Sul referendum trivelle del prossimo 17 aprile scende in campo un altro esponente importante della minoranza dem, Cesare Damiano: «domenica 17 aprile vado a votare, sto ancora riflettendo se votare sì o no», ha detto oggi in una intervista ad Affari Italiani. Dopo l’invito di Renzi a tutto il partito di non votare e di scegliere l’astensione, e dopo lo scandalo petrolio in Basilicata, vari elementi della maggioranza scelgono per il voto, a prescindere per quale voto, ma in netto contrasto con la posizione renziana. «Renzi più che un’indicazione ha dato una sua opinione, io da cittadino posso decidere che cosa fare di fronte a un referendum. Sto valutando se votare sì o no perché come sempre cerco di studiare gli argomenti a fondo. Questo è un classico caso di contrasto tra problemi ambientali e occupazionali e io sono sensibile ad entrambi», commenta ancora Damiano sul voto referendario delle trivellazioni. L’esponente vicino a Bersani ha anche detto che il referendum, qualora venisse raggiunto il quorum, non metterebbe affatto in crisi l’esistenza stessa dell’esecutivo: «Renzi si dimetterebbe? Non credo e perché? Quando mai un referendum ha a che fare con l’esistenza di un governo?». 



Il partito di Giorgia Meloni si schiera per il voto nel referendum trivelle del prossimo 17 aprile 2016: il caos attorno a questo voto referendario avviene dopo le inchieste in Basilicata che hanno innalzato e di molto l’interesse sopratutto politico attorno a questa chiamata alle urne che il premier Renzi avrebbe volentieri fatto a meno. In Abruzzo, una delle regioni più interessate per i giacimenti di petrolio e gas nell’Adriatico, Fratelli d’Italia prende posizione ufficiale con una nota dei coordinatori regionali, Etelwardo Sigismondi e Giandonato Morra. «Votare al referendum è un diritto che bisogna esercitare con forza, per dare un chiaro segnale di come in Italia sia giunta l’ora di investire con decisione sulle energie rinnovabili. Un segnale per sconfiggere gli irresponsabili inviti all’astensionismo del governo Renzi e del Pd, che hanno boicottato il referendum non accorpandolo alle Amministrative di giugno, in modo da non raggiungere il quorum». La richiesta di votare sì al voto del 17 aprile 2016 arriva con ulteriori accuse anche alla stessa regione Abruzzo, «forte ambiguità del presidente D’Alfonso che nelle piazze si proclama contrario alle trivellazioni e nei fatti ha invece abbandonato il gruppo delle regioni che si battono a sostegno del referendum».



Il referendum trivelle che si terrà domenica prossima ha scatenato anche una guerra di spot tra chi sostiene le ragioni del sì e del no e anche chi invita a non andare a votare. Dopo il video girato dall’attore Luca Zingaretti per il Wwf, a sostegno del sì, arrivano altri due filmati. Uno ancora per il sì al referendum trivelle in cui dodici artisti hanno prestato il loro volto e la loro voce per la campagna di Greenpeace. Ficarra e Picone, Nino Frassica, Claudia Gerini, Elio Germano, Valeria Golino, Flavio Insinna, Noemi, Piero Pelù, Isabella Ragonese, Claudio Santamaria e Pietro Sermonti: tutti il 17 aprile tutti hanno un “appuntamento speciale” con il mare, un patrimonio da proteggere e “non un giacimento” (clicca qui per vedere il video). E non è mancata la riposta, sempre a suon di spot, di chi è invece a favore del non voto per il referendum trivelle. Il comitato “Ottimisti e razionali”, tra i cui membri ci sono giornalisti, ricercatori, consiglieri regionali, ha promosso infatti un video in cui cittadini comuni si chiedono con ironia: “Come ci andranno al mare i 12 grandi artisti dello spot per il Sì? Con la macchina? E il bagno caldo poi come lo fanno?” (clicca qui per vedere il video)