A Roma Virginia Raggi (M5s) è al 26%, Roberto Giachetti (Pd) al 21% e Giorgia Meloni (Fdi-Lega nord) al 20%, anche se quest’ultima rispetto all’ultimo sondaggio di un mese vede crescere i suoi consensi del 6%. Sempre che Berlusconi non decida di appoggiare Marchini: in questo caso l’imprenditore balzerebbe al 21% e potrebbe essere lui ad arrivare al ballottaggio. A Milano Parisi agguanta Sala e sono entrambi al 38%. A Napoli secondo i sondaggi Luigi de Magistris è al 31% e Gianni Lettieri (centrodestra) al 28%, ma l’inchiesta sul Pd campano potrebbe fare sì che molti moderati, che nel 2014 alle europee avevano votato per il partito di Renzi, alle comunali sostengano il candidato azzurro. A Torino infine i sondaggi danno Piero Fassino (Pd) è al 41% e Chiara Appendino (M5s) al 30%, ma al secondo turno gli elettori di sinistra e Lega nord voteranno per la candidata dei Cinque Stelle cui potrebbe quindi riuscire il sorpasso. E’ quanto emerge dagli ultimi sondaggi sulle elezioni amministrative del 5 giugno realizzati da Tecnè, la società presieduta da Carlo Buttaroni.
Partiamo da Roma. Chi è in testa in questo momento secondo i suoi ultimi sondaggi?
In questa fase ci sono scenari che cambiano di settimana in settimana. Virginia Raggi continua a essere molto forte, come hanno rilevato tutti i sondaggi dei vari istituti. Giachetti sta recuperando ma è in buona posizione anche la Meloni. Il centrodestra si presenta diviso e ciò rende più difficile l’accesso al ballottaggio. Marchini sta recuperando posizioni e Bertolaso sembra che in questo momento si sia attestato all’interno di un elettorato il cui perimetro però è ancora tutto da tracciare.
A quanto sono Bertolaso, Marchini, Fassina e Storace?
Bertolaso è all’11%, Marchini al 10%, Fassina al 7% e Storace al 3%.
Che cosa accadrebbe invece se Berlusconi decidesse di appoggiare Marchini?
In questo scenario ci sarebbe un sostanziale pareggio tra Marchini, Meloni e Giachetti, tutti allineati intorno al 20-21%.
In questo modo Berlusconi quali forze del centrodestra riuscirebbe ad aggregare?
Per gli elettori moderati e in particolare di Forza Italia la scelta di Marchini non sarebbe certamente traumatica. Ma soprattutto Marchini sostenuto da Berlusconi sarebbe un po’ più attrattivo nei confronti degli stessi elettori moderati del Pd. Si ricomporrebbe un centro moderato, alternativo alla destra.
Come vede l’altra grande sfida, quella di Milano?
Quella di Milano è una sfida molto aperta tra i due principali candidati, Sala e Parisi. Nell’ultima rilevazione abbiamo registrato un sostanziale pareggio, in quanto entrambi sono al 38%. Il candidato sindaco di M5s, Gianluca Corrado, è al 16% e risulta quindi molto lontano. Il candidato della sinistra, Basilio Rizzo, è al 5%. E’ una situazione abbastanza definita, perlomeno per quanto riguarda l’accesso al ballottaggio, mentre rimane tutto da stabilire chi vincerà al secondo turno, perché i due candidati si trovano in una situazione di sostanziale equilibrio.
Come sono i giochi a Napoli?
A Napoli c’è una situazione ancora molto da definirsi. De Magistris è in testa con il 31%, Lettieri (centrodestra) è al 28% e Valente (Pd) al 21%. Brambilla, candidato di M5s, è al 16%. De Magistris come candidato ottiene molte più indicazioni di voto della sua coalizione, mentre Brambilla ne ottiene molte di meno rispetto a quelle dei 5 Stelle. Man mano che ci si avvicina al 5 giugno la questione da vedere è se questo atteggiamento di voto disgiunto si confermerà nel tempo. Ciò determinerà la quota con cui de Magistris accederà al ballottaggio.
Quindi c’è una parte dell’elettorato di M5s che vota per de Magistris?
Esattamente.
Quanti voti sposta l’inchiesta sul presidente del Pd campano, Stefano Graziano?
Rispetto alle comunali di Napoli è un’inchiesta che incide molto e una vicenda di grande impatto. Graziano è sicuramente una personalità politica di prima grandezza in Campania e un dirigente importante del Pd. Quindi gli effetti inevitabilmente si faranno sentire. Bisognerà quindi vedere la qualità e la direzione che prenderà il dissenso nei confronti di quanto è avvenuto.
L’inchiesta campana potrebbe avvantaggiare ulteriormente de Magistris?
E’ difficile dirlo, perché l’elettorato di de Magistris e quello di Brambilla (M5s) si assomigliano molto. Quello dei delusi è quindi sicuramente un consenso che può orientarsi verso entrambi i candidati. Non dobbiamo però dimenticare che, soprattutto alle europee del 2014, c’è stata una forte migrazione di elettori dal centrodestra verso il Pd. Quella parte di elettori migrati verso il Pd in questa occasione potrebbero quindi orientarsi su Gianni Lettieri. Quest’ultimo è infatti un imprenditore e un candidato con il profilo tecnico, oltretutto ben conosciuto agli elettori di Napoli perché era già stato candidato nel 2011.
Chi accederà al ballottaggio nelle comunali a Torino?
Quella di Torino al momento sembra una sfida tra Piero Fassino (Pd) al 41% e Chiara Appendino (M5s) al 30%. Quest’ultima è molto sotto rispetto ai consensi del sindaco uscente, ma al secondo turno la situazione risulta del tutto aperta. La Appendino sicuramente è un candidato molto forte, che potrebbe attrarre i voti della sinistra rappresentata da Giorgio Airaudo. Al secondo turno su M5s potrebbero convergere anche i voti del centrodestra, e in particolare quelli della Lega nord, il cui candidato Alberto Morano è intorno all’11%.
Come andrà a finire al secondo turno?
In questo momento al secondo turno c’è un leggero vantaggio di Fassino rispetto alla Appendino. Tutte le situazioni però sono molto aperte, in quanto il ballottaggio è un orientamento di fondo che possiamo chiedere agli elettori, ma molto dipende dalle motivazioni che avranno al momento del voto. Questo vale in particolare per quanti al primo turno voteranno per candidati che non accederanno al secondo turno.
(Pietro Vernizzi)