Roberto Giachetti ha vinto le Primarie del Pd del 2016 a Roma. Il candidato del centrosinistra ha voluto ricordare però un uomo molto importante per la capitale. Oggi infatti si è recato a Viterbo nel cimitero di San Lazzaro dove riposa Luigi Petroselli, come dimostrano le foto postate dall’edizione online de La Repubblica. Petroselli è stato il Sindaco di Roma tra il 1979 e il 1981. In un tweet Giachetti ha sottolineato: “Il primo giorno da candidato lo dedico a Luigi Petroselli, sindaco di piccole e grandi cose degli esclusi e dei deboli”. Clicca qui per le foto.
Non c’è proprio pace attorno al comune di Roma e al Partito Democratico in primis: dopo le Primarie Pd 2016 vinte da Roberto Giachetti, nuovo candidato sindaco del centrosinistra per le Amministrative di primavera, la lite interna al partito vede lo scontro tra minoranza e “renzismo”. Nel caso specifico i contendenti sono Matteo Origini, presidente dem e anche commissario del partito a Roma, dopo gli scandali di Mafia Capitale, e Roberto Speranza, uno dei leader assieme a Bersani della minoranza Pd. Sentite il “ribelle” Speranza: «Ho letto l’intervista di Orfini dove dice che a Roma non hanno votato capibastone né rom: credo che una dichiarazione del genere sia offensiva verso migliaia di cittadini romani che appartengono alla sinistra e che ci mandano un messaggio, chiedono un Pd diverso capace di intercettare anche il loro voto». Di certo non attende molto Orfini, sempre su Huffington Post come il suo collega di partito, per la replica: «Abbiamo bonificato e disboscato il Pd dopo i fatti di Mafia Capitale. Credo che i cittadini romani e i militanti dem siano stati offesi da Mafia Capitale non dalle mie affermazioni sulla mancata partecipazione dei capibastone. Speranza sembra rimpiangere quel tipo di partito, spero corregga il tiro delle sue dichiarazioni». È lo specchio del Partito Democratico: vince ma litiga, propone ma divide, e così va da molto tempo. Le amministrative, anche da questo punto di vista, saranno uno spartiacque decisivo per comprendere che piega prenderà il partito più importante al momento del centrosinistra.
Ha vinto con il 64% delle preferenze Roberto Giachetti la sfida delle Primarie Pd Roma 2016, con l’annuncio dato dalla segreteria del partito ieri sera dopo lo spoglio dei voti. Le primarie del centrosinistra con molte ombre durante la campagna elettorale per via di ritardi nei programmi ed errori di comunicazioni: l’affluenza è stata dimezzata, ma i vertici si dicono soddisfatti perché almeno non ci sono state “truppe cammellate”, come ha detto Orfini (vedi nel dettaglio qui sotto). Nel “Day after” il commento arriva dallo sconfitto numero 1, quel Roberto Morassut della minoranza dem che fino all’ultimo ha sperato di sfilare la candidatura a sindaco del centrosinistra a Giachetti. «Ora bisogna sostenere tutti insieme Giachetti, senza se e senza ma», dimostrando comunque una lealtà e stima che anche nei momenti di maggior scontro della campagna elettorale non è mai venuta meno. Un monito però arriva al partito e a tutti i dem di Roma: «non dobbiamo però sottovalutare il segnale che arriva dalla scarsa partecipazione al voto. Un dato che segnala la permanenza di un distacco con la città che va sanato al più presto».
Il giorno dopo è agrodolce per il Pd dopo le Primarie del Centrosinistra che hanno incoronato Roberto Giachetti: ha vinto il favorito della base renziana ma l’affluenza in pratica dimezzata rispetto alle precedenti che videro trionfare Marino desta più di un’ombra. Giochetti ha ricevuto i complimenti di Renzi e Guerini, anche se con i 50mila elettori arrivati alle urne invece che i 100mila del 2013 non c’è moltissimo da festeggiare. Giochetti ha comunque doppiato il suo competitor, Roberto Morassut, sfiorando il 70% delle preferenze, un sorriso ripetiamo dolce e amaro insieme per il nuovo candidato unico sindaco del Campidoglio. Il presidente del Partito Democratico nonché commissario dei dem romani ha provato a dare la sua spiegazione dei fatti di ieri: «La volta scorsa c’era il Pd delle truppe cammellate di quelli che sono stati arrestati, delle file di rom e quant’altro, questi sono dati veri di un partito vero che per fortuna ha ancora tanto lavoro da fare e sta rinascendo».
I risultati delle Primarie del Pd a Roma hanno decretato la vittoria di Roberto Giachetti che ha raggiunto la maggioranaza di consensi superando il diretto concorrente Roberto Morassut. E’ stato però un flop l’affluenza al voto che ha subito un calo di oltre il cinquanta per cento rispetto a quanto avevamo visto appena tre anni fa. Quindi Giachetti ha sì vinto le primarie Pd a Roma ma per molti è solo una mezza vittoria. Su Twitter infatti i commenti dei più sono orientati su questo: “Difficile capire che 1765 click valgono molto di più di 45mila persone”, “La scarsa affluenza alle Primarie Pd di Roma ha dimostrato che il Pd non può vincere”, “L’affluenza bassa era prevedibile e forse anche fisiologica. Ma se il Pd finge di rallegrarsi per la tenuta commette un granve errore”, “Per me è inspiegabile la bassa affluenza alle primarie Pd di roma di oggi. Il partito è in salute e c’è qualcosa che non torna, l’elettore per esempio”.
