Il governo rischia parecchio sul referendum trivelle del prossimo 17 aprile: dopo il caos suscitato dalle dimissioni del ministro Guidi (per indagine parallela su piattaforma di Potenza) ora rischia anche il viceministro dello Sviluppo Economico, Teresa Bellanova. Questa volta non c’entra nulla l’indagine sullo scandalo petrolio, bensì una intervista come tanti del Pd stanno rilasciando con la richiesta di astensione per il prossimo referendum: l’invito a non presentarsi per il referendum del 17 aprile rischia di costare caro, visto che un senatore del M5s, Maurizio Bucherella, ha presentato formale esposto ai carabinieri e Procura di Roma per questa parole del viceministro, “la cosa più saggia da fare il 17 aprile è non andare a votare”. Il perché lo spiega Michele Ainis sul Corriere della Sera, «è legittimo ogni appello all’astensione tanto più che i costituenti dettarono un quorum per la validità del referendum. È questa la posizione del Pd sulle trivelle, ma ci sono ancora valide due norme che castagno l’astensione organizzata da cinque sia “sia investito di un pubblico potere“ con pene anche detentive». Una vecchia norma costituzionale però ancora valida, nonostante fosse stata fatta per una situazione di molti anni fa quando il voto era una pratica usuale per tutti; però ora rischia di mettere incredibilmente ancora più in discussione il Ministero già sotto attacco per lo scandalo-dimissioni di Guidi.



Il referendum trivelle dopo il caso scoppiato ieri con le dimissioni del Ministro per lo Sviluppo Economico Federica Guidi è diventato ancora di più incandescente con il voto del prossimo 17 aprile 2016 che diventerà ancora più decisivo per le sorti del Governo. Secondo il coordinamento No Ombrina dell’Abruzzo, le dimissioni dal Governo Renzi del ministro Guidi “non è una sorpresa”; «da sempre denunciamo il suo conflitto di interessi e ora secondo me ci saranno conseguenze sul referendum trivelle. Lei stessa titolare di un’azienda legata al settore energetico, con il governo che chiama all’astensionismo per l’appuntamento del 17 aprile è da ritenersi un fatto grave». A parlare è Alessandro Lanci, presidente di Nuovo Senso Civico per il coordinamento No Ombrina in una intervista a TgCom24: «quello che ci auguriamo è che per prima cosa il governo rifletta sulla gravità della commistione tra potere politici e alcuni settori forti dell’economia. Il paradosso è che poi Renzi a ottobre ci chiede di andare a votare per un altro referendum, sulla riforma costituzionale».



C’è anche una staffetta per il ‘sì’ in vista del referendum trivelle che si terrà il prossimo 17 aprile. A realizzarla sono le 89 amministrazioni dell’Associazione Comuni Virtuosi che hanno risposto all’azione promossa da Legambiente. Gli italiani saranno chiamati a decidere se interrompere o proseguire, in presenza di gas o petrolio trovati, le trivellazioni in alcune aree del Mediterraneo entro le 12 miglia alla costa. Bengasi Battisti, presidente dell’Associazione dei Comuni Virtuosi, spiega così, come riportato dall’agenzia di stampa Adnkronos, la decisione di aderire all’appello dell’associazione ambientalista per il referendum trivelle: “L’associazione Comuni virtuosi ha come vocazione quella di promuovere buone prassi per la tutela dell’ambiente e la restituzione dei beni comuni. E’ naturale la nostra posizione per il sì a questo referendum: significa tutela dei luoghi, restituzione di essi alle future generazioni, protagonismo delle comunità locali, democrazia partecipata, e soprattutto responsabilità degli abitanti rispetto al proprio futuro”.

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