Dopo i risultati delle Primarie Usa 2016 in altri cinque stati nell’ennesimo Super Tuesday, dire che Donald Trump e Hillary Clinton abbiano trionfato è quasi un eufemismo: en peli del miliardario odiato dal GOP ma amato dagli americani, e 4-1 per la moglie di Bill contro un ancora combattivo Bernie Sanders. Il clima da sfida presidenziale si avverte già da tempo ma nell’immediato posto voto che ha certificato la vittoria negli ultimi cinque stati di ieri ha definitivamente convinto Trump a parlare da candidato in pectore. E sentire che bordate rivolte alla rivale democratica: «Hillary sarebbe un presidente disastroso, è protetta dal partito democratico anche se è accusata di un comportamento criminale per la storia delle mail riservate. Ma guardate: posso battere Hillary facilmente, molto più facilmente di quanto abbia fatto con i concorrenti repubblicani», facendo della spacconeria un argomento quanto mai azzeccato sulla propria condotta politica. Chiusura ancora show per Trump che direttamente attacca, “francamente se Hillary fosse non prenderebbe più del 5%, ma la cosa meravigliosa è che le donne non la amano”. Sì, la sfida è ufficialmente iniziata.



È un trionfo di Donald Trump: i risultati delle primarie Usa 2016, ormai definitivi a poche scrutinatore dalla fine, vedono tutti e 5 gli stati impegnati al voto ieri nel Super Tuesday del 26 aprile che premiano, lato Repubblicani, il miliardario odiato dal suo partito, ma amato dagli elettori. Vince dunque in Pennsylvania (57%), lo stato più importante della tornata, ma anche in Maryland (55%), Rhode Island (63%), Delaware (60,7%) e Connecticut (58%): ma è nei numeri che si capisce il suo trionfo, come vedete dalle percentuali e dalle cifre dei delegati guadagnati, ovvero 185 a Trump, 5 a John Kasih e uno solo a Ted Cruz, come dire briciole e anche piccole agli avversari. I Repubblicani, lato partito centrale, sono sempre più preoccupati per l’affermazione di Trump che veleggia a circa 200 delegati dal limite per minimo per essere eletto automaticamente, senza dover neanche passare dalla convention, elemento che invece sperano ancora di poter raggiungere i rivali, ieri massacrati nel voto. Dall’altra parte i Democratici registrano un’altra vittoria di Hillary Clinton che trionfa dovunque tranne in Rhode Isldna, dove la spunta al fotofinish Bernie Sanders: il sorpasso del candidato socialista non è dunque riuscito e ora si aspetta solo la lenta procedura verso la convention anche se l’impressione è che Sanders porti avanti una campagna per provare fino all’ultimo di scippare il posto alla favorita “regina”.



A breve arriveranno i primi risultati delle Primarie Usa 2016, con l’ennesimo super Tuesday che prosegue nella corsa verso la decisione finale di giugno: inutile dire quanto i risultati del voto per Democratici e Repubblicani in Rhode Island, Pennsylvania, Connecticut, Maryland e Delaware sembrano andare tutti di nuovo verso i grandi favoriti Hillary Clinton e Donald Trump. I due probabili candidati per le presidenziali di novembre arrivano però con situazioni e climi decisamente differenti: se il miliardario deve fronteggiare più del previsto una opposizione interna del GOP che sta cercando di “buttarlo” giù, Hillary Clinton prosegue a vele spiegate verso la candidatura ufficiale al termine di questa primarie americane infinite. A poche ore dai risultati ufficiali, sembra confermarsi l’ipotesi dei sondaggi alla vigilia quando davanti Clinton davanti a pronta ad incassare altri 452 delegati nel Super Tuesday che potrebbe decidere molto in vista della convention democratica. Unica nota stonata, per la moglie di Bill non è stato particolare gradito l’endorsement ricevuto dal capo dell’impero miliardario dei Kock, Charles, il fratello più anziano: “Hillary è meglio di Trump e Cruz”, ha detto il magnate e storico finaiznaitore della destra americana. Risposta di Hillary? “Non sono interessata al sostegno di persone che negano i cambiamenti climatici o tentano di rendere più difficile il voto per la gente”.



Le primarie Usa 2016 ci hanno abituato a colpi di scena inaspettati, ma chi avrebbe mai immaginato che Donald Trump sarebbe diventato “consulente” di Bernie Sanders? Non che il tycoon abbia deciso di dedicarsi alla campagna elettorale del senatore del Vermont abbandonando il suo percorso fin qui vincente nel Partito Repubblicano, ma il tweet pubblicato dal magnate newyorchese pochi minuti fa non può non lasciare sorpresi. Trump ha infatti cinguettato che Bernie Sanders è stato “trattato terribilmente dai Democratici” e per questo motivo dovrebbe “correre da Indipendente” alla Casa Bianca. Bisogna ricordare che Hillary Clinton ha in questo momento un netto vantaggio su Sanders nella corsa riservata ai Democratici e per questo motivo l’unica strada per cui Sanders, a meno di clamorosi ribaltoni, potrebbe ambire a diventare Presidente degli Stati Uniti, è quella di correre da indipendente. Un consiglio, quello di Trump a Sanders, che non si può definire disinteressato: un’eventuale (e aggiungiamo altamente improbabile) candidatura di Sanders a novembre, non farebbe altro che erodere l’elettorato democratico che altrimenti si riverserebbe sulla Clinton, favorendo l’avanzata proprio di The Donald. Cosa farà il vecchio Bernie? Darà retta a Trump o in caso di sconfitta si piegherà alle logiche di quel partito che per sua stessa ammissione non lo ha di certo aiutato nella battaglia a Hillary?

Clicca qui per leggere l’ultimo tweet di Donald Trump!

