Virginio Merola è il candidato forte per le elezioni comunali di Bologna 2016: un secondo mandato da ricercare per il sindaco uscente degli Asinelli non così semplice come si potrebbe pensare per il centrosinistra moderato in Emilia Romagna. È partita però a suon battuto la campagna elettorale in giro per l’intera città, con lo slogan lanciato: «Questa è la Bologna che mi piace». Sono due le fasi principali in cui Merola ha voluto dividere idealmente la sua campagna per convincere i bolognesi a votare ancora lui il prossimo 5 giugno: nella prima parte si discuterà dei risultati/scommesse lanciate durante questi anni di primo mandato alla guida della città, con particolari risultati raggiunto su mobilità, cultura, scuola e turismo. Mentre nella seconda parte ci saranno le effettive proposte per i prossimi cinque anni di sindaco: una su tutte? A Bologna Today il candidato Pd ne ha lanciata una, il tram come grande operare per completare l’assetto della mobilità e la revisione dei T-days attraverso il ritorno ai mezzi pubblici nella “T”, alleggerendo il traffico consumo dei bus.
Doveva essere la giornata chiave per risolvere il rebus del centrodestra per le elezioni comunali 2016 di Roma, ma neanche l’ufficio di presidenza di Forza Italia, convocato per questa mattina nella residenza capitolina di Silvio Berlusconi è riuscito a sciogliere la matassa: insistere su Guido Bertolaso o “cedere” al duo Meloni-Salvini? A Palazzo Grazioli, come riferisce l’Ansa, è andato in scena un confronto duro tra le due diverse anime forziste: da una parte chi, come Paolo Romani e Giovanni Toti, auspicava una scelta unitaria per tutta il centrodestra con FI in appoggio alla Meloni; dall’altra quanti, come Antonio Tajani, vedevano nel sostegno alla leader di Fratelli d’Italia una sorta di “resa” alla quale sarà impossibile rimediare. A dover decidere la linea da seguire era chiamato come sempre Silvio Berlusconi, descritto dai presenti come “molto combattutto” dal momento che se è vero che ha sempre ritenuto l’ex capo della Protezione Civile il migliore candidato possibile per Roma, lo è altrettanto il fatto che i sondaggi per Mister Emergenze non sono lusinghieri. Nessuno come Berlusconi sa che in caso di appoggio alla Meloni neanche parlare di “sacrificio in nome dell’unità del centrodestra” riuscirà a convincere l’opinione pubblica che i più giovani Meloni e Salvini non hanno vinto il braccio di ferro. E allora ecco la possibile exit strategy: se Berlusconi deciderà di non darla vinta a Meloni e Salvini, ma allo stesso tempo prenderà atto che insistere su Bertolaso potrebbe rivelarsi un azzardo, non sarebbe fanta-politica ipotizzare un appoggio dell’ultimo minuto a quell’Alfio Marchini che prima della discesa in campo di Bertolaso era la prima scelta dell’ex premier, pronto a vagliare tutte le ipotesi sul tavolo prima di prendere una decisione determinante non solo per la Capitale, ma anche per la leadership del centrodestra.