Si fa sempre più rovente lo scontro politico sul referendum trivelle che si svolgerà domenica 17 aprile. Dopo i vari inviti del premier Matteo Renzi all’astensione arriva ora la denuncia di Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista – Sinistra Europea. Ferrero scrive sul proprio profilo Facebook: “Ho appena denunciato Renzi per reato di induzione all’astensione: pena da 6 mesi a 3 anni. ?#?referendum? ?#?Renzigohome? — Ho appena denunciato alla Procura della Repubblica di Roma Matteo Renzi per il reato di induzione all’astensione ai sensi dell’art. 51 della legge 352 del 25 maggio 1970 che recita “…chiunque investito di un pubblico potere o funzione civile o militare, abusando delle proprie funzioni all’interno di esse, si adopera (…) ad indurli all’astensione, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni (…)”. Le sue recenti dichiarazioni pubbliche a favore dell’astensionismo al referendum di domenica contro le trivelle costituiscono una palese violazione della legge e noi chiediamo alla Magistratura che il Presidente del Consiglio venga sanzionato. Dopo quest’ennesima offesa alla democrazia, questa ulteriore dimostrazione di arroganza di un premier che non rispetta le leggi della Repubblica, Renzi se ne deve andare a casa. Gli italiani invece vadano a votare «Sì» domenica 17 aprile, contro le trivelle e contro questo governo che calpesta democrazia e Costituzione”. (clicca qui per vedere il post)



Ancora scontri tra gli esponenti politici riguardo al referendum trivelle del 17 aprile. Interviene anche Beppe Grillo, fondatore del Movimento 5 stelle sul suo blog: “Renzie e Napolitano stanno dalla parte dei petrolieri e invitano al gesto antidemocratico dell’astensione al referendum del 17 aprile. Il regime del Bomba è stato instaurato poco più di due anni fa dall’allora bis-presidente Napolitano per difendere il sistema e gli interessi delle lobby, dei banchieri e dei burocrati europei senza alcuna legittimazione popolare (…) Con lo scandalo Trivellopoli che è appena iniziato ma in cui è indagato un membro del governo (perchè De Filippo non è stato cacciato in dieci minuti come la Guidi?) e un ministro è già saltato, qualcosa è cambiato. Tutti hanno visto i meschini interessi dietro i provvedimenti del governo e il Bomba non può più farsi vedere in pubblico senza essere fischiato e contestato come a Napoli e Treviso. Adesso boicottano in tutti i modi il referendum per fare l’ennesimo favore richiesto dai loro amici petrolieri, nel silenzio di Mattarella. Del futuro energetico dell’Italia e della salvaguardia del nostro mare interessa solo a noi cittadini. Vogliamo che il nostro mare rimanga pulito e i nostri bambini ci giochino dentro, che la fauna e la flora del Mediterraneo rimangano floride e che i turisti continuino a venire. Loro stanno con i petrolieri. Io sto con i cittadini! Renzie e Napolitano vogliono che vi asteniate: altri due ottimi motivi per andare a votare SI’. Tu da che parte stai? Dillo con un tweet!” (clicca qui per leggere tutto)



E’ polemica sul poco spazio dato dai Tg Rai all’informazione sul referendum trivelle 17 aprile 2016. La Stampa, come riporta TvBlog, pubblica i dati dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni: “Sino allo scorso 10 aprile, infatti, secondo i dati elaborati da Geca Italia proprio per Agcom, la rete televisiva che più di tutti ha dato risalto al tema delle trivellazioni è stata La7 con 11 ore, 34 minuti e 45 secondi. Oltre due ore in più rispetto alla Rai (8ore e 59minuti) e addirittura 5 volte nel confronto con le reti Mediaset (che ha proposto servizi sul Referendum per appena 2 ore, 5 minuti e 10 secondi)”. Il quotidiano scrive poi che il Tg1, il mezzo d’informazione con più ‘ascolto e attenzione’ del servizio pubblico, ha riservato al tema del quesito referendario solo 13 minuti e 28 secondi nella settimana dal 4 al 10 aprile, sei minuti in meno rispetto al Tg 2 (19 minuti e otto secondi) e Tg 3 (19 minuti e 22 secondi): “Più ci si è avvicinati all’imminenza del voto più gli spazi si sono ristretti. Tant’è che i Tg del servizio pubblico hanno parlato del tema del voto del 17 aprile per 3 ore e 41 minuti nel periodo compreso dal 21 marzo al 3 aprile e solo per 2 ore e 25 minuti nella settimana che si è appena conclusa”. E il consigliere Carlo Freccero fa sapere che durante il cda della Rai del 20 aprile solleverà la questione : “Dobbiamo verificare quei dati ma è verissimo che il servizio pubblico non ha dato al referendum l’attenzione necessaria. L’ho notato anche io e la cosa è molto grave, sopratutto se questa distrazione collima con la posizione del governo”.



Non si placa la polemica politica intorno al referendum trivelle 2016 per il quale si voterà dopodomani 17 aprile. Il premier Mattero Renzi torna a ribadire il suo invito all’astensione, citando quanto detto ieir dall’ex capo dello Stato Giorgio Napolitano che ha affermato che “è legittimo astenersi”. Come riportato dal Corriere della Sera Renzi ha dichiarato: “Come ha magistralmente spiegato Giorgio Napolitano in un’intervista a Repubblica, se il referendum prevede il quorum la posizione di chi si astiene è costituzionalmente legittima”. Il premier, a proposito del referendum trivelle 2016, ha anche precisato nella sua Enews che la consultazione “è una bufala”: “Non c’è una sola trivella in discussione, c’è solo la scelta se continuare a estrarre fino all’esaurimento dei giacimenti, senza sprecare ciò che stiamo già utilizzando, oppure fermarsi a metà della scadenza della concessione. A me sembra più saggio finire di estrarre ciò che già c’è, senza licenziare i lavoratori del settore e senza sprecare l’energia che abbiamo”.

A due giorni dal voto per il referendum trivelle 2016 si moltiplicano le iniziative dei sostenitori del sì. La consultazione si svolgerà domenica 17 aprile: agli italiani sarà chiesto di esprimersi sulle concessioni per le trivellazioni in mare entro 12 miglia dalla costa, decidendo se interromperle o farle porseguire. Greenpeace ha compiuto ieri in varie città un’azione di “guerrilla marketing”: su alcuni noti monumenti è stato attaccato un cartello con su scritto ‘Per fermare le trivelle io voto sì’. Tra i monumenti scelti il David di Michelangelo a Firenze, il monumento a Cristoforo Colombo a Genova, il busto di Mazzini a Bari, il busto di Dante a Roma, la scultura di Maurizio Cattelan a Milano. L’obiettivo dell’associazione, come riporta l’agenzia di stampa Askanews, è stato di lanciare questo messaggio sull’incompatibilità tra le bellezze del nostro paese e le fonti fossili per cui se il nostro patrimonio storico- artistico “potesse votare” sceglierebbe un’Italia senza trivelle. E oggi i comitati per il sì al referendum trivelle 2016, dopo aver lanciato l’hashtag #sipuofare, realizzeranno un flash mob alle 11 in piazza del Popolo a Roma. La coordinatrice Maria Maranò, come si legge su La Repubblica, annuncia: “Ci raduneremo sotto alla fontana del Nettuno e vi faremo vedere il colore blu dell’onda referendaria dopo avervi mostrato il colore nero” del petrolio.