“A Roma il Pd per come lo abbiamo conosciuto non c’è più, e dove c’è sarebbe meglio che non ci fosse”. Lo rimarca Paolo Franchi, editorialista del Corriere della Sera, secondo cui “c’è un pezzo vastissimo di un medio elettorato di sinistra e di centrosinistra romano che non ha preso nemmeno in considerazione l’ipotesi di andare a votare alle Primarie”. I dati ufficiali sulle Primarie del Pd a Roma è di 47.317 votanti, di cui 43.607 voti validi, 2.866 schede bianche e 843 nulle. Roberto Giachetti ha raccolto 27.968 voti, non proprio un’apoteosi per il candidato del presidente del consiglio nella Capitale.
Franchi, la sinistra dem alla fine schiererà Massimo Bray contro Giachetti?
Non credo che a Roma quel che resta della Ditta, e che alle Primarie ha votato per Morassut, si spingerà a votare per un altro candidato. Del resto la situazione è talmente complicata che individuare delle linee di comportamento limpide è piuttosto difficile. Comunque attorno a un’eventuale candidatura di Massimo Bray si attrezzano una serie di forze che non sono però né D’Alema né Sinistra Italiana. C’è piuttosto l’idea di allestire uno schieramento più ampio dal punto di vista delle forze sociali e intellettuali, nonché delle competenze.
Chi può rappresentare Bray?
A Roma Bray rappresenta un pezzo del mondo della cultura anche importante. Sempre che Bray alla fine sciolga le sue ultime riserve, bisognerà vedere se su di lui convergeranno i consensi di quanti avrebbero votato per Marino. Se si configurasse uno scenario di questo tipo, potrebbe essere una cosa anche di una certa ampiezza. Un’ “operazioncina” che invece mettesse insieme un pezzo della vecchia minoranza del Pd e Sinistra Italiana, anche sul piano elettorale non andrebbe molto lontano.
I voti validi alle Primarie del Pd sono stati soltanto 43mila. Che cosa sta succedendo a Roma?
Con tutto quello che è capitato, per come sono state condotte le Primarie e per il tipo di candidati, nessuno pensava a una partecipazione molto più elevata. A Roma semplicemente il Pd per come lo abbiamo conosciuto non c’è più, se non come piccoli potentati, e dove c’è sarebbe meglio che non ci fosse. C’è un pezzo vastissimo di un medio elettorato di sinistra e di centrosinistra romano che non ha preso nemmeno in considerazione l’ipotesi di andare a votare alle Primarie.
Non li trova comunque dati imbarazzanti?
Certo i dati sono imbarazzanti, e non tengono scuse come quella di Orfini secondo cui questa volta a votare non c’erano i rom. Per fare un esempio nel seggio di via Montebello hanno votato 150 persone contro le 350 delle Primarie del 2013. E’ mancato qualsiasi effetto di trascinamento nazionale legato al fatto che Giachetti è il candidato di Renzi.
Che cosa avrebbe dovuto fare allora il Pd?
Dopo Mafia Capitale, il Pd non avrebbe dovuto fare le Primarie bensì tre passi indietro per concorrere con altri a promuovere una lista civica per Roma. Andava inoltre individuato un candidato forte, spendibile e con un’idea per la città.
Che cosa accadrebbe ora se Ignazio Marino pubblicasse il suo libro durante la campagna elettorale?
Molto dipende da che cosa scriverà. Anche se Marino scrivesse cose esplosive e tutte vere, pubblicare il suo libro all’inizio della campagna elettorale sarebbe un ulteriore sintomo di degrado della lotta politica. In ogni caso dalla pubblicazione di questo libro non mi attendo nulla di buono per il centrosinistra.
Quali chance ha di vincere Stefano Fassina?
Poche. Persino una candidatura come quella di Bray, che non è di sinistra radicale, metterebbe insieme il 10-15%, e già sarebbe un risultato clamoroso. La candidatura di Fassina rappresenta quel che resta della sinistra romana. Come tale non vedo particolari chance. Fassina è sceso in campo per favorire dei processi che poi non ci sono stati: insomma la sua è soltanto una candidatura di bandiera.
Tanto Giachetti quanto Bertolaso sono candidati azzoppati. E’ davvero una cospirazione per fare vincere M5s, come ha detto la Taverna?
Non so se sia una reale cospirazione, ma in effetti tutto cospira perché a vincere sia l’M5s. Contro i Cinque Stelle possono giocare solo i Cinque Stelle.
(Pietro Vernizzi)