A poche settimane dal termine delle Primarie Usa 2016 che oggi interessano Connecticut, Delaware, Maryland, Pennsylvania e Rhode Island un sondaggio della Nbc sostiene che il 50% degli elettori del Grand Old Party supporta Donald Trump. Per la prima volta dall’inizio della sua cavalcata, il tycoon newyorchese viene attribuito del consenso di una soglia così alta di elettori a livello nazionale, segno che la sua campagna elettorale, al netto di proclami spesso condannati dall’opinione pubblica e di qualche gaffes qua e là, sta dando i frutti sperati. Come riporta swissinfo.ch, il sondaggio denominato “NBC News SurveyMonkey Weekly Election Tracking poll” è stato svolto su internet tra il 18 e il 24 aprile e ha coinvolto 10.707 adulti maggiorenni, 9’405 dei quali iscritti alle liste elettorali repubblicane. Un dato, quello emerso dal sondaggio, che potrebbe fornire a Trump una spinta ulteriore in vista delle prossime consultazioni, in grado magari di garantirgli il raggiungimento del numero di delegati utile ad ottenere la nomination per le presidenziali di novembre.

Le primarie Usa 2016 che oggi si spostano in Connecticut, Delaware, Maryland, Pennsylvania e Rhode Island sono animate quotidianamente da Donald Trump. Il tycoon, fin qui in vantaggio nella conta dei delegati assegnati al Partito Repubblicano, ha infatti coniato un nuovo soprannome per il suo avversario John Kasich. In un tweet pubblicato nella giornata di ieri accanto al solito “Ted Cruz il bugiardo” è apparso infatti “1 su 38 Kasich”: a cosa si riferisce Trump? Semplice, fino ad ora John Kasich ha ottenuto la maggioranza dei voti soltanto nello Stato di cui è governatore, l’Ohio. In tutti gli altri stati chiamati alle urne, che per la precisione sono 41, Kasich non è riuscito ad andare oltre la seconda piazza ed è per questo che Trump ha deciso di ironizzare su questa particolare tendenza cinguettando in merito alla decisione dei suoi due competitor di non ostacolarsi nelle prossime consultazioni:”Ted Cruz il bugiardo e 1 su 38 Kasich non sono capaci di battermi da soli così devono coalizzarsi (collusione) in un due contro uno. Dimostrazione di debolezza!

Le primarie Usa 2016 si apprestano a vivere un Supermartedì (o SuperTuesday per dirla all’americana) che con il voto in Connecticut, Delaware, Maryland, Pennsylvania e Rhode Island potrebbe dare un indirizzo più preciso alla lotta interna al Partito Repubblicano. Nelle ultime ore Ted Cruz e John Kasich hanno raggiunto un accordo di “non belligeranza” nel tentativo di ostacolare il tycoon Donald Trump impedendogli di raggiungere il numero di delegati necessario ad ottenere la nomination. Quest’ultimo però non sembra per niente intimorito dalla strategia dei suoi rivali e al contempo studia già da leader. Come riporta l’Ansa infatti il magnate newyorchese si è reso protagonista di un “incontro bilaterale” con il segretario della Lega Nord Matteo Salvini. I due, come riporta l’Ansa, hanno parlato per una ventina di minuti a Filadelfia a margine di un comizio del magnate newyorchese, con Salvini pronto a sventolare, come un perfetto sostenitore del candidato, il cartello blu con lo slogan “Trump. Make America Great Again”. Durante il colloquio i due si sono trovati pienamente in sintonia soprattutto sulla questione migranti e, a detta dell’Ansa, Trump si sarebbe congedato con un auspicio per Salvini:”Matteo, ti auguro di diventare presto primo ministro in Italia”. Questo endorsement avrà ricadute sull’elettorato italo-americano chiamato al voto in queste primarie Usa?

Mentre si apre un altro SuperTuesday o SuperMartedì per le Primarie Usa 2016, la vera notizia di giornata per queste infinite chiamate alle urne del popolo americano in vista delle Presidenziali di novembre è il caos sempre più incredibile all’interno dei Repubblicani. Mentre Hillary Clinton ormai non aspetta altro che ottenere la certezza della vittoria con il democratico Bernie Sanders, dall’altra parte del Congresso il momento che vive il GOP è davvero paradossale. Donald Trump viene dalla grandiosa affermazione nelle ultime primarie Usa a New York e si appresta anche in questo voto di oggi – alle urne Connecticut, Delaware, Maryland, Pennsylvania, Rhode Island – di raccogliere moltissimi delegati contro i rivali John Kasich e soprattutto Ted Cruz, i quali però hanno reso pubblicamente il loro piano strategico. L’intesa congiunta e rivelata anche alle agenzia di stampe internazionali riguarda la scelta di Cruz di rinunciare alla prossime campagna elettorale in Oregon e New Mexico per aiutare Kasich mentre in cambio il senatore dovrei lasciare campo libero a Cruz in Indiana, dve chi vincere si prende 57 delegati, una cifra piuttosto alta per provare a fermare Trump. Il precedente che suona positivo per i leader del GOP è il Wisconsin: quando il partito rema tutto da una parte, si riesce a sconfiggere il nemico interno miliardario. Sembra paradossale ma è proprio così che sta andando l’ultima fase decisiva delle lunghe Primarie Usa 2016. Un’intesa che si prepara per l’immediato futuro, ovvero i prossimi stati dopo i cinque di oggi nel Super Martedì: «il nostro obbiettivo è arrivare ad una open convention a Cleveland, dove crediamo che riesca ad emergere un candidato capace di unificare il partito e vincere a novembre», ha affermato lo stratega di Kasich. La risposta di Trump? «I miei rivali sono assolutamente disperati e matematicamente morti». Si prepara un bella convention, non c’è che dire.