponente che sembra in agguato. Mi sto chiedendo che cosa stia facendo esattamente l’ex sindaco Ignazio Marino. Si dice che abbia scritto un libro sui suoi mesi in Campidoglio e che magari possa intervenire con delle “letture” di memorie in questa campagna elettorale. In più non è chiaro se partecipi o no a queste primarie. Un fatto è certo. Secondo valutazioni attendibili, Marino può contare su una percentuale di consensi romani che si aggira intorno al 10 o 12 percento. Questa percentuale di consensi potrebbe influire sulle primarie, ma potrebbe influire anche sulle stesse elezioni amministrative. Questa è quella che io chiamo una variabile autistica. Ma non è l’unica.

Ce ne è un’altra?

Riguarda direttamente il centrodestra. Lì c’è la figura di Guido Bertolaso, il candidato del cavalier Berlusconi che però non unifica, ma scompagina le fila del centrodestra e nel presentarsi diventa anche lui una variabile autistica.

 

A questo punto siamo di fronte a una scacchiera impazzita.

Guardi che un ticket di centrodestra con Alfio Marchini sindaco, Irene Pivetti, vicesindaco e magari Francesco Storace presidente del Consiglio comunale sarebbe in grado di andare al ballottaggio e anche di vincere. C’è ovviamente la figura di Bertolaso, che scompagina tutto e alle fine smentirebbe Berlusconi. Non mi pare un piccolo problema.

 

Dove può verificarsi questa variabile autistica, Piepoli, a sinistra o a destra?

Guardi, non voglio sfuggire alla domanda, ma non so proprio immaginarmelo. Chi dei due schieramenti la subisce va incontro alla sconfitta. Ma non si può escludere un fatto, anzi un’ipotesi, una previsione.

 

Quale?

Che avvenga sia a sinistra che a destra. E a quel punto, quello che in questo momento potrebbe rappresentare il centro, cioè il Movimento 5 Stelle, avrebbe vita facile e vincerebbe nel ballottaggio. Ho reso abbastanza chiaramente l’idea per quale ragione nelle amministrative di Roma, al di là del risultato delle primarie di fine settimana, ci si trovi di fronte a una partita incredibile?

 

Dopo questo puzzle romanesco, mi parli delle previsioni che si vedono nell’analisi del voto amministrativo di Napoli. Anche lì ci sono le primarie a sinistra a fine settimana. Sono problematiche?

No, a Napoli mi sbilancio con più semplicità. Sia alle primarie che alle amministrative io vedo un unico vincitore: l’attuale sindaco Luigi de Magistris.

 

Eppure la città non ha fatto passi avanti da quando de Magistris è diventato sindaco ed è in presa a una crisi profonda.

Ma de Magistris, mi lasci dire, è Masaniello. E a Napoli, in situazioni di questo tipo, vince sempre Masaniello.

 

(Gianluigi Da Rold)