Sono stati quarantatremila gli elettori, davvero un numero inferiore rispetto a quanto eravamo abituati a vedere nella capitale. Al momento Roberto Giachetti è in vantaggio con ben il settanta per cento delle preferenze. Ha parlato proprio il candidato Pd alle primarie come riportato da IlMessaggero.it: “Tutto sommato a condizioni date dai dati che ci arrivano ora sull’affluenza e alle urne tutto sommato questo è un risultato che non mi dispiace. Voglio ringraziare la generosità di tutti i militanti che soprattutto nel pomeriggio sotto l’acqua hanno garantito che decine di migliaia di persone potessero esprimere il loro voto”.
Il candidato alle primarie del Partito Democratico a Roma Roberto Giachetti, come riportato da “L’Huffington Post” ha votato questa mattina intorno alle 9 al gazebo allestito nei pressi del circolo ribelle “Donna Olimpia”. Essendo secondo molti sondaggi il favorito della competizione elettorale, Giachetti è stato assediato dai giornalisti e dai fotografi all’uscita dal seggio. Tra i più agguerriti non poteva non esserci la “Iena” Enrico Lucci, che ha approfittato di una sosta forzata al semaforo di Giachetti per salire sul motorino guidato dal candidato. Questi, dinanzi all’iniziativa avventurosa di Enrico Lucci, non si è minimamente scomposto: anzi, ha dato gas al motorino allontanandosi in compagnia della Iena, ovviamente sprovvista di casco. Curiosi di vedere com’è andata? Allora cliccate qui!
Roberto Giachetti, candidato sindaco alle primarie del Partito Democratico per il comune di Roma, è nato nella Capitale il 24 aprile 1961. La sua professione è quella di giornalista professionista. Comincia a svolgere attività politica fin da giovane, nei movimenti studenteschi, aderendo al Partito Radicale di Marco Pannella: in quegli anni svolge anche la funzione di redattore delle attività parlamentari per Radio radicale. Nel 1993 aderisce ai Verdi e diventa capo della segreteria di Francesco Rutelli allora primo cittadino di Roma. Successivamente sempre con Rutelli diventa capo del gabinetto del Sindaco, gestendo con lui la delicata fase del Giubileo del 2000.
Il percorso comune fatto con Rutelli e il sodalizio stretto negli anni dell’amministrazione comunale di Roma, ha portato Roberto Giachetti a fondare, insieme ad altre personalità emergenti come Filippo Sensi e Paolo Gentiloni, il movimento di centrosinistra della Margherita nel 2001, per il quale diventa anche segretario cittadino a Roma. Sempre nel 2001 Giachetti viene eletto per la prima volta alla Camera dei Deputati, incarico che riconfermerà nel 2006, nel 2008 e recentemente nel 2013. Dopo l’esperienza della Margherita è stato tra i fondatori del Partito Democratico, sostenendo assieme all’ex segretario Walter Veltroni la linea della vocazione maggioritaria del partito che mettesse fine alle grandi coalizioni dell’epoca Prodi. Giachetti è oggi considerato un politico molto vicino alla linea del premier Matteo Renzi anche se ancora detiene la doppia tessera con il Partito Radicale. Proprio assieme ai Radicali porta avanti battaglie per i diritti civili, contro il sovraffollamento delle carceri e a favore di tematiche per le quali il partito di Pannella è stato sempre in prima linea.
Giachetti ha contraddistinto la sua attività politica facendo sempre emergere la propria formazione politica anche attraverso l’uso di strumenti tipicamente radicali come la pratica dello sciopero della fame per sostenere le battaglie politiche. A tal proposito si ricordano gli scioperi della fame nel 2002 con Marco Pannella per sollecitare l’elezione di due giudici della Corte Costituzionale che mancavano da diverso tempo; nel 2004 per sollecitare l’approvazione di una legge sul conflitto di interessi; nel 2012 per sollecitare l’approvazione di una nuova legge elettorale che andasse a sostituire la legge Calderoli, ribattezzata Porcellum; altri scioperi della fame si ricordano per questioni legate alla vita del Partito democratico, come la sollecitazione per lo svolgimento delle primarie o la richiesta della convocazione dell’assemblea costituente del Pd.
In ben due legislature, quella del 2006 e quella del 2008, Roberto Giachetti si è occupato principalmente dei lavori all’interno dell’aula. Già nel 2006 infatti è stato nominato segretario d’aula per il proprio partito, appassionandosi e dedicandosi interamente allo studio dei regolamenti parlamentari, ruolo in cui gli viene riconosciuta una grande abilità anche dagli avversari politici. Tale ruolo gli ha permesso, in quest’ultima legislatura, di ricoprire il prestigioso incarico di vice presidente della Camera dei Deputati: anche in questa veste Giachetti ha saputo coniugare l’appartenenza ad un partito politico con una grande professionalità ed imparzialità nello svolgimento dei lavori all’interno dell’aula di Montecitorio.
Negli ultimi anni Roberto Giahetti si è contraddistinto per la battaglia politica finalizzata all’introduzione di una nuova legge elettorale che andasse a sostituire il porcellum: la posizione di Giachetti, favorevole all’introduzione di un sistema maggioritario, era quella di abolire la legge Calderoli e tornare al cosiddetto Mattarellum, la legge elettorale promossa dall’attuale Presidente della Repubblica ed entrata in vigore in vista delle elezioni politiche del 1994 che videro per la prima volta affermarsi Silvio Berlusconi.