Appello di Corrado Passera, candidato sindaco alle elezioni comunali 2016 a Milano, agli elettori a non votare a sinistra. Il motivo? Le tasse arrivate alle stelle con l’attuale amministrazione comunale. Come riferito dall’agenzia di stampa Dire Passera ha sottolineato che la spesa corrente del Comune di Milano toccherà “il record storico” di “3.004 milioni di euro nel 2016. La conseguenza è che, tra le principali città italiane, Milano è il Comune con la più alta spesa corrente per abitante: 2.246 euro rispetto ai 1.642 di Roma, 1.238 di Napoli e 732 di Genova. Gli stipendi dei dipendenti comunali gravano per 434 euro su ciascun milanese, rispetto ai 415 di Bologna e i 345 di Roma e Napoli”. E il candidato sindaco alle prossime elezioni comunali 2016 aggiunge che chi “afferma di essere in continuità con la giunta Pisapia, non può certo avere l’obiettivo di tagliare le tasse visto che sono stati loro ad aumentare la spesa pubblica e la pressione fiscale ben oltre a quelli che sono stati i tagli alle risorse dal Governo centrale”. (clicca qui per leggere tutto)



Le elezioni comunali di Roma 2016 a Roma più che nelle altre realtà portato ogni ora in sostanza notizie e dichiarazioni: tanti i protagonisti in campo, specie nel centrodestra e la sensazione che la partita della Capitale possa essere decisiva anche in ottica nazionale. Il caos nel centrodestra continua, mentre sull’altra sponda Raggi e Marchini si godono una campagna elettorale finora abbastanza tranquilla: oggi è di scena Marchini che a distanza risponde a Bertolaso che aveva detto, “io e Marchini? Come Totti e Spalletti“, come potete leggere qui sotto. Questa mattina il candidato della lista civica Alfio Marchini ha invece rilasciato queste dichiarazioni molto forti a Coffee Break su La7: «ha ragione chi dice che non sono di destra, non lo sono. Centrodestra e centrosinistra non esistono più: le primarie l’hanno dimostrato, al 70% c’era il Pd. Ea anche il controtesta è evanescente. Citarli fa parte della campagna elettorale surreali che si fa sui media». Insomma, nel delicato equilibrio che vede Meloni, Bertolaso e Marchini al centro delle trame dei  big nazionali Salvini e Berlusconi, queste parole suonano come una chiamata fuori dagli schemi del centrodestra. Solo due giorni fa ancora Marchini aveva chiarito in maniera anche più galante rispetto all’accusa di essere di destra: “dicono che io sia di destra? Li invito ad ascolta la canzone di Gaber. Noi dobbiamo andare oltre a queste vecchie logiche e riossigenare la società civile“. Insomma, prendendo spunto, “ma cos’è la destra, cos’è la sinistra”.



Le elezioni comunali 2016 di Roma rappresenteranno un banco di prova soprattutto per un centrodestra che tra la candidatura di Guido Bertolaso da una parte e quella di Giorgia Meloni dall’altra non è riuscito a trovare la quadra auspicata dai suoi elettori. A sparigliare le carte potrebbe essere il “civico” Alfio Marchini, candidato da sempre apprezzato da Silvio Berlusconi e con il quale anche Bertolaso stesso continua a scambiarsi “gentilezze”. Nel corso di un’intervista concessa a Tommaso Labate per “Il Corriere della Sera”, Bertolaso ha ammesso:”Siamo rimasti 72 lunghissime ore a capire quello che si poteva fare. E io l’avevo detto chiaramente, anche a Berlusconi, che ero disposto a fare un passo indietro per trovare una convergenza con Alfio Marchini, che era e rimane il candidato più simile a me“. L’alleanza però non si è concretizzata poiché avrebbe potuto rappresentare la rottura a livello nazionale dell’allenza tra Forza Italia e il duo Lega Nord/Fratelli d’Italia. Sebbene si dica “pessimista” su una possibile convergenza dell’ultimo minuto tra lui e Marchini, Bertolaso accetta l’utilizzo della metafora calcistica che paragona i due a Totti e Spalletti:”Totti e Spalletti servono entrambi, nello stesso momento e nella stessa squadra. Come sintesi giornalistica ci potrebbe stare. Però una cosa la vorrei dire. Si è sempre discusso del mio sostegno ad Alfio. Ma il passaggio inverso? Anche io ho le carte in regola e il curriculum per fare bene il sindaco di questa città“.



Caos nel centrodestra a Roma per le prossime elezioni comunali 2016: le Amministrative entrano nel vivo della campagna elettorale e, mentre a Milano Parisi vola von vele spiegate e una coalizione unita in ogni forma di centrodestra, sotto il Campidoglio la situazione è tutt’altro che uguale. Meloni, Marchini e Bertolaso, tre nomi e una dispersione di voti che per ogni protagonista della divisione, il “triumvirato” di una ancora presunta coalizione nazionale del centrodestra Forza Italia-Lega Nord-Fratelli d’Italia, sembra essere tanto palese quanto non ricucibile come problema, al momento. «Sono stufo di inseguire i cambi di idea e di umore di qualcun altro. L’unico centrodestra che può arrivare al ballottaggio e vincere siamo io e Giorgia Meloni, gli altri aiutano Renzi», si riassume così il Salvini-pensiero in una chiacchierata fatta ieri con Affari Italiani. Attacco diretto a Bertolaso che diventa evidentemente diretto ben più alto, ovvero a quel Silvio che avrebbe costituire il terzo polo della coalizione del “nuovo” centrodestra, e qui Alfano non c’entra. «Bertolaso aiuta Renzi e dunque anche Berlusconi. Se uno volesse essere maligno, leggendo l’intervista di oggi su Repubblica di Renzi quando parla di “faremo una legge sui diritti televisivi del calcio”, oppure su conflitto di interessi e riforma della giustizia, se uno vuole pensare male pensa che Berlusconi non abbia convenienza a far la guerra a Renzi». Secondo Salvini il premier “ricatterebbe” il Cavaliere, «ci sono in ballo miliardi di euro e in Mediaset sicuramente c’è qualcuno che tifa per avere buoni rapporti con il governo».